Quando la musica finì, avevo un gran fiatone, ma ero completamente soddisfatta. Accolsi gli applausi del pubblico con un sorriso, poi rivolsi subito lo sguardo verso la postazione dei professori di Amici. Sorridevano apertamente tutti, tranne una. Panico. Maria chiese ad Orion (il mio sfidante) chi volesse esonerare dalla votazione e lui scelse la prof Peparini, sapendo di non piacerle. Peccato. Adesso era il momento dei giudizi e a me ne interessava in particolare uno.
"Bill?" domandò Maria rivolgendosi a Bill Goodson.
"Well" iniziò lui con il solito accento americano, che adoravo. "Orion, tu ha eseguito bene la coreografia. Eri perfetto in movimenti e passi, ma io non ho sentito emozione. Non mi è arrivato nulla." Fece una pausa, facendomi salire ancora di più l'ansia. "Invece Arianna mi ha trasmesso con suoi gesti tutta la dolcezza di musica. Riguardo all'esecuzione, faccio dire alla maestra Celentano." Concluse con un sorrisetto. "Comunque il mio voto va a Arianna."
"Grazie caro." La Celentano sorrise. "Allora Arianna, io ti ho assegnato questa coreografia, come sai, perché volevo capire una volta per tutte, prima del serale, se la tua preparazione tecnica è davvero sufficiente."
"E lo è?" Incalzò Maria dando voce ai miei pensieri.
L'altra indugiò un attimo. " Lo è, anche se ovviamente si può sempre migliorare." Concluse guardandomi da sopra gli occhiali. Stavo per esplodere dalla soddisfazione.
La maestra disse qualcos'altro, seguita poi da Garrison, che confermò il pensiero di Bill Goodson. Infine potei tornare al mio banco vittoriosa. Mentre salivo su, Biondo, il capitano della mia squadra, mi fece un occhiolino, che io ricambiai. Quel ragazzo era diventato uno dei miei migliori amici all'interno della scuola: avevo scoperto che dietro il sex symbol freddo, c'era una persona simpaticissima, sempre con la battuta pronta, ma a tratti anche profonda e comprensiva. Passare il tempo con lui e con Einar, così timido e intelligente, era veramente un piacere. Tra i miei compagni, avevo trovato delle buone amiche anche in Nicole, che sembrava timida solo davanti alle telecamere, ma fuori era un diavoletto, e in Emma, anche lei "very shy", ma dietro quell'apparenza perfetta si nascondeva un'anima fragile, e al contempo resistente come il diamante. In generale, comunque, avevo instaurato un buon rapporto con tutti, tranne forse che con Zic, una persona che proprio non riuscivo a digerire.
La mia era stata l'ultima sfida della puntata, ne ero sicura, ma dopo qualche momento mi accorsi che Maria stava tergiversando e non sembrava voler chiudere la diretta.
"Deve far vedere ancora qualche video secondo te?" domandai ad Einar, che sedeva accanto a me. Lui scosse la testa. "Non lo so, sembra un po' strano anche a me."
Non ci fu tempo di continuare la conversazione.
"Vi devo presentare un aspirante a un banco." Affermò Maria abbassandosi per prendere una bottiglietta d'acqua da terra. Era strano che qualcuno si presentasse così, a un mese dal serale, per chiedere un posto nella scuola. "Lo facciamo entrare."
Pochi secondi dopo udii delle grida e degli applausi, ma io non vedevo nessuno. Non ancora. Appena ne fui capace, il mio cuore perse un battito. Sentii ogni muscolo del mio corpo irrigidirsi, trattenni il fiato e, per un attimo, tutto mi sembrò quasi surreale.
"Vieni, Irama. Ben arrivato." Si scambiarono due baci sulle guance. Io non riuscivo ancora bene a ricordare come si faceva a respirare.
"Allora, il suo nome è noto anche a voi." Lo era anche troppo per me. "Lui ha vinto il festival di Sanremo... giusto?"
"In realtà ho vinto il Summer festival." La sua voce era così diversa da sette mesi prima, dall'ultima volta che l'avevo sentita. Maria gli fece cenno di continuare a parlare e lui lo fece, leggermente imbarazzato, ma con quella sua tipica sicurezza.
"Da lì firmai un contratto discografico. Ecco, per molti può sembrare una pazzia, ma io ho chiuso questo contratto, perché penso che per me non abbia avuto veramente valore, dal momento che non ho potuto far sentire appieno le mie canzoni come volevo. Quindi io oggi sono qua, a presentarmi a voi, per farvi sentire le mie canzoni. Sono un ragazzo giovane che ha tanto da dare, ma anche tanto da imparare. Io penso che, artisticamente, questo sia il percorso giusto per me."
Tutti applaudirono, ma io non riuscii a muovermi. Non capii bene quello che venne detto nei momenti successivi, ma poi partì una base e lui iniziò a cantare.
La canzone era provocante, esattamente come chi l'aveva scritta: lui non si fermò un attimo, coinvolgendo e affascinando il pubblico con il proprio carisma. Non si accorse di me o, se lo fece, non mi degnò di uno sguardo e forse preferii così.
"Io non lo avevo mai sentito prima, ma questo tipo è bravo davvero." Mi sussurrò Einar all'orecchio alla fine della canzone. Io annuii e le sue parole mi strapparono un sorriso, perché io, invece, conoscevo già la sua musica.
Conclusa la prima, partì la seconda base. Mi era sempre piaciuto il modo in cui quella voce graffiata riusciva raccontare una storia e anche in quel momento lo apprezzai: iniziai a rilassarmi ascoltando la sua voce, proprio come era successo l'ultima volta in spiaggia.
Quando posi finalmente attenzione alle parole, però, mi sentii morire, perché la canzone parlava di una ragazza malata terminale e del giovane che la amava. Mi si formò un groppo in gola. Ogni parola era come un pugno nello stomaco.
...dai non scherzare, fai la brava
Davvero non ci credo che tu te ne sia già andata
C'è ancora il tuo profumo nella stanza
Non puoi essere lontana, ma passerà...
Prima che potessi accorgermene, iniziai a piangere. Non mi piaceva farlo, soprattutto in diretta televisiva, ma quel ragazzo aveva il potere di distruggermi con le sue sole parole. Ormai stavo quasi singhiozzando, ma cercai di calmarmi prendendo un sorso d'acqua. Einar se ne accorse e, dopo avermi sussurrato qualche parola che non capii, mi strinse a sé.
La canzone era uno strazio. Quando finì, mi dette un sollievo tremendo. Tentai di ricompormi.
Intanto, i professori espressero i loro giudizi sul cantante, tutti positivi: era ufficialmente un allievo della scuola di Amici. Appena prima di consegnargli la felpa, Maria si rivolse a me. Io, che avevo il capo nascosto tra le mani e stavo fissando la superficie liscia del mio banco, fui costretta ad alzare la testa. Non mi vergognavo a mostrare il viso dopo aver pianto: in realtà, ciò che in quel momento mi disturbava era la consapevolezza dello sguardo di Irama su di me.
"Arianna, tutto bene?"
"Si..." la mia voce era incrinata e si sentiva. Dovevo riprendere il controllo. "Tutto bene, Maria. Mi sono solo emozionata per l'ultima canzone." Conclusi con tutta la freddezza che riuscii a racimolare. Percepivo quasi sulla pelle gli occhi chiari di Irama, quelle iridi verdi che ricordavo così bene, così luminose. Avrei scommesso che non erano cambiate di una virgola, ma non mi sentivo ancora pronta per scoprirlo.
Maria gli dette la felpa nera e lo assegnò alla squadra del fuoco, la mia. Lui venne a sedersi nella mia stessa fila di banchi, ma all'estremità opposta. A dividerci c'era solo Einar, che salutò il nuovo compagno amichevolmente.
Perché era venuto là, sapendo che c'ero anch'io? Non aveva visto l'effetto che mi faceva? Irama mi annichiliva, faceva cadere tutte le mie barriere, e io non sapevo come mai accadesse, né come impedirlo. Era venuto per una scelta puramente artistica? Perché non aveva mai risposto alle mie chiamate?
Non sapevo come sarei stata meglio: se ignorando quelle risposte, oppure in quel modo, con la possibilità di averle, ma, forse, senza la forza di chiederle.
Ed ecco qua anche il quinto capitolo. Che ne pensate della storia?
Se vi va lasciate una stella e soprattutto un commento, perché ci tengo molto a sapere che ne pensate.
Più ne trovo, prima aggiorno 😉🌹
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Una storia senza una trama. [IRAMA]
FanfictionArianna è una ballerina e una ragazza distrutta. Tutto nella sua vita è filato liscio per diciannove anni, finché a sua sorella non è stata diagnosticata una patologia terminale che nel giro di sei mesi se l'è portata via. Aria si ritrova così con u...