Levi non finì di parlare che il comandante Erwin fece il suo ingresso nella stanza. Levi si alzò di scatto. Il comandante Erwin si stava dirigendo verso di me, guardandomi, e Levi si spostò per farlo passare, andando ad appoggiarsi vicino al muro della parete a braccia conserte e lo sguardo rivolto verso il basso.
<< Chise, il capitano Levi mi ha parlato del gesto che hai compiuto qualche ora fa. Spero ti abbia ringraziata per questo, siccome hai rischiato di morire per salvare la vita di un tuo superiore. >>. Si voltò verso Levi, che alzò lo sguardo verso di lui senza muovere un muscolo. << Mi ha anche raccontato dello svolgimento dell'esame al quale sei stata sottoposta, e da ciò che mi è stato riferito, è stato sorprendentemente ottimo. E per queste ragioni, noi siamo pronti ad accoglierti tra i responsabili del Corpo di Ricerca. Ora, sta a te la scelta. Quando ti sentirai pronta, recati ai miei alloggi o a quelli del capitano Levi per parlare meglio di tutti i dettagli. >>.
<< Oh, d'accordo comandante. >>.
<< Bene, ora posso andare. Levi, vieni con me, dobbiamo sbrigare alcune faccende con il Corpo di Guarnigione. >>. Levi, prima di uscire dalla stanza, mi lanciò un'ultima occhiata, e poi entrambi uscirono dalla stanza. "E' davvero successo quello che ho appena visto e ascoltato? Davvero il comandante mi ha chiesto di entrare tra i responsabili del Corpo di Ricerca? Oh no, il capitano Levi ha dimenticato il mantello qui... caspita devo riportarglielo. Non appena riuscirò a camminare andrò nei suoi alloggi a portarglielo.".
Dopo una buona settimana di medicine e riposo, finalmente riuscivo a camminare, anche se zoppicando. Il mantello di Levi era ancora lì, appoggiato sul comodino affianco al letto. Levi non si era fatto vivo per tutta la settimana, da quando Erwin mi chiese di scegliere se entrare o no tra i responsabili del Corpo di Ricerca. "Magari avrà avuto da fare... ma chi vogliamo prendere in giro.". Mi misi seduta sul letto, iniziando a fissare il mantello. Troppi ricordi. Dovevo riportarglielo. Mi alzai con un po' di fatica, presi il mantello sotto braccio e mi avviai verso gli alloggi di Levi. Arrivai davanti alla sua porta, e il cuore cominciò di nuovo ad accelerare; la mia mano esitò prima di colpire la porta. "Coraggio, Chise, devi solo restituirgli il mantello.". Chiusi gli occhi, feci un profondo respiro e colpii la porta tre volte. Nessuna risposta. "Strano, di solito il capitano è nei suoi alloggi a quest'ora."; provai a bussare ancora, e di nuovo nessuna risposta, e proprio quando mi stavo girando per andarmene, la porta si aprì, mostrando una giovane donna con un completo da notte molto corto.
<< Ciao, posso aiutarti? >>. Rimasi immobile davanti a quella ragazza. "Chi è questa ragazza? Che ci fa qui? E da quanto tempo è qui?".
<< Ehm... sono venuta a restituire il mantello al capitano Levi, lo ha dimenticato in infermeria la settimana scrosa. >>. La ragazza afferrò il mantello.
<< Grazie, cara, glielo riferirò appena ritorna. Comunque piacere di conoscerti, il mio nome è Petra! Vuoi accomodarti? Ho appena preparato il thè nero! >>.
<< No grazie, devo tornare agli allenamenti. Arrivederci. >>. Mi voltai e me ne andai. "Il thè nero... quello preferito di Levi... Io lo sapevo. Quella donna dimostra che Levi si prende la prima ragazza che gli capita a tiro. Se quella si trova lì, vuol dire che non mi ama. Il capitano non è mai stato innamorato di me. Non sono io colei che ha sciolto il cuore del capitano.". Ero saltata a conclusioni troppo affrettate, ma dopo quello che avevo visto, non ero più sicura che Levi si fosse davvero innamorato di me. Pensando a questi grandi dubbi incerti, sentivo ancora il profumo del mantello di Levi avvolgermi il braccio, e una lacrima non esitò a fare capolino dall'occhio destro. Il viso di Levi non voleva saperne di andare via dalla mia mente. Mentre ero assorta da quei pensieri, una voce in lontananza urlò il mio nome. Era Eren, che come me, stava andando alla sala comune grande per pranzare. << Ehi Chise! Che ci fai qui fuori tutta sola? >>.
<< Ciao, Eren. Ero andata a restituire il mantello al capitano. E tu invece? >>.
<< Sono andato a riprendere la giacca che ho dimenticato al campo stamattina. Andiamo a pranzare insieme? Ho una fame da lupi! >>.
<< Certo Eren, come ogni giorno, in fondo. >>.
Arrivati in sala, ci accomodammo vicino a Mikasa e Armin. Il mio sguardo cercò subito il tavolo dei superiori. Come avevo immaginato, il capitano non era presente. Ripensai alla proposta del comandante della settimana prima. "Non so se meritare di sedere a quel tavolo... non merito di stare seduta al suo fianco.". Non finii nemmeno il pranzo, che decisi di andare al campo per scaricare la tensione. Mi tolsi la giacca e andai vicino ai pali di legno per dare qualche pugno, finchè non sentii una voce femminile che rideva provenire da dietro degli alti cespugli. "Mi sembra di conoscerla questa voce...". Stavolta la voce parlò:
<< Oh capitano, lei è così attraente! >>. "Capitano? Ma che sta succedendo?". Mi avvicinai per sbirciare, cosa che avrei preferito non fare, perché ciò che vidi confermò tutti i miei dubbi.
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Le Ali della Libertà
FanfictionChise Yamada, una ragazza ventottenne, viveva insieme alla sua famiglia nel distretto di Shiganshina, una delle città al confine del grande muro denominato Wall Maria. Al di fuori di esso era proibito andarci, essendoci i giganti "divora-uomini" com...