Capitolo 3 - Che la gara abbia inizio

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"Il suo silenzio per cosa?" Chiede il signor Armand, preoccupato. Dovrei dirlo oppure no? Facciamo di no.
"Lo scoprirà a tempo debito, o magari no. Chissà" dico con un sorriso furbo sul volto. Il suo sguardo si indurisce e cerca di parlare, ma lo interrompo.
"Mi creda, non sto scherzando. Lei sa benissimo cosa ha fatto, quindi ci pensi due volte prima di mandarmi via e rifiutare l'accordo" dico rilassato.
"Come faccio a sapere che non sta mentendo?" Chiede curioso. Beh, ha ragione. Ha bisogno di una prova.
"Le dico una parola, una sola, per farle intuire quello che so, e la parola è: anello" dico osservando la sua espressione cambiare rapidamente, da curioso e alquanto dubbioso a completamente spaventato. Scacco matto. L'alfiere prende il Re.
"Accetto" dice.
"Ora fuori" continua alzando di poco la voce.
"FUORI."
Al suo gridare non riesco a far altro che ridere, basta una parola a far cedere una persona. Una sola parola.

CLARISSE'S POV.

Sono nella mia stanza, completamente immersa nei miei pensieri. Non posso credere al momento che ho appena vissuto. Ma se crede che me ne starò zitta si sbaglia. Mi alzo dal letto su cui ero distesa e comincio a fare avanti e indietro, sento mio padre gridare. Chissà di cosa staranno discutendo. Magari del mio abito da sposa, oppure staranno decidendo già il marito della figlia che ancora non ho.
Mi fermo di scatto quando sento qualcuno bussare alla mia porta. Ci penso qualche attimo, poi la apro direttamente.
Vorrei tanto dargli un pugno dritto su quel sorrisetto che ha sempre stampato sul volto, ma poi mi ricordo che prima mi ha difesa, quindi sospiro e gli sorrido.
"Posso entrare?" Chiede gentilmente. In camera mia? Ovvio che no.
"Sarebbe meglio che uscissimo, i domestici potrebbero pensare male" dico superandolo, per poi uscire dalla mia camera. Aspetto che esca e poi chiudo la camera a chiave.
"Perchè è venuto da me?" Chiedo camminando al suo fianco. Sento il suo sguardo su di me, ma provo a non farci caso. Sembra divertirsi a mettere le persone in soggezione.
"Ho convinto suo padre. Starò qui un mese, e se non la convincerò a sposarmi allora me ne andrò. Semplice" dice allargando il suo sorriso. Lo guardo confusa.
"Beh in teoria siamo già sposati grazie a mio padre, manca solo la festa" dico ripensando a ciò che ha fatto mio padre. Non capisco come abbia potuto.
"Oh già, il contratto matrimoniale attuale verrà annullato, ovviamente" continua, alzando gli occhi al cielo. Come ha fatto a convincerlo?
"Alexander, io credo che lei possa anche andare. Non ho intenzione di sposarmi" dico velocemente. Lui si ferma di colpo, e mi volto nella sua direzione. Adesso che gli prende?
"Ha detto il mio nome" dice quasi in un sussurro, sorridendo.
"E come dovrei chiamarla?" Dico confusa.
"È che non mi ha mai chiamato per nome" dice ancora sorridendo.
"Va bene, principe. Allora non la chiamerò più per nome" dico riprendendo a camminare. Lui subito si affretta a fermarmi, prendendomi per un polso.
"Assolutamente no, voglio che lei mi chiami per nome, sempre. Anzi, può anche chiamarmi Alex, e darmi del tu se vuole" dice fissando i suoi occhi nei miei. Siamo dinuovo fermi. Cosa sta cercando di fare?
"Posso anche darle del tu, ma questo non cambia ciò che ho detto prima. Per me puoi anche andare via, Alex." dico scandendo bene il suo nome. Lui mi sorride, e fa qualche passo verso di me, mentre io di rimando faccio qualche passo indietro.
"Hai paura di me?" Dice. È così strano sentirmi dare del tu da qualcuno che non sia Kyle. Neanche mio padre mi da del tu.
"Non ho paura di nulla" dico convinta. Lui si avvicina ancora di più fino a far aderire il mio corpo alla parete dietro di me. Quasi trattengo il respiro quando i nostri visi sono a pochi centrimetri di distanza.
"Non guardarmi così" dice alzando un sopracciglio.
"Così come?" Chiedo confusa. I nostri nasi si sfiorano e per un attimo chiudo gli occhi, per poi riaprirli velocemente. I suoi occhi azzurri mi stanno mettendo a disagio, e non poco.
"Come se volessi che ti saltassi addosso" dice sorridendo malizioso. Lo spingo con forza e mi allontano velocemente, andando verso le stalle, mentre sento lui ridere. Come si permette? Per chi mi ha presa? È un idiota se pensa che mi faccia abbindolare da uno come lui, soprattutto con questi modi.
"KYLE" Grido appena arrivo nella stalla. Mi guardo intorno, ma non lo vedo. Poi ecco che arriva un altro stalliere, Thomas.
"Signorina, le preparo il suo cavallo?" Chiede gentilmente. Gli sorrido. Che fine ha fatto Kyle?
"Sì, ma prima vorrei sapere dov'è Kyle" dico curiosa, con ancora un po' di rabbia a causa del principe.
"Non lo so signorina" dice nervoso. Sa qualcosa.
"Thomas se sai dov'è dimmelo, è una cosa importante" dico seria.
"Ultimo recinto a destra" dice abbassando lo sguardo.
Lo ringrazio e poi vado dritta dove mi ha detto. Ma prima di arrivarci sento già la sua voce. E quella di una ragazza.
"Non possiamo continuare così, ci scopriranno" dice la ragazza. Sembra preoccupata.
"Non posso farci nulla" dice Kyle. Di cosa stanno parlando?
"Non puoi farci nulla? Quel principe ci riconoscerà e ci farà uccidere tutti" dice la ragazza, quasi piangendo. Che c'entra il principe?
I due si bloccano. E soltanto dopo qualche secondo mi accorgo di aver pensato ad alta voce. Bene.
"Clarisse" dice Kyle. Lo ammonisco con uno sguardo, per poi guardare la ragazza. Sta piangendo.
"Signorina Clarisse" si corregge Kyle.
"Cosa sta succedendo qui?" Chiedo confusa.
"Arianne, vai" dice alla ragazza. Questa gli da ascolto e va via, senza degnarmi di uno sguardo.
"Arianne?" Dico pensierosa. Poi lo guardo negli occhi fulminandolo.
"Prima domanda: chi è?" Chiedo arrabbiata. Prima il principe, poi lui.
"Un'amica" risponde subito.
"Seconda domanda: perchè piangeva?"
Non mi risponde.
Va bene.
"Terza domanda: di cosa stavate parlando?"
Ancora nessuna risposta, mi guarda soltanto negli occhi.
"Kyle stai iniziando ad innervosirmi" dico alzando la voce.
"Non posso dirti nulla" dice semplicemente.
"Ah no? Allora lo dirai a mio padre" dico mentre gli do le spalle.
"Clarisse, ti prego" dice poggiando una mano sulla mia spalla destra.
"Voglio la verità o giuro che vado da mio padre, non mi importa cosa farà" dico con tono serio.
"Va bene" dice a bassa voce. Mi volto nella sua direzione, e lui sospira.
"Quella ragazza fa parte del gruppo dei briganti" dice guardandomi negli occhi, con voce flebile.
"E il princi- mi fermo. Adesso capisco.
"Il gruppo che ha aggredito la carrozza del principe" dico più a me stessa che a lui.
"Esatto, ha paura che la riconosca" continua nervoso.
"Fa bene ad avere paura. Fa parte dei brigati, Kyle. E poi non aveva il viso coperto?" Chiedo confusa.
"Sì ma il principe l'ha vista, gli ha strappato il velo con cui si copriva" dice alzando di poco la voce.
"E tu che c'entri?" Chiedo sempre più confusa. Lo sento sospirare.
"È una mia amica, aveva paura ed è venuta da me" dice infine.
Ho sentito fin troppo bene il suo nervosismo nel pronunciare quelle parole.
"Sicuro di volermi mentire?" Chiedo duramente. Sa perfettamente che odio le bugie.
"Clarisse-
"Non provarci. So che stai mentendo. O mi dici la verità oppure-
"Oppure nulla Clarisse. Non farai i tuoi giochetti con me. Ti conosco. Non ne saresti capace" dice avvicinandosi a me.
"Questo prova che non mi conosci affatto. Sai perchè mi chiamano Rosa Reale?" Chiedo sorridendo sfacciatamente. Non risponde, ma so che in realtà lo sa.
"

Quando avevo più o meno 12 anni avevo un'amica, Mary, era una bambina adorabile. Molto intelligente e furba, proprio come me. Ma un giorno decise di fare la furba proprio con me. Mossa sbagliata." Dico sospirando, per poi continuare.
"Ricordo perfettamente quando andai da suo padre e gli dissi che Mary aveva provato a baciarmi. Sai ora dov'è Mary?" Chiedo retoricamente. No che non lo sa, nessuno lo sa a parte la mia famiglia e la sua.
"È in un convento" dico scrollando le spalle. Lui mi guarda accigliato.
"Che ti aveva fatto?" Chiede soltanto.
"La domanda è cosa non aveva fatto. Le avevo chiesto un favore, una cosa importante, lei mi disse che l'aveva fatta, ma ovviamente non era così." Dico abbassando lo sguardo.
"Cosa le avevi chiesto?" Chiede confuso. Sta sicuramente cercando di capire quella mia reazione, ma nessuno potrà mai capire.
"Le sue stanze qui al castello erano vicino a quelle di mia madre. Le chiesi di entrare nella sua camera da letto e prendere un'asciugamani. Mio padre non mi ci faceva avvicinare, doveva farlo qualcun altro. Il giorno dopo venne da me e mi diede un' asciugamani. Lo strinsi a me, sentii un profumo dolce. Ma non era quello di mia madre. Me lo ricordavo e non era quello. La guardai negli occhi e le chiesi se era quello giusto, e lei mi rispose di sì. Aveva sbagliato due cose quel giorno: aveva cercato di ingannarmi e mi aveva mentito. Ricordo che suo padre voleva addirittura ripudiarla come figlia, ma io gli chiesi che la facesse andare in convento, e così fecero." Dico ripensando a quel giorno.
"Era solo una bambina" dice Kyle arrabbiato.
"Non mi farai sentire in colpa, Kyle. Io sono così. Ho dei principi, dei valori. E se qualcuno non li rispetta non mi faccio nessuno scrupolo a distruggerlo. Puoi dirmi che sono crudele o cattiva, ma non m'importa. Spero tu adesso prenda la decisione giusta. Vuoi continuare a mentirmi oppure no?" Chiedo nervosa.
"Ho sbagliato su di te." Dice. Il suo disprezzo mi fa male, sì, ma gli sorrido. Non bisogna mai far vedere le proprie debolezze.
"Non hai risposto alla mia domanda" dico.
"Quella bambina avrà avuto paura di fare un affronto a tuo padre, e tu ti sei comportata esattamente come lui." Dice gridando.
Uno schiaffo. Sulla guancia destra.  Respiro lentamente, cercando di calmarmi.
"Uno schiaffo non cambia nulla. È ciò che penso" continua. Un pugnale dritto al cuore, ecco come sento quelle parole.
"Lei era una bambina, ma anche io lo ero" dico dandogli le spalle.
"Mia madre se n'era andata da 3 anni. Mio padre mi aveva tolto ogni cosa che le apparteneva. Le chiedi piangendo di prendere quel maledetto asciugamani. Volevo qualcosa di suo. E lei mi ha ingannato. Non è stato crudele questo?" Chiedo con voce flebile. Sento una lacrima rigare il mio viso, ma l'asciugo velocemente.
"Quella bambina adesso sarà diventata grande. E resterà in quel convento per tutta la sua vita. Questo per colpa tua." Dice sempre con disprezzo. Non capisce. Come pensavo.
"Hai ragione. È così" dico, per poi camminare verso l'entrata, dove Thomas mi aspetta con Moose. È inutile parlare. Non mi ascolta.
Sono successe troppe cose in una sola giornata, e io mi sento crollare. Del tutto.
Ringrazio Thomas, per poi salire sul cavallo. Mi guardo intorno e noto Alexander venire verso di me. Adesso che vuole?
"Devo parlarti" dice serio.
"Sto per andare a fare un gir-
"Bene, vengo con te allora" mi interrompe.
"No, ho bisogno di tranquillità. Parleremo quando torno" dico accennando un sorriso.
"No, parleremo adesso." Dice accigliato. Che ha?
"Ragazzo preparami un cavallo" dice rivolgendosi a Thomas, che prontamente annuisce e va a prendere un cavallo.
"È successo qualcosa?" Chiede il principe, con sempre la stessa espressione accigliata.
"Oh a parte il fatto che un principe mi ha spiata mentre facevo il bagno, il fatto che mio padre ha firmato un contratto matrimoniale senza dirmelo,  il fatto che lo stesso principe di prima ha  convinto mio padre ad annullare il contratto e il comportamento da sfacciato sempre dello stesso principe?" Chiedo alzando un sopracciglio. Avrei voluto aggiungere anche il fatto che ho appena litigato con Kyle, ma non posso.
"Beh a parte questo nulla" dico mettendo su un finto sorriso.
"Hai dimenticato di dire che mi hai anche ricattato" dice lui alzando gli occhi al cielo. Già, lo avevo dimenticato.
Nel frattempo vedo Kyle tornare con un cavallo, probabilmente quello del principe. Non mi guarda neanche, dà il cavallo al principe, lo sistema e poi torna dentro.
"Perchè ti da del tu?" Chiede il principe all'improvviso. Ma di cosa sta parlando?
"Chi?" Chiedo confusa.
"Quel Kyle" dice indicando l'entrata della stalla. Adesso ricordo. Quando lo abbiamo scoperto a spiarmi io e Kyle parlavamo normalmente. Che idioti.
"È un vecchio amico, gli ho dato io il permesso" dico nervosa. Do un leggero colpo a Moose, e questo subito comincia a camminare. Il principe fa lo stesso.
"Uno stalliere amico di una principessa?" Chiede confuso.
Non gli rispondo e faccio aumentare la velocità a Moose, mentre lui mi segue. Che la gara abbia inizio.

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