La pioggia scendeva lenta sui finestrini della macchina.
Scivolava sinuosamente lungo il freddo vetro.
Alcune gocce si fermavano, sospendevano il loro viaggio, forse, per aspettare le loro compagne...poi si fondevano insieme per giungere alla fine. Un amore tra sorelle. Diventavano un'unica cosa; una sola goccia.
Intanto, il paesaggio attraverso queste lacrime di nuvola, veniva deformato.
Gli alberi già mossi dal freddo vento invernale, diventavano lunghi e stretti; o addirittura bassi e larghi.
Tentavano di alzarsi in cielo, di sollevare le proprie radici da terra e camminare via, per trovare altra postazione.
Intanto foglie sia vive, che quasi morte, venivano per sempre strappate dalla loro essenza di vita.
Sfumature che partivano dal marrone, per poi arrivare al giallo e persino al rosso, si univano insieme in un bellissimo vortice.
Roteavano ed un dipinto straordinariamente colorato, veniva a formarsi.
E ballavano...eccome se ballavano.
Si confondevano tra di loro; giocavano a rincorrersi, a prendersi, a cadere l'una sull'altra.
Volevano godere di questi ultimi istanti di vitalità; volevano vivere realmente per la prima volta in tutta la loro vita.
È strano come l'immaginazione possa giocare scherzi, belli o brutti che siano.
Le mosse fronde rischiano di tramutarsi in capelli più che spettinati durante una giornata umida.
Le grige nubi sembrano diventare messaggeri di morte e distruzione, che con tuonante tono, iniziano ciò per cui sono state create.
Una distorsione della realtà; uno sconvolgimento di essa, che non può far altro che restare così. Un altro mondo; un mondo completamente fuori dalle righe. Un mondo deformato.
Ecco ciò che si vede attraverso la trasparenza delle lacrime.