12. Sogni

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<< Bene, Chise, devo riprendere l'argomento. Hai scelto riguardo alla proposta che ti feci la settimana scorsa? Quella riguardo a te che potresti far parte dei responsabili del Corpo di Ricerca, ovviamente. >>.

<< Oh... >>. Erwin mi guardava fisso negli occhi, mentre Levi si stava gustando una tazza di thè nero con le gambe accavallate. << In realtà sono successe alcune...cose, e quindi non ho avuto la possibilità di pensarci ancora per bene... >>.

<< Vuoi sapere perché sto insistendo tanto? Un'altra ragazza, che dovresti anche conoscere essendo del tuo corso, ovvero Annie Leonhart, sta eseguendo l'esame con Levi. >>. A quelle parole, lanciai subito un'occhiata sospetta al capitano, che ricambiò il mio sguardo con una delle tue solite occhiate fulminanti. << Il posto è uno solo. Io, personalmente, mi fido più di te, Chise. Quindi dovrai darmi una risposta ora. Se accetterai, l'esame di Annie verrà sospeso, e tu diventerai una responsabile del Corpo di Ricerca. Cosa mi rispondi allora? >>.

Lanciai un'altra occhiata a Levi, che mi stava fissando anche lui in attesa di una risposta. "Fino a ieri volevo lasciarmi completamente tutto alle spalle, e ora, mi ritrovo qui a dover scegliere le mie sorti e quelle di Annie. Che cosa devo fare? Ascoltare la Chise che vuole ritornare a casa e vivere una vita normale o ascoltare la Chise che vuole vivere una vita piena di avventure al fianco dell'uomo del quale è innamorata?". Il comandante mi guardava in attesa di una risposta. Alla fine, decisi. << D'accordo, diventerò una responsabile del Corpo di Ricerca! >>. Il comandante lanciò un'occhiata a Levi, che sembrava aver capito al volo la richiesta del comandante, così si alzò e andò al piano di sopra, per poi tornare con uno scatolone che sembrava nuovo di zecca. Dentro vi era il mantello verde, con sopra il simbolo delle ali della libertà. << Questo è per te, ora che sei una delle responsabili dovrai indossarlo ogni volta che ci saranno gli allenamenti e parteciperai alle prossime spedizione. >>.

<< Comandante, riguardo agli allenamenti? E a pranzo dove dovrò sedermi? >>. Levi rispose al posto del comandante. << A pranzo ti siederai accanto a me, c'è un posto vuoto, e durante gli allenamenti supervisionerai le altre reclute. Ma in fondo, sei una responsabile, puoi fare ciò che ti pare riguardo la tua richiesta. >>. Feci un sorriso e afferrai il mantello, che misi all'istante. Il comandante si alzò dalla poltrona. << Bene, io ritorno nella sala comune. Grazie per tutto, Chise. Levi ti informerà su tutto ciò che dovrai fare come responsabile. È stato un piacere! >>.

<< Grazie a lei, comandante! >>. Erwin si chiuse la porta alle spalle, lasciando me e Levi da soli nel salotto dei suoi alloggi. << Allora, capitano, cosa mi deve spiegare al riguardo? >>.

Levi si sedette vicino a me, mi prese il viso tra le mani e mi fissò negli occhi.

<< Io non spiego un bel niente, sarà Hanje ad occuparsi di quello, io d'ora in poi ho il compito di prendermi cura di te e di proteggerti. >>. "Ha davvero detto quelle parole?". Dopo quelle parole, le nostre labbra si incrociarono, unendosi all'unisono come la prima volta, travolgendoci sul divano. Levi era disteso su di me; sfiorando la mia pelle con il suo fiato caldo, le sue labbra toccavano delicatamente il mio collo mentre la sua mano scendeva pian piano dal mio viso al fianco sotto la camicia. In quel momento, socchiusi gli occhi per godermi quell'istante da soli, fin quando non venimmo interrotti da qualcuno che stava colpendo violentemente la porta. Ci girammo di scatto verso di essa; Levi si alzò aggiustandosi la giacca per andare a vedere chi fosse stato a colpire in quel modo la porta, mentre io mi rimisi a sedere sistemandomi il mantello. Sentivo Levi che chiedeva chi fosse al di là di quella porta, e nel momento in cui girò il pomello, la porta si spalancò bruscamente, e Hanje comparve sulla soglia della porta. Appena mi vide, cominciò a correre con le scarpe piene di terra nel salotto di Levi, che iniziò a guardare per terra con uno sguardo agghiacciante. << CHISEEEE! MA ALLORA E' VERO! SEI UNA DI NOI! >>.

<< Eh? Come fai a saperlo, Hanje? >>.

<< Ma come! Il comandante Erwin ci ha fatto l'annuncio prima davanti a tutti! Oh Chise, sono così felice! Al contrario di Annie... sembrava abbastanza arrabbiata... >>. "Lo ha detto davanti a tutti... Oh no... Eren!". Appena ci pensai, scattai dal divano e corsi fuori, lasciando Levi ed Hanje lì immobili: << Scusi, capitano, ho un servizio urgente da fare! >>. Corsi così veloce che le gambe non riuscivo a sentirle più. Appena arrivai all'alloggio, venni investita da un'ondata di coriandoli, e l'unica cosa che riuscii a vedere fu la grande folla che si trovava davanti a me. 

<< CONGRATULAZIONI! >>. Non riuscii a capire cosa stesse succedendo. "Un'altra festa? Ma che... Ah giusto, ora sanno tutti la nuova notizia." C'erano tutti, ma non riuscivo a vedere Eren. Intravidi Armin parlare con Jean e Christa<< Ehi, Armin, Eren dov'è? Non riesco a vederlo... >>.

<< Beh... lo sai che ne pensa Eren al riguardo, anche se secondo me ha un po' esagerato. Comunque è nella sua stanza, credo. >>.

Salii le scale di corsa, fino alla stanza di Eren. Mi fermai di colpo davanti la porta. Bussai abbastanza delicatamente, come mio solito. << Eren... sono io... posso entrare? >>.

Nessuna risposta. Aprii la porta e vidi Eren seduto sul suo letto con lo sguardo rivolto fuori dalla finestra; entrai chiudendo la porta e mi sedetti accanto a lui. Senza voltarsi, fu lui a parlare per primo. << Ti sta bene quel mantello. >>.

<< Eren...io...non potevo rifiutare quest'occasione...sto realizzando il mio sogn...>>.

<< Il tuo sogno? E quale sarebbe il tuo sogno? Proseguire quest'avventura al fianco dei tuoi amici o accanto al capitano Levi? >>. Non avevo parole. Lo guardavo con gli occhi sgranati e la bocca spalancata. << Si, ho visto come lo guardi e come reagisci non appena si avvicina a te. >>. Solo dopo quelle parole, notai che gli occhi di Eren luccicavano per via delle lacrime, ma mi limitai ad abbassare lo sguardo. << Provi qualcosa per lui, non è così? >>. Alzai il viso per replicare, ma non ce la feci a parlare. << Eren... io... >>.

<< Chise. Lasciami solo. Per favore. >>. Dopo una breve pausa, mi alzai dal letto e mi diressi alla porta. Mi fermai proprio sull'uscio della porta di legno scuro. << Perdonami, Eren. >>. Dopo quelle parole, uscii e chiusi la porta, sentendo da dentro la stanza Eren che lanciò qualcosa frantumandola contro il muro seguito da un urlo. "Perdonami, Eren, ma le tue parole sono giuste. Provo qualcosa per il capitano, e ho intenzione di continuare al suo fianco, ma non voglio nemmeno perdere te, come non voglio perdere Mikasa, Armin, Jean, Conny...".

Finita la festa, eravamo ognuno nelle nostre stanze. Io stavo leggendo un libro, quando qualcosa catturò la mia attenzione. Qualcuno aveva lanciato una pietra vicino alla mia finestra; "I soliti scherzi delle reclute idiote che hanno voglia di rompere a quest'ora.", pensai. Un'altra pietra colpì la finestra, così mi affacciai, ma il buio non mi faceva vedere niente, finchè un'altra pietra colpì di nuovo la finestra. "Ora basta, appena scopro chi è lo concio per le feste!". Scesi di sotto senza fare rumore in camicia da notte e uscii fuori dall'alloggio. Ancora una volta, il buio non mi faceva vedere niente, finchè qualcosa di appuntito non mi toccò la schiena.

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