Rimasi senza parole. "Allora era tutto vero. Eren prova qualcosa per me...".
<< Eren... >>.
<< Tu lo ami. Non è così? >>.
Non riuscivo ad emettere suoni. Mi limitavo solo a guardare Eren negli occhi con le lacrime che uscivano di continuo, per poi distogliere lo sguardo. << Eren, qualunque cosa succeda, io non voglio perderti, hai capito? >>. Eren scoppiò definitivamente a piangere, ed io lo abbracciai più forte che potevo. << Ti va di ritornare al campo? Ci sfoghiamo un po', e poi Armin e Mikasa prima ti stavano cercando. >>. Eren annuì, asciugandosi le lacrime. << Io mi avvio al campo. Mettiti una divisa pulita e non tardare. >>. Con quelle parole lasciai la stanza, e mentre stavo per uscire, Eren mi chiamò. << Aspettami, fa nulla, vengo con questa divisa. >>. Ci avviammo insieme, camminando lentamente verso il campo. Arrivati al campo, il primo a notarci fu Levi, che aveva appena steso una recluta per terra, e alzandosi fece una smorfia. Eren andò da Mikasa e Armin, mentre io mi diressi verso Levi e Hanje. << Chise! Finalmente sei arrivata! Che fine avevi fatto eroina mia? >>.
Diedi un'occhiata a Levi, che ricambiò il mio sguardo. << Sembra che sono una droga quando mi chiami in quel modo, Hanje. Comunque, ero andata a fare una cosa ai miei alloggi. Come sta andando l'addestramento? >>.
<< Benissimo! Stanno migliorando sempre di più, così presto parteciperemo tutti alla prossima spedizione! Oooh come sono felice! Vedremo i giganti più da vicino! >>.
A fine allenamento, il comandante Erwin fece un annuncio a tutte le reclute. << Abbiamo notato che in questo anno e mezzo ci sono stati cambiamenti e miglioramenti eccezionali. Detto ciò, tutti voi parteciperete alla prossima spedizione che si terrà la settimana prossima, e mi congratulo ancora con voi per la vostra determinazione. Ci vediamo tra un'ora nella sala da pranzo. >>. Tutte le reclute esultarono facendo il saluto, per poi tornare ai propri alloggi. Io andai negli alloggi insieme a Levi per cambiargli le garze delle ferite che si era procurato quella mattina. Sanguinavano ancora, così andai di sopra a prendere delle garze e altro disinfettante; mi misi in piedi tra le sue gambe e gli cambiai le garze, mentre lui non la smetteva di guardarmi negli occhi. << C'è qualcosa che non va? >>.
<< Perché me lo chiedi? >>.
<< Beh... non la smette di guardarmi. >>.
<< E' solo che... >>. Levi si fermò di colpo, prese il mio viso tra le sue mani e, avvicinandolo al suo, iniziò a baciarmi intensamente, mentre mi sfilava la giacca e la camicetta. Eravamo stesi sul divano; lui, seduto su di me, si tolse la camicia di cotone mettendo in mostra il suo fisico scolpito, per poi riprendere a baciarmi. Mentre mi sfiorava il collo con le sue fredde labbra, gli ricordai che dovevo tornare per fare a doccia, così lui mi prese in braccio e mi portò di sopra nel bagno. Entrammo insieme nella sua grande vasca. Finito il bagno, ci vestimmo e andammo a pranzare nella sala grande. Non vedendo Eren, decisi di andare a sedermi vicino a Levi. "Chissà dove sarà Eren...". Camminando, mi fermai vicino al tavolo al quale erano seduti i miei amici e chiesi ad Armin dove fosse Eren, e solo in quel momento notai che anche Mikasa non c'era. << Chise, non lo so, se lo sapessi ora non sarei qui. >>.
<< Va bene, grazie Armin. >>. Gli diedi un colpetto sulla spalla come gesto di amicizia ed andai a sedermi accanto al capitano Levi. << Capitano, alla fine ancora mi ha detto per quale motivo quel pomeriggio era così arrabbiato. >>. Levi mi fissò con il boccone in bocca, posò le posate e avvicinò le sue labbra al mio orecchio sussurrando qualcosa. << Se proprio vuoi saperlo vieni alle 16:00 ai miei alloggi. >>. Levi tornò a mangiare mentre io ammiravo il suo profilo perfetto, e sorridendo tornai a mangiare anche io.
Subito dopo pranzo, tornai ai miei alloggi con Armin, Jean, Sasha e Conny. Arrivati, sorprendentemente trovammo Eren e Mikasa in salotto che stavano mangiando. << Ragazzi! Ma perché non eravate in sala da pranzo oggi? >>.
Mikasa ci guardò con il suo solito sguardo tranquillo. << Volevamo pranzare in santa pace senza tutto quel casino. >>. "Che Eren abbia parlato a Mikasa ciò che è successo stamattina?". Alzai le spalle e me ne salii in camera mia a leggere. "Questo libro è davvero fantastico, ma ho la sensazione che mi stia dimenticando di qualcosa...". Guardai l'orologio. 15:50. "Uhm...OH, ORA RICORDO!". Balzai giù dal letto, mi sfilai la camicia e misi una semplice maglietta. Poi corsi fuori evitando le solite domande del tipo "Ma dove vai?". Alle 15:57 ero davanti alla porta degli alloggi di Levi; "Sono in tempo.". Nonostante ultimamente stessi passando molto tempo con Levi, la sua presenza e soprattutto stare davanti quella porta mi faceva accelerare il battito cardiaco ogni volta. Bussai delicatamente alla porta, e dopo qualche secondo la porta si aprì mostrando Levi con indosso una bandana e un grembiule da sopra ad una camicia sbottonata, mostrando gli addominali che sembravano scolpiti dagli dei. Rimasi a bocca aperta mentre gli zigomi mi andavano a fuoco. << Oh... Ehm... I-Io...>>.
<< Entra, ho appena fatto il thè. >>. Mi accomodai sul divano; Levi mi diede la tazza di thè e si sedette vicino a me. << Allora, capitano, ora può rispondere alla mia domanda? >>. Levi posò la tazza sul tavolo, mi prese le mani e mi iniziò a fissare dritto negli occhi. Stavo arrossendo talmente tanto che temevo di scoppiare da un momento all'altro, mentre le mie gambe cominciarono a tremare freneticamente.
<< Se ricordo bene, era il pomeriggio dopo la sera in cui facesti la prima parte dell'esame; ero arrabbiato perché stavi iniziando a piacermi. Se dovessi fare lo stesso errore di sette anni fa non me lo perdonerei mai, anche se era diverso perché allora non ero ancora nel Corpo di Ricerca ufficialmente, ma ora che lo sono, e ne sono anche capitano, se non sono in grado di difendere le persone che amo dovrei solo uccidermi, ecco perché ero incazzato. Chise, ti prometto che ti proteggerò a costo della mia vita, e se tu proverai di nuovo a fare la parte dell'eroe ti ucciderò io. Ci siamo intesi? >>. Rimasi senza parole. Ciò che riuscii a fare fu di prendergli il viso tra le mani e di baciarlo. "Aspetta, ho davvero fatto io il primo passo questa volta? E l'ansia dov'è finita?". Continuando a baciarmi, Levi mi prese in braccio portandomi al piano di sopra; mi poggiò quasi di violenza sul letto, per poi mettersi su di me, togliersi il grembiule e la camicia e riprendere a baciarmi, mentre mi sfilava la maglia. Poi cominciò a baciarmi sul collo, scendendo sempre più giù, dal petto al ventre, mentre io gli sbottonavo i pantaloni.
Rimanemmo abbracciati nel letto a lungo; io ero appoggiata al suo petto, mentre lui mi avvolgeva con il suo braccio accarezzandomi la testa delicatamente. In quella posizione riuscivo a sentire il battito del suo cuore, che mi fece rilassare a tal punto da farmi addormentare.
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Le Ali della Libertà
FanfictionChise Yamada, una ragazza ventottenne, viveva insieme alla sua famiglia nel distretto di Shiganshina, una delle città al confine del grande muro denominato Wall Maria. Al di fuori di esso era proibito andarci, essendoci i giganti "divora-uomini" com...