FEARCITY

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La sveglia suona.
Passi al piano di sopra.
La porta della cucina si apre al piano di sotto.
6 mattine su 7 iniziano in questo modo.
Mi metto a sedere sul letto e guardo fuori dalla finestra.
Il tempo è grigio, e le nuvole sono gonfie di pioggia.
Scendo dal letto, arraffo la mia divisa scolastica e inizio a scendere le scale.
Un altro lunedì.
Un altro, terribile,grigio, lunedì.
Scendendo dalle scale mi fermo e mi guardo allo specchio.
Ogni centimetro di me sembra gridare imperfezione, a partire dal laccio rosso che tengo stretto al collo.
Faccio scorrere lo sguardo fino al ritratto alla mia destra.
I miei nonni.
L'unica cosa mi accomuna a loro, oltre al sangue, sono gli occhi verdi.
Loro sono i salvatori della città, coloro che si sono sacrificati per il bene della società, e io dovrei essere come loro, o perlomeno, questo è quello che la gente si aspetta da me.

-È inutile,-
Riconosco la voce alle mie spalle.
-Fissandoli non diventerai come loro, le persone come te non combiano.
È la mia sorellastra, Sasha, 13 anni di pura perfidia intrappolati in corpo perfetto.
Concentro tutta la mia rabbia negli occhi e le lancio un occhiata micidiale, ma lei mi ignora e continua.
-Non sei neanche capace di stare alle regole più semplici-
nel dirlo guarda il mio braccio marchiato da dieci x.
Nella mia città funziona in questo modo, se qualcuno disobbedisce alle regole viene marchiato a fuoco.
E non intendo in senso figurato, ma letterale.
Se un individuo superiore agli 8 anni non obbedisce alle numerose regole di questa maledetta città, viene portato in una stanza nel Municipio, e poi marchiato con un ferro che finisce con una x.
Conosco molto bene questa procedura, e francamente non è poi così dolorosa come  potrebbe sembrare.
Il vero dolore non sta nella pelle  bruciata, ma nell'umiliazione.
I marchi rimangano visibili per tutta la vita.
Le motivazioni dei marchi vengono spiegate in una lavagnetta nera che viene poi appesa all'esterno della propria casa, on modo che tutti quanti possano vedere che persona "spregevole" sei.
Nella mia lavagna ormai non c'è quasi più spazio

Primo marchio, 10 anni, risata rumorosa in piazza pubblica.
Secondo marchio, 10 anni, atteggiamento sfacciato e  scherzoso durante l'orario scolastico
Terzo marchio, 11 anni, murales sulla facciata principale dell'istituto
Quarto marchio, 12 anni, risata rumorosa in ambiente pubblico con gli individui Elias Newman e Petunia Flends
Quinto marchio, 12 anni, scritta inadeguata con gli individui Elias Newman e Petunia Flends.
Sesto marchio, 13 anni, l'individuo viene ritrovato nella zona proibita "The walk of fame" con l'individuo Petunia Flends
Settimo marchio, 15 anni, eccesso di velocità con gli individui Elias Newman, Petunia Flends e Trina Lawrence
Ottavo marchio, 16 anni, murales sulla facciata del Municipio
Nono marchio, 16 anni, festa illegale nell'ex fortino di guerra con gli individui Elias Newman, Petunia Flends e Tina Lawrence
Decimo marchio, 16 anni, individuo ritrovato in atteggiamento amoroso con l'individuo Elias Newman

-Direi,- continua Sasha, -che l'ultimo è il più imbarazzante-

Decimo marchio, 16 anni, individuo ritrovato in atteggiamento amoroso con l'individuo Elias Newman.

Distolgo lo sguardo e mi accarezzo il braccio.

-Mi disgusti-
Non so come sarebbe andata a finire la situazione se mia madre non fosse intervenuta.
Mia madre, essendo la figlia dei salvatori della città, è una dei componenti del governo, non è una carica che le piace, ma cerca comunque di svolgerla al meglio, e avere una figlia come me le crea sempre molti problemi.
-Sasha sei ancora in pigiama, farai meglio a prepararti in fretta-
La mia simpatica sorellina perde tutto la sua cattiveria, annuisce e se ne va.
La guardo scendere le scale e poi mi giro verso mia madre per cercare di ringraziarla, ma non mi lascia il tempo.
-E tu farai meglio a toglierti quel nastro rosso dal collo prima che tuo padre lo veda.
Rispondo a getto.
-Lui non è mio padre.-
Mi lancia un occhiata severa.
-È giù in cucina che legge il giornale, è stato ritrovato un altro murales ieri notte e sospetta già di te, quindi ti consiglio di abbassare la cresta-
-Questa volta non centriamo niente, ormai è una moda che tutti i ragazzi e le ragazze della mia età seguono-
-Poca importa, vai in cucina, ora.-
Bella chicchierata

Prima di entrare in cucina nascondo il nastro rosso sotto il colletto della divisa scolastica.
-È inamissibile- sta dicendo il mio patrigno.
-Cosa pensano questi giovani? Eh? di poter imbrattare la città come preferiscono?-
Rido alla parola "mia".
Ma, sfortunatamente, la lieve e inudibile risata che avevo pensato di far uscire dalla mia bocca risulta più rumorosa del dovuto, e mio padre mi sente.
Corre verso di me e mi sbatte al muro.
-Ti avviso che se c'entri in questa storia, ti faccio marchiare tutto il corpo-
Mi tira uno schiaffo e poi continua a sbraitare.
-Non capisco perché non possiamo scacciarla di casa, Marie, ormai ha 16 anni, è grande abbastanza da vivere da sola. L'unica cosa che sa fare è imbrattare muri con quei suoi compari, infangando il buon nome della famiglia.
-Ne abbiamo già parlato- risponde mia madre con tono calmo.
-La terrò finché non avrà raggiunto la maggiore età, questo è quello che avrebbero voluto i miei genitori e mio marito-
Roteo gli occhi e esco di casa sbattendo la porta.
Poco più avanti Elias mi sta aspettando.
È un ragazzo perfetto.
Alto, forte, capelli ricci scompigliati e due profondi occhi viola che lo rendono unico.
Sfoggia un sorriso smagliante e mi porge un sacchetto.
-Cos'è?- chiedo sorridente.
-Beh, ho immaginato che se tuo padre avesse letto il giornale, avrebbe visto la notizia del murales, avrebbe iniziato ad urlare e tu saresti scappata di casa senza colazione, così ho pensato di portarti qualcosa da mangiare-
Rido leggermente.
Dall'ultima volta che ci hanno marchiati fra di noi c'è un leggero imbarazzo, e completiamo il resto del tragitto in silenzio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 17, 2018 ⏰

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