Una nuova casa

15 6 2
                                    

Siamo finalmente arrivati davanti alla nostra nuova casa. È un condominio avente circa tredici piani multicolore.
Ellie mi guarda con il sorriso agli occhi e mi sprona ad entrare. Scodinzolai nel vedere la mia padrona finalmente così felice e ci avviammo verso quella che potremmo finalmente chiamare "casa".
Nell'atrio c'erano delle lampade attaccate sulle pareti, che proseguivano per tutte le rampe di scale. La mia padrona le fissava incantate e girava gli occhi da tutte le parti.

«Stile medioevo, già lo adoro.»

Salimmo dieci rampe di scale ed io non ero ancora stanco, a differenza della mia padrona che ansimava e proseguiva a fatica tenendo salda la mano al corrimano.

«Tutto fantastico, peccato che non ci...sia un...ascensore...oddio sto morendo...»

Si asciugava l'acqua dalla fronte e, dopo aver fatto una pausa di due minuti (con tanto di bottiglietta d'acqua), abbiamo ricominciato a salire fino ad arrivare all'ultimo piano.

«Ohh, meno male...credevo che avrei impiegato cento anni ad arrivare in cima alle scale, vero Jack?»

Scodinzolai felice quando mi accarezzò la testa, scompigliandomi i peli, che prontamente risistemai scuotendomi come quando sono bagnato. L'ultima volta che mi ero bagnato era quando Ellie, con il tubo dell'acqua, mi faceva i bagni d'estate ed io impazzivo per quel gioco: mi dimenavo, saltellavo, correvo come un pazzo, divertendomi insieme a Ellie.

«No...no, fermo Jack, buono...non ti avvicinar-»

E cacciò un urletto quando mi scossi, con tutto il pelo bagnato davanti a lei e la bagnai tutta. Prima mi guardò con rimprovero, ma quando feci gli occhioni dolci e abbassai le orecchie, accucciandomi, il suo sguardo si addolcì e roteò gli occhi, per poi guardarmi sorridendo.

«Che devo fare con te, eh? Ma adesso vedrai la mia vera potenza, birichino mio!»

E si lanciò su di me, col tubo, inzuppandosi tutta e i capelli dorati erano ricoperti di fango insieme al viso e ai vestiti. Ridevamo e scherzavamo, giocando a ruzzolarci per terra. Avevo sentito che alcuni padroni non toccassero nemmeno un cane che avevo un po' di fango sui peli e non riuscivo mai a capire il perché; cioè, come fai a non resistere ad un cane che si è ricoperto di fango per giocare con te? Il cervello degli umani è qualcosa di molto complesso, che non riuscirò mai ad identificare.
Comunque continuammo a giocare finché il sole non tramontò, ritornando dentro casa inzuppati e pieni di fango, facendo prendere un colpo a cuore o come si dice un "infarto" alla mamma di Ellie.

Siamo davanti al portone e prima di aprirlo, mi guardò con risolutezza e abbassò la maniglia.
Entrammo dentro e ci trovammo in un corridoio lungo circa 10 passi da uomo e l'appartamento era con le pareti colorate di un azzurro chiaro, mentre sul pavimento era steso un grande tappeto rosso a forma di romboide, con ricami geometrici in oro.
Alla fine del tappeto, di fronte a noi c'era un grande specchio con degli scaffali pieni di libri ai lati. Pensai a quanto fosse bello annusare la carta di quelle pagine e di come fosse buono mordicchiarle. Mentre escogitavo un piano per afferrare un libro dalla copertina rigida di un verde smeraldo, sentimmo dei rumori provenire dall'unica stanza con la maniglia rotonda: si sentiva l'acqua che scorreva e qualcuno che canticchiava. La voce apparteneva ad una ragazza e sentii nell'aria un buon odore di sapone alla ciliegia, mischiato al sapone per i peli degli umani che odorava di rosa.
Ellie si batté la fronte con la mano, spalancando gli occhi.

«Oh cielo! Mi ero dimenticata che dovevo condividere l'appartamento con una coinquilina...adesso lo sai Jack, dovremmo vivere con un'altra persona. La signora che mi ha ceduto quest'alloggio, aveva detto che l'avrei condivisa con una ragazza circa della mia età...»

La guardai stranito e cominciai ad abbaiare alla porta con la maniglia rotonda, sentendo che al mio abbaiare qualche oggetto di plastica era caduto e una voce che aveva cacciato un urletto.
La mia padrona mi zittì, facendomi un "shhhh" prolungato e mettendo la sua mano calda sul mio muso.
Provai a leccare la mano della ragazza che stava al mio fianco, ma il mio esperimento fu interrotto dall'acqua che non scorreva più e dei passi che si stavano avvicinando lentamente verso la porta di fronte a noi.
Sentii la serratura che si sbloccava e vidi una ragazza poco più alta della mia padrona, corvina e con degli occhi marroni che ci stavano fissando preoccupati. Ellie la guardava senza dire una parola, aspettando di alleviare quel momento imbarazzante (perché la ragazza che ci stava squadrando era coperta solo da un asciugamano rosa).
Cominciai a stancarmi e mi sdraiai sbadigliando in malo modo, senza ritegno.
Dopotutto ero soltanto un cane.
Ad un certo punto, sentii la mia padrona farfugliare qualcosa.

«Ecco...salve, sarò da ora in poi la tua coinquilina, spero che andremo d'accordo e scusami per l'inconveniente. Vai pure a prepararti con calma, adesso io e Jack andiamo a sistemare le nostre valigie. A dopo.»

La corvina che sembrava risvegliarsi dal suo stato di trance, si riscosse e approvò. Salutandoci, ritornò a sistemarsi nel suo bagno, ancora un po' frastornata.
Ellie tirò un sospiro di sollievo e mi già per poi alzare le spalle e farmi l'occhiolino.
Poi ci dirigemmo verso una porta con una scritta in stampatello.

ELLIE HOMPERY

Varcata la soglia che ci divideva dalla nostra nuova camera, entrammo in una stanza con le carte da parati di un verde scuro, un pavimento in parquet (come tutta la casa d'altronde) e un grande letto matrimoniale ricoperto di cuscini dall'apparenza morbidi e soffici e da una pesante coperta a quadrettoni rosa e viola. Sul soffitto era attaccato un candelabro a otto bracci e la finestra era situata a nord, dove in quel momento si vedeva il meraviglioso spettacolo del tramonto.
Appoggiate le valigie, la mia padrona di inginocchiò davanti a me e mi abbracciò, sospirando lentamente.

«Eccoci, amico mio. Siamo a casa.»

Poi si rialzò e andò ad aprire la finestra, inspirando leggermente l'aria fresca che le inondava il viso.
Anch'io mi misi accanto a lei e mi sedetti, guardando dolcemente i capelli biondi che svolazzavano lievemente al soffio del vento d'autunno.

NEXT TO YOU FOREVER Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora