Capitolo 39

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"Io mi chiedo come ti salta in testa? Hai praticamente insultato ogni lato della vita di uno degli uomini più potenti del mondo! Mi spieghi che ti frulla nel cervello?"
"Molecole?" Dico dubbiosa, lui mi guarda e noi scoppia a ridere.
"Mi chiedo se piuttosto che fare la psicologa tu abbia bisogno di uno psicologo" io sbuffo e mi butto sul vecchio divano con la coperta avvolta a fagotto. Lui mi scatta una foto con la mi macchinetta
"Io spero vivamente che nesssuno scorra quelle foto mi cogliete sempre nei momenti meno opportuni" poco dopo ci mettiamo a vedere un film con pop corn e cioccolata fumante.
"Trascorrerai capodanno da sola" mi guarda triste
"No mi faranno compagnia le persone in aereo con me"
"Che tristezza. Resta qui ti presento i miei amici"
"Non posso anche perché è l'ultima volta che ci vediamo il due di mattina presto parto per Los Angeles" mi guarda storto.
"E che vai a fare?"
"Vado a vivere. Voglio per una volta mettere me stessa in primo piano per una settimana starò a Los Angeles a godermi i negozi, in altra settimana a Las Vegas a godermi le discoteche, è un altra settimana andrò a Miami a godermi le spiagge. Sola con me stessa, perché ne ho bisogno. In questo 5 mesi sono successe troppe cose ed io mi sono rammollita, è il momento di rimettersi in piedi. Ciò non significa che non mi mancherete semplicemente una volta un amico mi disse che per stare in pace con gli altri bisogna stare in pace con se stessi. E per favore non dire a nessuno dove sono, risponderò solo a te e Dennis come amici, quindi saprò chi è il colpevole" gli punto il dito contro, lui mi guarda terrorizzato e poi ride.
"Forse te lo dobbiamo" dice distratto
"Cosa?" Si volta a guardarmi
"Ti dobbiamo lasciare libera, se ho capito una cosa di te è che sei come una farfalla, se ti si mette in gabbia rischi di non volare più. E a ti ti hanno messo in gabbia i sentimenti. E non te lo dobbiamo solo noi ma anche la vita"
"La vita non mi deve niente"
"La vita ti deve tutto, perché credo che tu sia stata l'unica sua degna avversaria, e stai anche per vincere. E poi devi imparare ciò che alle persone viene normale fin da bambini, amore se stessi, amare la vita ed amare gli altri. È giusto che tu ti riprenda la tua infanzia quindi parti e divertiti" mi fa l'occhiolino.
"Vieni qui" allarga le braccia per stringermi, io mi lascio cullare dal profumo familiare del mio migliore amico.
"Andiamo oggi ti preparo una cena per bene, assaggerai le mie abilità culinarie"
"Mi avvelenerai?" Chiedo mentre si allontana
"Non prometto niente" dice di tutta risposta. Mentre mangiamo Gli racconto dei miei programmi, e di ciò che ho fatto in questi giorni.
"Credo che non conoscerò mai un uomo con più palle di te" afferma sincero Io alzo le spalle indifferente.
"Se Dylan sapesse che sei in giro tutta sola, o se anche Aron lo sospettasse io ti chiamo e tu torni immediatamente! Hai capito? Non voglio averti sulla coscienza, se non torni ti vengo a prendere io e ti faccio tornare a calci in culo" io rido e faccio la mia promessa. Adoro questo ragazzo davvero, nessuno riesce a tirarmi su il morale come fa lui.
"Darò io una lezione a quei due coglioni" alzo gli occhi al cielo.
"Dormi con me?" Io annuisco. Mi infilo una maglietta blu con lo stemma di super man sua che mi arriva a metà coscia.
"Me la regali?" Chiedo facendo gli occhioni
"Se ci tieni" ridacchia. Io salto sul letto.
"Ho conosciuti Sasha"
"Dalla foto sembra una bellissima ragazza" Io sfatano gli occhi
"Bellissima? Sasha è perfetta, non ha un difetto che sia uno" Ethan alza un sopracciglio
"Vuoi sapere perché tu sei più bella?"
"Io non sono più bella"
"Tu sei vera! Riesci a rendere i tuoi difetti bellissimi, mentre lei non potrà mai sembrare reale. Fidati vinci te a mani basse" mi sdraio accanto a lui.
"Un giorno arriverà qualcuno che ti convincerà di quanto vali" mi abbraccia da dietro e mi addormento con l'eco delle sue parole.
"Papà guarda cosa ho imparato" corro verso mio padre entusiasta di essere riuscita a suonare una parte di Beethoven. Lui con la puzza che ha sempre mi guarda male.
"Vattene via. Non sarai mai abbastanza per gli altri"  Mi scansa di lato
"Ma papà tu avevi detto che per te ero perfetta" rompe la birra sul tavolo e si volta verso di me
"Piccola bambina insolente" mi afferra un braccio strattonandomi per poi tirarmi uno schiaffo.
"Ho conosciuto una sola persona perfetta in questo mondo, e adesso è sparita, era tua madre" mi tira un pugno tanto forte che svengo a terra.
Mi sveglio di soprassalto, questo giorno, io non mi ricordavo le sue parole, non avevo mai rivissuto questo giorno. Mi madre sparita? Ma era dietro di lui! E poi era tutto eccetto che perfetta, litigavano sempre! Sono immersa nel sudore Ethan mi sta guardando sbalordito.
"Mia madre" bisbiglio, davanti a me rivedo mio padre sussurrarmi
"Hai i suoi occhi" poi mi concentro sulla realtà, gli occhi di chi? Mia madre li ha marroni. Di nuovo vedo me da piccola corre incontro a mio padre tronato dal lavoro, lui mi fa volare ed io rido
"Il tuo sorriso è uguale a quello della mia regina" dice malinconico. Mi concentro a dove sono ora, afferrandomi la testa fra le mani
"Basta" dico.
"Basta non lo voglio più vedere" Ethan mi fa bere dell'acqua. Ma non riesco a rimanere concentrata la mia mente torna sempre al passato, a farsi che io non ho mai tenuto in considerazione, o che ho facilmente dimenticato.
"Chiama Alex" riesco a bisbigliare. Sono sicura che lui sa come aiutarmi. Immagine sfocate della realtà si alternano a ricordi dimenticati del passato. Poco dopo mi passa il telefono e si allontana di corsa.
"Ehi Lizzy ascolta me adesso. So cosa ti sta accadendo. Devi concentrarti su di me. La tua mente sta mettendo insieme dei ricordi per farti ritornare in mente qualcosa che hai dimenticato. Cosa vedi?"
"Mio padre, lui dice che assomiglio a lei, che ho gli occhi di mia madre, ma lei libha marroni, dice che ho il sorriso della sua regina. Ma non sta parlando della donna che mi ha cresciuta"
"Ascolta è possibile che tua madre non sia tua madre? Hai foto di te da piccola in braccio a tua madre, tipo il giorno del parto? La fanno tutte le famiglie"
"No"
"Bene adesso devi rilassarti e prendere le pasticche che ti ho dato, e poi i sonniferi e dormi ok?"
"Ok"
"Respira è tutto apposto. Buona notte" attacca. Ethan mi da le pasticche ed i sonniferi e mi cambia anche la maglietta ma io sono semi incosciente. Poco dopo riesco a riaddormentarmi senza sogni. E quando mi sveglio sono le 3 del pomeriggio. Vado ancora mezza addormentata in salone dove in quel momento entra Ethan con due pizze in mano.
"Buongiorno dormigliona. Muoviti a vestirti per il viaggio hai bisogno di vestiti nuovi e noi sfruttiamo i saldi. Consideralo il mio regalo di Natale"
"Prima mangio la pizza e poi a fare shopping"

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