~ Epilogo ~

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Dall'ultimo abbraccio dei suoi zii, dall'ultimo sorriso di Hyolim e Yerin e dall'ultima volta che vide i volti dei BTS passarono sei mesi.
I giorni che si alternavano non furono facili per Seul che, in una clinica privata, stava realmente cercando di aiutare sé stessa, di prendere la sua vita e renderla il sogno che desiderava per poi affidarla alle cure dei suoi nuovi genitori adottivi.
Il percorso fu intenso e delle volte la sua mente continuava ad avere dei blackout ma la vera Seul era risorta dalle ceneri delle sue altre due personalità e non aveva più intenzione di lasciarle il posto da protagonista.
L'uso dei giusti farmici e la giusta terapia giovarono alla ragazza restituendole un'immagine di sé che la lasciava sorridente e allegra.
Il giorno in cui si sentì pronta a camminare di nuovo da sola per il mondo si ritrovò suo zio, fuori dalla propria macchina appoggiato allo sportello che guardava pensieroso il cielo.
Seul si gustò quell'immagine, se la stampò nella testa e si ripromise di disegnarla ed incorniciarla.
Avrebbe incorniciato l'agitazione di un padre che rivede la figlia, tornata da un lungo viaggio, rincontrandola forse cambiata o forse scoprendo ciò che si nascondeva in lei.
L'uomo le si avvicinò sorridente <Seul...> la ragazza gli fece un timido sorriso che lo zio interpretò come il permesso di stringerla a sé e di accarezzarle i lunghi capelli cercando di nascondere gli occhi lucidi <Mi sei mancata molto, piccola artista> la nipote gli si aggrappò addosso e nascondendo il viso nel suo petto rispose <Mi siete mancati anche voi> salirono in macchina e aprendo il finestrino ci immerse la mano fuori beandosi dell'aria che le colpiva la mano e la rendeva fresca, viva.

Guardare il mondo con i suoi occhi era qualcosa di totalmente nuovo, ogni sensazione la lasciava senza parole e le faceva venir voglia di sperimentare di più; si sentiva drogata di felicità.
Ripensare a quanto avesse desiderato essere nessuno quel giorno la fece ridere, adesso pretendeva essere qualcuno e, soprattutto, esigeva che chiunque sapesse chi lei fosse.
Entrando di nuovo in quella che rappresentava a tutti gli effetti la sua nuova casa, qualcosa di diverso l'aspettò.
Anche se appena accennata, la pancia di sua zia era lievemente gonfiata <Zia...> la donna non ascoltò le sue parole e l'abbracciò dandole un delicato bacio sulla fronte <Cerca di essere buona con il tuo fratellino> <È un maschio?> Sungdeuk si accostò alla moglie cingendole la vita <Ancora non lo sappiamo ma di qualunque sesso sia noi ci auguriamo che possa completare la nostra famiglia> Seul prese come una benedizione l'arrivo del nascituro e si mostrò più che felice di aiutare con la divisione della sua vecchia camera <Sicura tesoro che non ti sentirai troppo stretta qua con lui?> stava dipingendo la parete in cui ci sarebbe stata la culla <Dovete essere voi a fidarvi di lasciare un bambino con una come me...> gli occhi scivolarono sulla cicatrice sul braccio che, alla fine, il coltello aveva lasciato come a ricordarle che ciò che era stata, la storia che aveva vissuto non l'avrebbero mai lasciata; le sue personalità erano ancora in lei, qualche volta le poteva sentire sgusciare sotto la pelle, accarezzando la sua mente, tentandola con la sensazione di abbandono che certe volte le mancava <Sciocchezze! Non c'è motivo per non lasciare il bambino con te> la zia chiuse subito la questione con quell'ultima frase riempiendo inconsapevolmente la brocca d'amore che un tempo era stata asciutta ed arida <Grazie...> sussurrò ai due coniugi e continuò ad impegnarsi per restituire almeno in parte i sentimenti di gratitudine che nascevano ogni giorno in lei guardandoli.

Ci volle almeno un mese per risistemare la sua vita a Gangnam.
Decise di iscriversi ad un'accademia d'arte dove fece la conoscenza di moltissime persone riuscendo ad integrarsi in un gruppo di coetanei formati da coreani e da stranieri; ognuno aveva la sua unica identità e anche lei ne possedeva una e non faceva mancare mai l'occasione di sfoggiarla con fierezza.
Anche se la sua vita era circondata da nuove persone non si dimenticò di chi l'aveva vista crollare e, con coraggio, accompagnata nel suo lungo e tormentato percorso; vedere Hyolim e Yerin le fece subito venir da piangere.
Si incontrarono in un grande parco, le due ragazze erano sedute sopra una coperta sottile e stavano ridendo e scherzando tra loro ma i loro occhi la stavano cercando e quando la trovarono si alzarono correndole incontro.
La abbracciarono e la facero sedere vicino a loro <Seul, sei veramente bellissima> la ragazza arrossì <I tuoi capelli sono più...biondi?> <Mi preferivi blu?> le tre amiche risero e non persero tempo ad aggiornarsi sulle ultime vicende e sullo stato di salute di Seul <Lo sai che ci sono ancora persone che hanno messo la loro vita in pausa per te?!> Seul si accigliò un po' a sentire la sottile accusa di Yerin <Che vuoi dire?> le altre due si scambiarono uno sguardo <Diglielo Hyol> l'altra, prima titubante, trasse un respiro profondo <Tra me ed Hansol è nato qualcosa ma...lui non deciderà niente se prima non parlerà con te> Seul aveva fatto di tutto per non pensare ai tre ragazzi che aveva coinvolto nella sua vita sentimentale complicata ma, si rese conto, che era giunto il momento di sistemare anche quell'ultima questione e di regalare il lieto fine a sé stessa e a chi le stava vicino <Sei...arrabbiata?> come sei mesi fa, fu Seul questa volta a raccogliere le mani di Hyolim fra le sue <Parlerò con Hansol e lo lascerò libero di decidere da chi far correre il suo cuore> e quello fu il motivo per cui si ritrovò in una caffetteria della città a sorseggiare il suo caffè ghiacciato in compagnia di quel ragazzo.

Shadow's Girl ~Park Jimin~ [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora