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Carlo adorava andare da McDonald's. Anche se per molti era cibo spazzatura, a lui piaceva più di ogni altra cosa. Brian ogni tanto l'aveva accompagnato, ma non era mai stato un gran divoratore di quella roba, e Carlo lo sapeva. Tuttavia quel giorno Carlo rimase a bocca aperta nel vedere quanto e cosa aveva consumato Brian.

- Cazzo, Brian, tesoro – disse, mantenendo il bicchierone di coca-cola in mano a mezz'aria.

- Cosa? – domandò Brian dopo aver addentato un cheeseburger doppio, dimezzandolo.

- Cioè... Ma quanta ne stai mangiando di questa roba? Vuoi morire di diabete prima dei trent'anni, forse? –

Brian non rispose, continuando a mangiare il panino. Contemporaneamente si ficcò in bocca dei nuggets.

- Sono affamato, va bene? – rispose con la bocca piena. – Non riesco a mangiare davanti a Riccardo, e poi comunque lui non c'è quasi mai. –

- Capisco – si limitò a dire Carlo. Evidentemente anche lui aveva capito che non doveva infierire troppo sul suo caro amico di sempre, che comunque non aveva ancora finito di parlare.

- Faccio la spesa e mi insulta perché compro cose che a lui non vanno bene, ma attento, perché è lui che mi dice di comprarle...! Non faccio la spesa e s'incazza perché non la faccio. E poi... poi mi canzona perché sono sempre in casa perché non ho un lavoro. – sbatté il panino appena scartato sul vassoio, con tanta veemenza che addirittura Carlo, impassibile di fronte a tante cose, fece un salto, spaventato.

- Le cose stanno andando male, Carlo. Tutte. Sto perdendo la testa. – piagnucolò, quasi mettendosi a piangere.

- Lo vedo. Non è da tutti mangiare cinque doppi cheeseburger bacon e riuscire ancora a respirare. –

- Riccardo è totalmente cambiato. E che possa morire qui se capisco cosa cazzo gli ho fatto. Pensavo che vivere insieme avrebbe aiutato un po' a stabilizzare le nostre posizioni, e invece... -

- ...e invece l'unica posizione è quella che tiene lui, ed è dietro di te. Ho indovinato? –

Brian alzò gli occhi, poi li riabbassò, pieni di vergogna.

- Che cosa ti ha fatto? –

- L'altra notte... mi ha quasi violentato. Anzi, togliamo pure il "quasi". –

A quella rivelazione, Carlo si ammutolì. Il giovane amico argentino dalla lingua tagliente come un rasoio, per la prima volta taceva di fronte a una rivelazione. Non che fosse la prima volta che sentiva da qualcuno che era stato violentato, ma in quei casi lui aveva liquidato tutto con un "per forza, se te ne vai in giro con gli shorts in dark-room, non meravigliarti se ti infilano il cicciolo su per il tubo, bellezza." Adesso invece si trattava di Brian, il suo migliore amico, il ragazzo più dolce in questo mondo. Serrò i denti, per la prima volta non sapendo bene cosa rispondere. Al suo posto, parlò Brian.

- Forse sono stato uno sciocco a non dare ascolto a Giuliana. –

- Chi? – domandò Carlo, alzando la voce di tre ottave come una ragazzina perplessa.

- Una praticante avvocatessa. Giuliana Todisco... o forse era Tedesco... o Tedeschi, non ricordo bene. –

- E chi sarebbe questa? –

- E' una che un giorno mi ha seguito, e mi ha detto di stare in guardia da Riccardo. Anzi, meglio: mi aveva proprio detto di lasciarlo perdere, perché era una persona pericolosa. –

- E tu che le hai risposto? –

- Ah... le ho risposto che per me poteva andarsene al diavolo. Secondo te ho fatto male a non ascoltarla? –

Carlo alzò le spalle – Non lo so. Tu pensi di aver fatto bene o male? –

- Male. Malissimo. –

- Ti capisco, comunque. Nemmeno io sono abituato a dare retta ai consigli degli sconosciuti. Pensa che l'altro giorno, un tizio mi ha consigliato di cambiare colore alla mia Fiat Cinquecento. Gli ho risposto che la sua opinione mi serviva quanto un metro da falegname a un medico per il suo lavoro, e che poteva ficcarseli entrambi nel didietro, opinione e metro da falegname, voglio dire. –

- Già – rispose Brian, accasciando la testa sulle braccia – Anch'io ho fatto così, e guarda come sono ridotto adesso. –

- C'è qualcosa che posso fare per te? –

- Se potessi scoprire cosa fa quando è assente tutto quel tempo in casa, forse potrei avere un motivo in più per lasciarlo... Tu che ne dici? –

- Ma lasciarlo su due piedi, invece? –

Brian guardò Carlo. La verità era che si sentiva ancora troppo combattuto, troppo in dubbio. Anzi, in quel preciso momento avrebbe voluto cancellare quell'intera conversazione con il suo amico. Riccardo gli avrebbe detto che non era innamorato di lui abbastanza, lo sapeva. Lo sapeva come il suo nome. La verità era che una fiammella di amore ancora rimaneva nei suoi confronti, perché alla fine di tutto, con la dolcezza ci sapeva fare. Per cui Brian non rispose alla sua domanda. Carlo sospirò.

- Se vuoi che ti faccia qualche indagine su di lui, non hai che da dirlo. Sicuramente qualcuno dei miei contatti lo conoscerà. –

- E se lui viene a sapere che si sta indagando su di lui...? Cosa mi succederà? –

- Tesoro, lascia fare a me e non preoccuparti. E poi non stai mica avendo a che fare con un serial killer o con un terrorista. Si tratta solo di fare qualche domanda in giro, tutto qui. –

- Che domande hai intenzione di fare? –

Carlo zittì Brian con un gesto della mano – Adesso basta con le domande. Chiedimi di fare qualche indagine ed io la farò. E andrà tutto bene. Vuoi? –

Brian guardò negli occhi l'amico – Ho altra scelta? –

- No. – rispose Carlo, con un sorriso buffo ma al tempo stesso dolce.

Con un sospiro, Brian rispose – Va bene. Tanto anche se ti dicessi di no, lo faresti comunque anche senza il mio permesso. Tanto vale che sappia cosa stai facendo. –

- Si vede che mi conosci bene, zuccherino. Adesso che ne diresti di andare a fare due passi? Hai bisogno di smaltire tutti i carboidrati e le proteine di cui ti sei ingozzato, ed anche io. –

- Sì. Buona idea. Magari ci fumiamo anche una bella sigaretta. –

- Stavo per proporti la stessa cosa. E... Brian? –

- Sì? –

Carlo lo guardò con quel suo argentino sguardo penetrante. – Cerca di fidarti un po' di più di me, okay? – E concluse la frase con un occhiolino.

Con un sorriso dolce ma al tempo stesso stanco, Brian rispose – Okay. –

- Bene. Andiamo a pagare, adesso e facciamoci passeggiata e sigaretta. –

Ciò detto, si alzarono, lasciando lì sul tavolo i rimasugli del loro pasto. Di certo qualcuno li avrebbe puliti più tardi.

Pancakes a colazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora