Capitolo 49

3.1K 113 0
                                    

"Come va con Sasha?" Chiede mentre mi pettino, Alex sta sullo stipite della porta a guardarmi
"Ogni volta che prova a parlarmi io me ne vado, non voglio parlare" mi volto verso di lui
"Perché? Non hai più niente che ti lega a lei almeno credo, potreste essere amici"
"Non puoi capire" Sbuffa andandosene. Io lo seguo in camera.
"Spiegami" chiudo la porta alla mie spalle. Lui si sfila maglietta e si volta verso di me.
"Porterebbe ad una tua sfuriata e sinceramente non mi va"
"Che significa?" L'unica cosa che mi potrebbe farà arrabbiare è che a lui le manchi.
"Smettila di insistere" urla. Incrocio le braccia sotto al seno
"Parlami, non puoi tenerti tutto dentro scoppierai"
"Lei è..." si siede di spalle a me e si tira leggermente i capelli frustrato
"Lei è ancora meglio di quanto la ricordassi. E si non l'ho mai dimenticata ma non posso dimenticare neanche che ha un figlio con mio fratello. Però si ho paura di riavvicinarmi a lei per ricadere in ciò che provavo prima" lascio cadere le braccia lungo i fianchi
"Lei potrebbe piacerti ancora?" Mi guarda da sopra la spalla
"Non lo so e non lo voglio sapere" si alza piazzandosi davanti a me
"E con questo dubbio perché sei tornato da me?"
"Perché te sei una certezza" mi accarezza il viso
"Ho bisogno di certezze nella mia vita, ed io sono certo di amarti"
"Non puoi andare avanti così" gli levo delicatamente la mano dal mio viso.
"Allora cosa vorresti?" Alzo un sopracciglio
"Che parli con lei e capisci cosa vuoi realmente" apro la porta alla mie spalle e mi volto per andarmene e lui mi ferma per un braccio.
"Io non voglio che tu stai male" mi volto e sorrido
"Non pesare di essere così importante" accenna un sorriso e mi lascia andare. Corro in camera e mi chiudo dentro buttandomi sul letto e scoppiando a piangere. Tiro un pugno al cuscino. Cosa ha lei che io non ho? Perché nonostante dica di amarmi pensa a lei? Perché ho così paura di perderlo? Basta. Mi alzo guardandomi allo specchio con il trucco colato, tiro un pugno e lo specchio va in frantumi.
"Non sarai mai abbastanza" sussurro a me stessa. Mi vesto ed esco dalla camera il più silenziosamente possibile. Prendo la moto di Alex e con una pistola nei jeans e un coltellino negli stivali parto. Mi fermo davanti alla discoteca e chiamo Make
"Lizzy Che ci fai sveglia a quest'ora?" Guardo l'ora sono le due
"Dimmi che hai una gara?" Ringhio
"Non ti faccio Guidare in queste condizioni" mi rimprovera
"Procurami una cazzo di gara! Ne ho bisogno" lo sento sbuffare
"Inizia tra mezz'ora io sono già qui ti mando l'indirizzo, sappi che non ti voglio sulla coscienza"
"Vaffanculo" attacco. Il posto sta a un quarto d'ora da qui. Salgo in moto e sfreccio tra la auto ignorando anche i semafori. Arrivo dieci minuti prima dell'inizio.
"Micke" lo abbraccio, lui fa lo stesso con una birra in mano.
"Che è successo?" Spingo la moto fino alla linea di partenza.
"È tornata Sasha" spalanca la bocca.
"Ah capisco, la nuvola si trasforma in tempesta"
"Tu non hai fiducia nella nostra storia" borbotto
"Perché tu si?" Lo filmino con gli occhi
"So che insieme sareste bellissimi ma allo stesso tempo non so cosa dovreste sopportare per arrivarci a stare davvero insieme" alzo le spalle
"Forse finirà prima che possa iniziare. Adesso dimmi chi ho contro che conosco?"
"Un tuo carissimo amico!" Alzo un sopracciglio
"Aron" serro le labbra. Mi guardò intorno notando che c'è tutta gente che mi guarda male. Ora capisco questa era una delle zone da evitare.
"Ok inizi tra 2 minuti, vai così? Con la pancia di fuori" mi guardo, jeans neri strappati su tutta la gamba, top senza maniche nero che lascia la pancia scoperta, giacca di pelle con le borchie e stivaletti neri con i tacchi.
"Si non ci vedo niente di male" mi squadra
"Li farai morire di desiderio" Sbuffo
"Che cazzata, ora forza va a scommettere su di me" gli faccio l'occhiolino ride e si allontana. Infilo il casco nero e salgo in moto. Due ragazzi accanto a me mi guardano male
"Una ragazza che vorrebbe vincere" sghignazza uno
"E poverina è finita tra i 5 campioni" risponde l'altro, un ragazzo sopra la moto mi blocca la visuale.
"Io non sarei tanto sicuro delle vostre affermazioni"
"Aron te che sei il primo di tutti hai paura di una puttana" la ragazza mezza nuda si mette davanti a noi con la bandiera in alto.
"Sono sicuro che avete sentito il suo nome. Elizabhet" li vedo voltarsi di scatto, sorrido soddisfatta abbassando la visiera. Al tre parto, sono terza. L'adrenalina mi scorre nelle vene, mi piazzo in seconda posizione al secondo giro. I miei pensieri rimangono al traguardo, da lì sono arrivata li dovrò accettarli, adesso devo solo... CORRERE.
All'ultima curva stringo e supero anche il primo, tagliando il traguardo con la mia solita impennata. Scendo dalla moto scuotendomi i capelli. E guardo i due ragazzi che parlavano prima.
"Vi siete fatti battere da una puttana come vostra madre, potevano anche abortire avrebbero fatto un favore la mondo" mi guardano con odio ed io rido. Spingo la moto fino a Mike
"Bravissima hai guadagnato 800 euro"
"E tu?"
"450, va bene?"
"Solo perché sei mio amico" guardo l'ora quasi le tre
"Devo correre a casa, stai attenta mentre torni" mi bacia la guancia s sparisce nella folla.
"Elizabhet" mi sento chiamare da dietro. Sono tre ragazzi ed una ragazza.
"Cosa volete?"
"Conosci il capo della nostra gang, Aron? Sono sicuro di si"
"Vi ho chiesto cosa cazzo volete" ringhio tra i denti.
"Se tu porvi anche a batterlo in in altra gara, una visita dal passato busserà alla tua porta, ti va di rivedere tuo padre?"
"Io non farò un cazzo sotto ricatto, e non ho paura di mio padre" uno di loro mi prende sbattendomi al muro.
"Non toccarmi" urlo, lui strige la presa sulle braccia.
"Ti do un altra possibilità" sento una pistola poggiarsi sulla mia pancia. Allungo la mano dietro di me e afferro la pistola, afferro il suo braccio strattondolo in basso facendogli cadere la pistola, prendo la mia e gli sparo ad una gamba per poi correre fino alla moto senza neanche infilarmi il casco sfreccio per essere sicura di non essere seguita. Rallento nella strada di casa. Parcheggio in garage. E corro in camera, alla 10 ho il primo paziente, sono stanchissima. Crollo appena tocco il letto.

StepsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora