Capitolo 1

2.6K 80 13
                                    

L'accettazione
Era un periodo in cui sapevo che qualcosa era cambiato, che io ero cambiato. Sapevo che tutto era iniziato quando stavamo girando "Chiamami col tuo nome" a Crema. Non so perchè ma quando i miei occhi si sono posati su di lui sapevo, inconsapevolmente, che conoscerlo mi avrebbe scombussolato la vita. Senza accorgermene mi aveva allungato la mano, sorridendomi e io l'avevo stretta. "Armie" disse, senza staccarmi gli occhi di dosso. Ricordo solo di avergli detto: Armie? Che bel nome, sai che significa combattente?

Lo osservai quando dissi quelle parole, come se aspettassi di catturare anche la minima reazione di interessamento da parte sua. Vidi un accenno di sorpresa e di curiosità nei suoi occhi. Sorrise.

A: E tu saresti?

Disse divertito.

T: Timothée, Timothée Chalamet.

A: Beh Timothée, non vedo l'ora di conoscerti meglio.

Il mio flusso di pensieri venne interrotto da una notifica del mio cellulare. Chi è che osa disturbarmi? Lo lessi, era da parte di Armie. Parli del diavolo e spuntano le corna.

Armie: Tim ti stiamo aspettando, dove sei? Tra cinque minuti inizia l'intervista. Non dirmi che ti sei dimenticato.

Accidenti. La mia testa mi sta facendo un brutto gioco. Non è da me dimenticarsi degli impegni, di norma sono sempre molto attento quando si parla del mio lavoro. Mi sto facendo troppo distrarre dai ricordi. Fortunatamente ero già vestito così decisi di prendere un Taxi. Accidenti al traffico, pensai quando ci ritrovammo bloccati nella coda di New York. In qualche modo riuscii ad arrivare. Ero in ritardo di 15 minuti.

T: Scusa davvero Armie ma me ne ero scordato, quando mi hai inviato il messaggio sono corso fuori ma sono rimasto bloccato nel traffico. Giuro, mi farò perdonare.

Dissi, sorridendogli e tenendo le mani come se lo stessi pregando di perdonarmi. Lui sorrise e si avvicinò a me. Appoggiò la sua mano sulla mia spalla. Dio amavo il fatto che lui fosse molto più alto di me.

Armie: ti perdono solo perchè sei tu, Timmy. Mi sei mancato.

Dio se mi era mancato. In effetti era da mesi che non ci sentivamo.

T: Anche tu.

Ci guardammo per qualche secondo per poi sorriderci. Dopodiché ci sedemmo sulle nostre sedie e iniziammo l'intervista. Non staccai gli occhi da lui un minuto, la sua bellezza mi destabilizzava. Come può esistere una persona del genere, mi domandavo. Una persona così bella, generosa, gentile e simpatica come lui. Non potevo indicare nemmeno una cosa negativa sul suo conto. In quel momento realizzai che forse non vedevo Armie semplicemente come un amico, ma che desideravo di più. Desideravo solcare quella linea che ci divideva tra l'amicizia e l'amore e che forse il pensiero che mi distraeva dal mondo esterno era questo, il mio rifiuto di pensare che la mia confusione era dovuta a lui. Non ero del tutto sorpreso, perchè non avevo del tutto ignorato questa possibilità ma ero spaventato e provavo vergogna nell'essermi infatuato di un uomo sposato e con una famiglia. Tutti questi pensieri mi stavano facendo impazzire. Appena finimmo l'intervista mi misi la giacca e uscì dall'edificio. In quel momento avevo solo bisogno di stargli lontano ed avere del tempo per capire meglio la natura dei miei sentimenti. Dopo poco sentì dei passi dietro di me e sapevo che era Armie. Ormai era vicinissimo a me, sentivo il suo respiro sul mio collo. Appoggiò una mano sulla spalla e mi girò verso la sua direzione . Aveva un accenno di preoccupazione sul volto. Era preoccupato per me?

A: Hey amico, stai bene? Ho detto qualcosa che ti ha turbato durante l'intervista? Perchè se l'ho fatto sappi che non era di certo mia intenzione.

T: Non ti preoccupare, credo di aver avuto un calo di zuccheri ma ora sto già meglio. Comunque grazie per esserti preoccupato.

A: Figurati, è questo che fanno gli amici. Sappi soltanto che per qualsiasi cosa io ci sono.

Amici, soltanto amici Tim, non montarti la testa, pensai.

Timothèe: lo so. A domani.
Mi girai e mi diressi verso la strada per fermare un taxi. Come potevo aspettarmi che lui avrebbe ricambiato quello che sentivo io? Solo un pazzo e egoista come me lo avrebbe pensato. Tu non gli piaci Tim, levatelo dalla testa. Meno ci pensi e meglio è. Eppure faceva male sapere che la persona che ami non ti ricambierà mai e che non ha importanza quanto ci tieni a lui e cosa faresti per lui perchè niente gli farà cambiare il modo in cui ti vede. Non avrei tentato di fargli cambiare opinione su di me perchè sarebbe stato invano e non avrei voluto complicare la nostra amicizia. Per schiarirmi le idee decisi di fermarmi nel mio pub preferito.

La verità è che mi piaci troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora