Capitolo 2

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Non sapevo che cosa stesse passando Timothée, mi era sembrato preoccupato e pensieroso. Durante l'intervista lo vedevo un po' perso, come se fosse lì solamente fisicamente mentre la sua mente si trovava altrove. Era scappato via appena avevamo finito, il che mi aveva fatto preoccupare ancora di più. Decisi immediatamente di uscire e di capire se si sentisse bene. Era di spalle e non riuscivo a capire bene che emozioni stesse provando, così lo girai verso la mia direzione. Gli chiesi se andava tutto bene e se stesse così per qualcosa di spiacevole che magari avevo detto durante l'intervista, ma lui mi disse che si era solamente sentito un attimo male. Per qualche motivo decisi di non credere alle sue parole, sapevo che c'era molto di più sotto, ma non insistetti perchè forse non voleva parlarne con me. Lo vidi allontanarsi per poi scomparire quando girò per Houston street. Dieci minuti dopo decisi che era il momento anche per me di andarsene. Salutai Luca e mi incamminai verso un pub. Avevo bisogno di bermi una birra per calmare i nervi. Rimasi sorpreso quando notai che vicino al bancone era seduto Timothée con in mano un bicchiere di brandy. Era strano che lui si trovasse li, sapevo benissimo quanto odiasse bere alcolici. Mi avvicinai e solamente quando mi sedetti accanto a lui mi notò. Era sorpreso, quasi infastidito di vedermi qua.

T: Armie, che ci fai qua?

Disse con tono arrabbiato.

A: pensavo stessi male. Comunque avevo voglia di bermi qualcosa, non posso?
T: mi è passato, come ti ho detto, stavo già meglio una volta uscito.

Altre bugie, pensai. Era la prima volta che vedevo Timmy bere, perció sapevo che qualunque cosa lo stesse tormentando era ancora li.

A: Sai che con me ti puoi confidare, non ti giudicherei mai Tim.
Si fermó un attimo a pensare, come se non sapesse se parlare o no. Mi sembrava di aver già vissuto una scena simile. Poi mi ricordai. La scena dove Elio non sa se confidare il suo amore a Oliver. Anche se il contesto era completamente diverso, perchè io e Timmy non ci amavamo, trovavo una leggera somiglianza con quella scena.

Timmy scese dalla sedia e, senza degnarmi di uno sguardo si allontanò verso l'uscita. Ero stufo del suo comportamento infantile, non capivo perchè non potesse liberarsi dell'enorme peso che lo tormentava. Tra amici si deve essere sinceri. Non sopportavo il modo in cui mi lasciava da solo senza nessuna spiegazione. Sapevo che stava tenendo dentro di se un enorme dolore, ma se si fosse confidato con me l'avremmo tenuto insieme. Corsi verso l'uscita perchè volevo saperne di più. Pioveva fortissimo e nessuno dei due aveva un ombrello.
A: Perchè mi tratti come uno sconosciuto? Perchè ti è così difficile dirmi che cosa ti sta succedendo, sono molto preoccupato . Ci conosciamo da quanto? 4 anni? E tu non riesci nemmeno a guardarmi negli occhi quando ti parlo.
T: Non capisco perchè ti devi sempre interessare dei problemi delle altre persone. È solo un brutto periodo che prima o poi passerà. Sarà difficile ma accetteró che quello che voglio è sbagliato. Perchè per una volta non pensi agli affari tuoi eh, Armie?! Se non ti avessi mai conosciuto tutto questo sarebbe molto più facile.

Disse arrabbiato. Era ubriaco, lo si capiva dall'alito di alcool e da come barcollava.

A: Tim, lo so che quello che stai dicendo è guidato dall'alcool. Tu non pensi veramente questo.
T: Tu non hai proprio idea di cosa mi passi nella mente. Cazzo, non ne hai proprio idea.
A:Allora dimmelo tu, fammelo capire.
Sorrise sarcasticamente.
T: Tu non lo vuoi capire veramente. Io sono disturbato ad avere questi pensieri Armie, entrare nella mia testa sarebbe come entrare nel caos. Portarti dentro i miei problemi ti consumerebbe e ti farebbe cambiare il modo in cui mi vedi. Non sarei più il Timothée che conosci.
A: Tim, io non potrei mai cambiare il modo in cui ti vedo.
T: Illuso.
Si avvicinó a me e mi bació con desiderio. Come se quel bacio fosse l'unica cosa che lo tenesse in vita. Non mi allontanai subito, anzi ricambiai il bacio anche se non sapevo perchè. Appena cercó di inserire la lingua mi staccai. Ma che mi prendeva? Come ho potuto ricambiare quel gesto? Sono sposato, ho dei figli e Timmy sta facendo questo perché non ha controllo su se stesso a causa dell'alcool.
T: Codardo. Hai paura di come questo ti faccia sentire? Perché lo so che sei eccitato tanto quanto me.

Ero sconcertato.
A: Timmy, abbiamo bevuto abbastanza entrambi e tutto questo alcool nel sangue ci sta confondendo. Andiamo dai che si sta facendo tardi.

Lo afferrai e ci dirigemmo verso la mia macchina.

La verità è che mi piaci troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora