Parte 1 : Cena di famiglia
Si dice che i giorni più felici della vita di una persona siano il giorno del proprio matrimonio e la nascita del primo figlio. Se qualcuno in quel pomeriggio di mezz'estate mi avesse chiesto quale fosse stato il più bel giorno della mia giovane vita, io non avrei avuto nessuna esitazione a rispondere che nulla avrebbe potuto rendermi più felice di quanto lo fossi in quell'esatto momento, senza sapere che proprio quel giorno avrebbe sconvolto la mia vita e dato inizio a questa lunga storia.
Ero così euforica che balzai fuori dalla auto decappottabile della mia amica Rose nello stesso istante in cui il mezzo si fermò, i miei lunghi capelli neri mossi da una leggera brezza e gli ultimi raggi del sole che irradiavano la mia pelle chiara. Salutai calorosamente la mia amica che stava parcheggiando la sua BMW e cominciai a correre verso la mia casa che si trovava a due isolati di distanza. Non potevo ancora credere di aver ottenuto la parte, non potevo credere che la mia vita stesse per cambiare per sempre.
Invece di correre dritto a casa decisi di fare alcune deviazioni per allenarmi un po', dato che quel giorno che avevo saltato la mia corsa mattutina. Ero il capitano della squadra di calcio femminile della mia scuola e non potevo permettermi di essere fuori forma all'inizio dell'anno scolastico, non nell'anno più importante, l'ultimo prima del College. Un corpo atletico ed un bel viso mi rendevano sicuramente una ragazza molto attraente, ma non mi ero mai considerata bellissima come una modella, a differenza di mia madre che anche a quarant'anni aveva ancora una bellezza incredibile, con quei suoi bei capelli rossi che io purtroppo non avevo ereditato, prendendo invece da mio padre i più comuni capelli neri.
Mi fermai per un momento, con le lacrime negli occhi pensando a quanto mio padre sarebbe stato orgoglioso di sapere che avevo ottenuto una parte così importante. Il cinema era stato sempre la sua grande passione e tutti dicono ancora oggi che Robert Martin sarebbe diventato uno dei registi più importanti della storia del cinema se solo avesse avuto un po' più di tempo. Un tragico incidente in montagna si era però portato via quel promettente regista, si era portavo via mio padre quando avevo appena tredici anni. Cercai di rimuovere dalla mia mente quella tragica giornata di cinque anni prima e ripresi la mia corsa.
Ad un certo punto mi accorsi che erano quasi le sette e decisi di tornare a casa, dove mi stava aspettando una cena molto interessante. Mia madre mi aveva detto che ci sarebbe stata anche la zia Emma, cosa rara dato che le due sorelle non erano di certo molto unite, probabilmente a causa della grande competizione che che vi era tra di loro in passato, una competizione simile a quella che esisteva attualmente tra me e la mia "amata" cugina Kaley che per fortuna non sarebbe stata presente alla cena, sicuramente troppo arrabbiata per essere arrivata seconda al provino e non aver ottenuto la parte. Mentre io sorridevo trionfante pensando alla sconfitta di mia cugina, io voltai un'angolo ed andai a schiantarmi contro un ragazzo dai capelli molto disordinati.
- Stai attento stupido - io gridai con rabbia al ragazzo, che indossava gli occhiali con delle spesse lenti ed aveva un apparecchio ai denti.
- Mi dispiace - lui balbettò anche se non era stata colpa sua, poi si chinò a raccogliere i libri che gli erano caduti per terra.
Con un calcio spedii un libro in mezzo alla strada ed esso fu quasi travolto da un'auto che sopraggiungeva. Ripresi la mia corsa senza degnare quel misero nerd di un ulteriore sguardo.
Quando arrivai a casa trovai mia madre che mi aspettava nel salotto e quando lei mi vide entrare mi corse incontro per abbracciarmi e congratularsi con me. Bevetti una limonata fresca e corsi di sopra a farmi una doccia per lavare via tutto il sudore e per rilassare i miei muscoli. Come tutte le ragazze trascorsi molto tempo in bagno, così tanto in effetti che quando tornai al piano di sotto la cena era ormai pronta e la zia Emma era arrivata. La zia era quasi identica a mia madre, forse sembrava persino più bella della sorella. I suoi lunghi capelli rossi erano più luminosi che mai, ed i suoi occhi verdi erano davvero meravigliosi. Ancora una volta non potei fare a meno di rimpiangere di non aver preso il patrimonio genetico di mia madre e di mia zia.
- Ecco qua la mia grande attrice - mia madre disse a mia zia quando mi vide entrare in cucina, non curandosi per niente del fatto che io avessi ottenuto la parte a scapito di mia cugina Kaley.
Mia zia però non sembrò notare la frecciatina della sorella e mi abbracciò calorosamente. Il suo profumo era inebriante e mi dispiacque molto separarmi da lei, rompendo l'abbraccio. La zia Emma era molto elegante e non potei che adorare il suo abito bianco che le cadeva all'altezza delle ginocchia ed i suoi collant neri che velavano le sue gambe perfette. Ai piedi indossava delle costose scarpe (di un famoso marchio italiano) con dei tacchi vertiginosi. Quasi mi paralizzai a guardare quelle scarpe per quasi un minuto, poi mia madre chiamò il mio nome e mi riportò alla realtà.
- Jennifer, prendi posto a tavola -
La zia Emma si sedette accanto a me, io la vidi accavallare le gambe elegantemente e non potei fare a meno di sbirciare nuovamente giù ai suoi piedi.
- Jennifer dai raccontaci. Cosa ti hanno detto ? Perché hanno scelto proprio te ? - disse mia madre che apparentemente voleva davvero far arrabbiare mia zia, facendomi dire perché avevano preso me per quella parte importante e non sua figlia.
- Non hanno detto molto, o forse ero troppo eccitata e non ho capito molto io. Ciò che conta è che ho ottenuto la parte e sono molto felice di questo - io risposi, cercando di non guardare in faccia mia zia.
- È proprio come sua madre. Ricordo ancora quando ebbi la mia prima parte. Era per il film "Uno scandalo al Casinò" te lo ricordi Emma ? - disse mia madre che quella volta aveva avuto la parte al posto della sorella proprio come io l'avevo ottenuta al posto di Kaley.
- Ricordo molto bene - rispose zia Emma con un largo sorriso che la faceva apparire ancora più bella - Ricordo anche che esso fu uno dei più grandi flop di Donald Stein, non ha diretto molti film dopo quel fallimento -
- Beh, non si può avere sempre successo - rispose mia madre, che però aveva subito il colpo della sorella.
Per impedire che le due sorelle continuassero a lanciarsi frecciatine a vicenda o cominciassero a litigare seriamente, io cercai di pensare a qualcosa di interessante da dire per distrarle.
- Hai delle scarpe veramente belle, zia - io esclamai all'improvviso senza trovare nulla di meglio da dire. Nonostante tutto io raggiunsi il mio obiettivo e riuscii a distrarre le due donne.
- Sono contenta che ti piacciano, le ho comprate la scorsa settimana. Devo confessare che ho speso una piccola fortuna per averle, ma sembra che ne sia valsa la pena dato che i miei piedi attirano così tanti sguardi -
Non so perché ma le sue parole mi fecero arrossire intensamente ed io iniziai a mangiare la zuppa che mia madre aveva preparato. Di solito non cucinava lei ma la nostra cameriera Mary che però era fuori città per alcuni giorni, ed il risultato era piuttosto evidente... la zuppa era disgustosa !
Nel bel mezzo della cena, il telefono squillò e con stupore io sentii mia madre dire :
- Scusatemi tanto ma ho un impegno urgente con il mio agente -
- Ma mamma, hai detto che almeno per una volta saremmo state insieme senza nessuna distrazione - io protestai veementemente
- Mi dispiace Jen ma devo andare, forse potrò fare una pubblicità che mi garantirà un assegno con molti, molti zeri - e prima che io potessi dire altro, lei mi diede un bacio sulla fronte, salutò freddamente zia Emma ed uscì.
Non potevo credere che se ne fosse andata in quel modo, che mi avesse lasciato da sola anche in quella serata speciale. A quanto pare anche ottenere la parte per un famoso film non aveva cambiato nulla nel nostro rapporto. Mia madre era molto dolce solo quando le conveniva, per tutto il resto del tempo con me era sempre così fredda ed io ero veramente stanca dei suoi atteggiamenti da primadonna, era stanca di essere lasciata sempre da sola, ero stanca di chiedere alla nostra domestica per avere dei consigli che sarebbe dovere di una madre dare alla propria figlia.
- Perché è sempre così ? - io chiesi con gli occhi pieni di lacrime
- Non ti preoccupare, va tutto bene, non è colpa tua - disse zia Emma abbracciandomi.
Ancora una volta non potei fare a meno di smarrirmi inalando il suo profumo. All'improvviso mi sentii felice, non mi ricordavo di essere mai stata abbracciata così da mia madre.
- Grazie zia - io mormorai
- E di cosa tesoro. Ora ti suggerisco di buttare via questa robaccia e di mangiarci la torta che ho portato. Sappiamo bene entrambe che la cucina non fa per Christine - disse mia zia scoppiando a ridere.
La sua risata migliorò sicuramente il mio umore e con gioia io gettai nel cestino dei rifiuti il cibo che mia madre aveva preparato. La torta era deliziosa e mentre mangiavamo con gusto, la zia Emma mi raccontò delle storie divertenti su mia madre che mi fecero ridere tantissimo. Ad un certo punto risi così tanto che il piatto mi cadde dalle mani ed il dolce finì sulle scarpe eleganti di mia zia.
- Mi dispiace, mi dispiace - io dissi mortificata e prima che lei potesse dire o fare qualcosa, io mi gettai sul pavimento e cominciai a pulirle le scarpe con un panno pulito, facendo attenzione a non strofinare troppo per non rovinare le sue scarpe nuove. La zia Emma non disse niente per tutto il tempo e lei si limitò a fissarmi mentre inginocchiata le pulivo con fervore le scarpe, continuando a chiedere il suo perdono. Quando le calzature furono completamente pulite, io sollevai lo sguardo e vidi che la zia Emma stava sorridendo ed in quel momento fui felicissima che lei fosse soddisfatta del mio lavoro. Rimasi quasi paralizzato lì inginocchio per più di un minuto a guardare quei meravigliosi occhi verdi, poi all'improvviso zia Emma disse :
- Mentre sei lì, potresti farmi un favore cara ? Queste scarpe sono molto belle ma non sono molto comode. Potresti gentilmente farmi un massaggio ? I piedi della tua zietta fanno così male -
" Mia zia vuole che le faccia un massaggio ai piedi ?" io pensai un po' stordita, quasi come se avessi bevuto troppo.
- Ma forse sto chiedendo un po' troppo. Capisco che non vuoi toccare i miei piedi - disse zia Emma guardandomi negli occhi
- No zia, sarà un piacere per me massaggiarti i piedi - io rimasi sbalordita quando sentii quelle parole uscire dalla mia bocca.
Sentendo la mia risposta zia Emma mi accarezzò dolcemente i capelli ed in quel momento mi sentii proprio come un gatto che fa le fusa, poi dopo averla guardata un altro istante negli occhi, io cominciai a rimuovere delicatamente le sue scarpe. Il mio cuore stava battendo all'impazzata ed io non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, perché fossi così emozionata in quel momento. Quando tolsi la prima scarpa, fui subito in grado di avvertire il forte odore che emana il piede della zia Emma e rimasi stupita. Non era affatto quello che mi aspettavo e non potevo infatti definirlo un cattivo odore, anzi mi sembrava addirittura un profumo ancora più bello di quello che mia zia si era spruzzata addosso ed io non potei fare a meno di fare dei respiri profondi, immediatamente vergognandomi di quello che avevo appena fatto. Fortunatamente la zia Emma non sembrò essersene accorta.
Il suo soffice piede era molto caldo e con le mie mani potevo percepire anche quanto umidi fossero i suoi collant. Con i miei pollici applicai una dolce pressione sulla morbida pianta e sul tallone. Un gemito mi fece capire che zia Emma si stava godendo il mio massaggio e fui stranamente orgoglioso di me stessa. Mi concentrai sempre di più ed i gemiti di zia Emma divennero sempre più frequenti. Dopo circa dieci minuti rimossi anche l'altra scarpa ed iniziai a massaggiare il piede destro come avevo già fatto con il sinistro. Quando realizzai che zia Emma si stava godendo il massaggio con gli occhi chiusi, io mi presi un rischio ed avvicinai la mia faccia al suo piede portando il mio naso appena sotto le sue dita ed io annusi nuovamente quello strano, piacevole profumo. Non sapevo perché quell'odore avesse un effetto del genere su di me, ma sapevo che non avrei mai smesso di odorare quel profumo di mia spontanea volontà. Solo quando sentii le dita della zia arricciarsi e toccare per un attimo il mio naso io allontanai velocemente il mio viso dal suo piede, per paura di essere scoperta. La zia Emma, però, era ancora con gli occhi chiusi e non diede alcun segno di aver notato qualcosa di strano, strano come può essere la sua stessa nipote che le annusava i piedi. Continuai a massaggiare i piedi di mia zia per altri venti minuti, resistendo a quello strano impulso di annusarle i piedi, non volevo sfidare troppo la sorte.
- È stato fantastico, sei davvero brava - disse zia Emma, mentre le rimettevo le scarpe
- Oh, grazie - io balbettai imbarazzata
- Sarebbe bello avere un massaggio come questo ogni sera prima di andare a dormire, è così rilassante. Se ti va qualche volta potremo rifarlo, sempre che non sia un problema per te toccare di nuovo i miei piedi, naturalmente -
- Sì - io risposi - Voglio dire, no, non è un problema toccare i tuoi piedi zia - io continuai a balbettare, poi prima di potermi fermare io sentii uscire dalla mia bocca :
- Sono così soffici -
Sono sicura di essere diventato rossa come un pomodoro, mia zia mi guardò per un attimo e ridacchiò.
- Sei così gentile Jennifer. Beh, dal momento che ti piacciono tanto non vedo l'ora di ricevere un altro massaggio - lei disse, accarezzandomi di nuovo i capelli ed alzandosi dalla sedia. .
Mentre ancora in ginocchio osservavo la mia bella zia andarsene, il mio sguardo tornò ai suoi piedi e non potei fare a meno di pensare :
" Non vedo l'ora anche io zia "
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An endless competition (Italian version)
General FictionJennifer Martin, aspirante attrice e capitano della squadra femminile di calcio della sua scuola, è costantemente in competizione con sua cugina Kaley, ma presto però l'inaspettata attrazione per i piedi della zia metterà a repentaglio ogni cosa. L'...