3 - Un lunedì come tanti

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È una mattina come tutte le altre. La sveglia suona, e Brian inizia la sua routine: qualche esercizio mattutino, doccia calda e poi via verso il lavoro, ma non prima di passare da Carlo per la consueta colazione.
La città è già in fermento. Le auto lottano fra loro per farsi strada, e i marciapiedi sono stracolmi di pedoni irrequieti che corrono al lavoro non curanti gli uni degli altri.
Brian cammina deciso verso il bar, osservando ogni scena davanti a sé: ogni individuo su quel marciapiede sembra a malapena una persona; persi nei loro cellulari sempre alla mano o all'orecchio, non sanno più cos'è la vita vera, hanno perso la loro umanità, e sono costantemente arrabbiati con tutto e tutti. Perfino in quei pochi metri che distano fra casa sua e il bar di Carlo, Brian assiste a decine di liti scoppiate tra estranei per i motivi più futili: scontri, taxi, precedenze. Possibile che la gente non si renda conto di quanto accade?
La tecnologia dovrebbe renderci migliori, invece ci sta trasformando in individui senz'anima, né cuore.

Questo clima di rabbia costante che continua a dilagare in città, ha portato ad un sostanziale incremento della criminalità, specialmente della cyber-criminalità: stalker, pedofili, pervertiti e maniaci, si sono evoluti grazie alla tecnologia ed al bisogno che essa genera negli altri, e per loro è diventato più facile seguire, spiare, e braccare le loro prede.
Le forze dell'ordine non sanno come contrastare questi cyber-criminali che diventano sempre più abili con il passare del tempo, e Brian questo non riesce a sopportarlo.

<<Buongiorno Brian, il solito?>>

<<Sì grazie Carlo.>>

Neanche all'interno del bar la frenesia si placa. Ad ogni tavolo c'è qualcuno impegnato in animate conversazioni al telefono, vocalmente o virtualmente, creando un sottofondo di imprecazioni e svilimenti.
I giornali che Carlo posizione abitualmente sui tavoli non vengono mai aperti, ma solo spostati per fare spazio a tablet o computer.
Nel borbottamento generale, Brian viene attirato da una notizia al telegiornale.

<<Una ripresa video del tentato abbordaggio in un parcheggio, inviata alla polizia, ha permesso la cattura dell'uomo. A quanto pare la mail contenente il video incriminante portava la firma di "Dante". La tanto discussa organizzazione di hackers che agisce nell'ombra della nostra città. Chi c'è dietro? E soprattutto, da che parte stanno?>>

<<Da che parte stanno?! A me sembra chiaro: consegnano alla giustizia quei criminali che le forze dell'ordine non riescono a prendere, o che neanche sanno che esistono. E loro gli danno la caccia come fossero la macchia della società.>>

<<La gente ha paura di ciò che non comprende, Carlo.>>

Un flebile sorriso di soddisfazione per il lavoro svolto con successo 3 giorni prima, un rapido saluto e di nuovo in strada verso l'ufficio.
Ad un occhio attento, Brian non passerebbe inosservato, in mezzo a quel caos lui è l'unico a non avere un oggetto elettronico in mano, ma fortunatamente, nessuno vi presta attenzione. Questo essere invisibile lo aiuta nel suo compito.

Girato l'ultimo angolo, un grattacielo imponente si staglia sullo skyline della città. Ogni mattina si ferma qualche minuto immobile nell'ampia piazza antistante, a contemplarlo. Con la sua facciata totalmente vetrata e l'imponente ingresso architettonicamente integrato con lo spazio aperto, non nasconde la sua istituzionalità, esalta il suo prestigio.

La gente che orbita attorno ad un edificio come questo è innumerevole, e tutti, nessuno escluso, si credono superiori agli altri. Sono i posti come questo che Brian tenta sistematicamente di evitare ma questo, in particolare, è ottimo per il suo obiettivo.

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