Capitolo 6: Non è detto

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E tu cosa aspettavi a dirmi quello che dovevi dire



«Carissima Caroline,
ho spesso immaginato i percorsi che la tua vita avrebbe potuto prendere,ma la scelta del tuo futuro è stata più nobile di quanto io avessi pensato. Ti prego di accettare questo contributo alla tua virtuosa causa. Non vedo l'ora di ringraziarti di persona un giorno.
Non importa quanto ci voglia.
Tuo Klaus».
Quelle parole vorticavano nella testa di Klaus ormai da giorni, anzi settimane e la sua frustrazione era arrivata alle stelle.
No, non pretendeva di ricevere qualcosa, ovvio, ma avrebbe gradito anche un piccolo grazie al posto di un niente.


"Ma cosa ti aspettavi?" si domandò, e quell'affermazione lo colpì più di quanto avrebbe immaginato.
"Stiamo parlando di Caroline dopotutto" ammise rammaricato, eppure pensava che dopo tutti quegli anni lei fosse cambiata.

Era ancora immerso nei suoi pensieri quando si scontrò con una giovane donna e, in quel momento il suo mondo crollò.
No, non era Caroline eppure ogni parte del suo corpo urlava che sarebbe potuta essere lei.
«Non tutto ciò che lei fa ha una spiegazione» si sentì dire alle sue spalle, ma non riuscì a identificare quella voce e nemmeno a darle un volto, ma in qualche modo si sentì rassicurato.
«Potrai pensare che lei non ha bisogno di te, ma è il contrario. Tutti hanno bisogno di aiuto prima o poi. Nessuno è intoccabile» proseguì, ma erano solo frasi sconnesse senza nessun significato.
Klaus si fermò, girò i tacchi e mostrò i canini urlando a chiunque fosse di mostrarsi.
Tutti avevano paura dell'Originale, del grande e potente Klaus Mikaelson eppure quella persona non lo temeva.
«Hai perso la tua donna è vero, ma hai capito che anche un lupo solitario come te può amare» e quelle parole lo fecero sentire in colpa per un breve instante, erano giorni che non pensava a Camille ed ebbe un vuoto al cuore.
«Non dovresti sentirti in colpa per provare qualcosa di nuovo, non è un male amare di nuovo. Lei dopotutto ti ha detto di vivere».
Klaus rimase a fissare quelle strade affollate, si girò intorno, cercò con tutti i suoi sensi di capire da dove provenisse quella voce, ma erano tutti volti sconosciuti eppure sentiva di essere vicino.
«Caroline...» ma non fece nemmeno in tempo a finire la frase che due mani forti, la raggiunse, le strinsero il collo mentre una forza quasi misteriosa l'attaccò al muro ringhiandogli contro.
«Te l'ho detto che ti avrei trovato e che ti dovevi mostrare a me» affermò con un ghigno l'uomo, ma quando si accorse che tra le mani teneva il collo di una giovane strega mollò la presa.
Era sconvolto.
Aveva già visto quella donna. Rimase a fissare i suoi occhi azzurri, i suoi vestiti sempre eleganti, la sua figura snella ma forte e dopo quello che sembrò un tempo infinito ricollegò ogni cosa.
«Perché mi stai seguendo? Chi sei? Cosa vuoi da me?» l'aggredì ancora una volta.
No, non conosceva le mezze misure. Tutto o niente.
Ma la giovane non era spaventata e, se fosse giunta fin lì c'era un valido motivo.
«Diciamo che sto cercando di proteggere te dagli altri e... gli altri da te. Conosco la tua reputazione, tutti la conoscono, eppure ho sempre visto l'uomo dietro la bestia. Sei cambiato, dopo tua figlia, dopo Camille... ma la vera trasformazione è iniziata quando hai incontrato lei... la piccola e dolce Caroline Forbes» rivelò sistemandosi i vestiti dopo che lui gli aveva messo le mani al collo e lo guardò con uno sguardo duro quanto tenero.
Klaus arretrò di alcuni passi, era senza parole, e una parte di lui non capiva, ma una luce dentro il suo cuore avvolto dall'oscurità gli diede la risposta.
Sarebbe dovuto essere altrove, non doveva nemmeno essere lì, ma doveva vedere con i suoi occhi i suoi fratelli, la sua famiglia per un millesimo di secondo. Stavano bene, tutti, solo lui sembrava essere in un mare in tempesta e quella donna non faceva che alimentare tale emozione.
La donna sparì, ancor prima di caprine qualcosa. Poche persone c'erano riuscire e ancora meno chi era vivo per ammetterlo.

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