La festa

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Come spesso accadeva nella cittadina di Stevenson, c'era una festa in maschera.

Sarah era la prima a spargere la voce per far partecipare tutte le persone che conosceva e dopo l'eterna indecisione che caratterizzava molto la ragazza bionda dagli occhi verdi, dopo averci pensato e ripensato, dopo aver cambiato idea mille volte, finalmente decise.

La bionda amava travestirsi, essere per un po' qualcun altro, vivere vite diverse immedesimandosi in quel qualcuno fino a fondercisi.

La festa era già iniziata da un po' e Sarah, come sempre, era in ritardo.

Anche Regina quel giorno decise di andare alla festa: per la prima volta da quando era lì, voleva sentirsi una di loro. Grazie al suo travestimento perfetto, nessuno si preoccupava di lei. Era una donna distinta, dai capelli neri, occhi marrone scuro ed aveva un carattere forte che spesso la portava a stare sola ma quella sera, arrivata alla festa, nessuno faceva finta di non vederla, girandole le spalle quasi impaurito.

C'erano travestimenti ovunque, nessuno si era azzardato a presentarsi senza!
C'era chi si era travestito da un classico: per i maschietti fisicati, Spiderman o Superman, e per le ragazze 'ce l'ho solo io!', Jessica Rabbit o Catwoman. Poi c'erano quelli travestiti a modo loro... Come quel tizio che non passò inosservato agli occhi di Sarah, con la camicia a quadri, cravatta e infradito o quella ragazza con il top (di tre taglie di meno per far sembrare che la sua seconda fosse, in realtà, una quarta), la mini minigonna e tacchi più alti di un grattacielo.

La bionda si guardava in giro per perdersi in quel mondo di travestimenti immaginando anche chi ci si nascondeva sotto.

E quella con quei tacchi da cosa si è vestita?! Spero per lei che non sia ciò che penso.

Ad un tratto, la sua attenzione fu rapita. Non pensava più né al bagnino in camicia, né alla lucciola allegra, ma a quel gangster appena entrato in sala.

Aveva un completo scuro, gessato, una camicia nera e una cravatta bianca a riprendere il colore delle righe dell'abito; portava delle scarpe leggermente a punta di colore nero e, ovviamente, l'immancabile borsalino in testa. Fece il suo ingresso con aria sicura, una mano in tasca e l'altra a sorreggere un sigaro contornato da baffetti molto curati, sovrastati da un naso bello pronunciato. Purtroppo non riusciva a vedergli gli occhi coperti dal cappello.
E quello chi è?!?! Chi si nasconde lì sotto!? Alan? Jack?

Sarah continuava a fissarlo sorseggiando la sua birra, ormai diventata calda.
La cosa strana, era che non stava pensando da quale libro, film, cartone o serie tv avesse preso ispirazione. Pensava a chi ci fosse sotto, non aveva per niente un'aria familiare.

Regina si era tranquillizzata, aveva fatto il suo ingresso trionfante ed importante, come le piaceva sempre fare e, a parte gli sguardi iniziali, nessuno la calcolava. Nessuno, a parte qualcuno.

Quella sottospecie di lupo mannaro rosso non faceva altro che fissarla. Il suo sguardo non passava certo inosservato e la maschera era alquanto spaventosa!

Perché mi fissa? Mi ha forse riconosciuta e vuole smascherarmi (nel vero senso della parola), davanti a tutti?

Meglio non togliersi il dubbio. Meglio mescolarsi tra la folla stando sempre attenta a non avvicinarsi mai, per nessun motivo, a quel lupo spelacchiato.
Ad un tratto la bionda si rese conto che quel pensiero l'aveva presa talmente tanto che aveva perso di vista il malavitoso. Iniziò a cercarlo con lo sguardo ma invece di colui che cercava, alla vista comparvero i suoi amici. Ed eccoli là, quattro matti travestiti tra cui un Jack Skeletron un pò egocentrico

Sarà sicuramente Colin

"Kuzco! Malefica! Hermione! Jack! Come va?!" chiese la bionda dagli occhi verdi, dando importanza ad ogni nome pronunciato e guardando negli occhi i suoi amici.
"Boom baby!!!" Urlò Kuzco allargando le braccia verso Sarah allo stesso modo del folle imperatore.
"Possibile che ogni volta ti vesti da qualcuno senza nome?" Disse Jack con aria rassegnata.
"Ehi... Io ho un nome!" rispose un po' dubbiosa.
"E sentiamo, chi saresti?!" chiese curiosa Malefica, alzando le sopracciglia.
Si fissavano tutti senza dire nulla, con aria perplessa, quando Sarah interruppe quel momento dicendo: "Ecco... Sono..." e solo in quel momento si rese conto di non aver effettivamente un nome. Sapeva benissimo di essere riconoscibile... Tutti, vedendo un completo di pelle rossa con giacca decorata da una V nera formata da due lunghe strisce, una per parte, un paio di mocassini neri contornati da calzini bianchi ammucchiati tra scarpe e pantaloni, con una non poco evidente maschera da lupo mannaro indemoniato l'avrebbero riconosciuto!
Il silenzio di Sarah fu spezzato a sua volta da Hermione che, con aria saccente, caratteristica del personaggio e anche di colei che lo personificava, disse: "E come dovremmo chiamarti?! Thriller?".
Ci fu una risata generale e non se ne parlò più se non per prenderla in giro. Durante tutta la festa LaDonnaSenzaNome - così ormai veniva chiamata dagli amici - non era riuscita a levarsi dalla testa quella domanda... Chi è quello?

Gli occhi dell'altraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora