Capitolo 5

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Mentre passavo attraverso i corridoi a passo di marcia, gli altri studenti mi guardarono come fossi un' aliena appena scesa in Terra ma, dopo avergli lanciato uno sguardo più che furioso, si spostavano e mi creavano una strada libera verso l' ufficio della preside. Non avrei permesso che una strega piuttosto anziana, per quanto potesse essere la mia professoressa preferita, mi facesse fare le ronde con la persona che odiavo di più al mondo. Non avevo la benché minima intenzione di passare le mie serate per tutto l' anno con Malfoy.

Appena i miei amici mi avevano comunicato la notizia io, in preda alla rabbia, avevo afferrato la bacchetta e li avevo schiantati tutti e quattro e avevo lasciato i loro corpi svenuti in mezzo alla Sala Comune. A pensarci, avevo un po' di rimorso ma, in fondo, era peggio per loro, visto che non me lo avevano detto prima.

Appena arrivai davanti al gargoyle, pronunciai la parola d' ordine: - Feraverto.- e poi cominciai a salire le scale, come una furia. Arrivata in cima mi avviai verso la porta e, senza bussare, entrai; ma lo spettacolo che mi si parò davanti agli occhi fu uno dei meno aspettati: Scorpius Malfoy era in piedi davanti alla McGonagall, con le braccia aperte, mentre urlava contro la preside. Mi bloccai, come congelata, sull' uscio della porta, che si chiuse alle mie spalle con un tonfo. Entrambi si voltarono nella mia direzione, con espressioni confuse e furiose allo stesso tempo. Aprì e richiusi la bocca un paio di volte, prima di rendermi conto che, in quel momento, non avessi nulla da dire.

Mi avvicinai titubante alla cattedra della preside, quando questa parlò: - Signorina Weasley, ho la vaga sensazione di conoscere la ragione della sua visita...- e con la mano indicò Malfoy, che mi rivolse uno sguardo veloce. - Ora, per favore, si sieda. Anche lei, signor Malfoy, se non le spiace.- Ci sedemmo discretamente, con la differenza che, una volta seduti, Malfoy spuntava dallo schienale della sedia di almeno dieci centimetri, mentre io sembravo come inghiottita dalla poltrona stessa. -Molto bene- continuò la McGonagall - ho deciso di assegnarvi le ronde assieme, quest' anno, perché dopo sette lunghi anni, siamo tutti stanchi di sentirvi litigare già di prima mattina per tutto il castello e spero che questa mia decisione, porti ad una vostra riappacificazione, e non alla morte di uno di voi.- Finì il discorso spostando lo sguardo solo su di me, osservandomi con un sopracciglio alzato. Sorrisi nervosamente verso la preside, per poi spostare la mia attenzione verso il biondo al mio fianco. Quest' ultimo aspettò qualche secondo per poi aprire la bocca: - PROFESSORESSA MCGONAGALL! IO NON VOGLIO FARE LE RONDE CON LEI, INSOMMA, E' LA WEASLEY!- ruggì.

Sentì dentro di me qualcosa rompersi, come se qualcuno mi avesse colpito. Le parole di Malfoy mi avevano fatto male, anche se non sapevo bene perché, in fondo era solo Malfoy, non era la prima volta che si prendeva gioco di me e dopotutto anche io ero dell' idea di non voler fare le ronde insieme. Eppure il tono con il quale aveva pronunciato il fatto che "fossi la Weasley", mi aveva davvero distrutto. Abbassai gli occhi, mentre questi cominciarono a pizzicare e le lacrime minacciarono di fuoriuscire. Non volevo piangere davanti a loro, e per di più per uno dei commenti pungenti di Malfoy, sarebbe stato come se lui avesse vinto, se io avessi pianto.

Asciugai qualche lacrima fuggiasca e alzai nuovamente lo sguardo verso la McGonagall, la quale mi squadrò un secondo, prima di domandarmi: - Si sente bene, Rose?- aveva un tono amorevole e materno, probabilmente si era accorta dei mei occhi leggermente arrossati, a causa di quelle poche lacrime che erano cadute, bagnandomi leggermente la camicia. Anche Malfoy, ora, si era girato nella mia direzione, mentre un' espressione forse un po' dispiaciuta gli attraversava il volto.

Ripresi il controllo delle mie emozioni, io ero Rose Weasley, e non piangevo mai, il che era una grossa bugia, ma Malfoy non avrebbe dovuto saperlo. Aprì la bocca per parlare, ma la preside mi precedette: - No, signorina Weasley, non ho intenzione di cambiare la mia decisione, voi due farete le ronde insieme per tutta la durata dell' anno scolastico!- turbò. Richiusi la bocca, un po' delusa e frustrata, per poi annuire. - Molto bene, ragazzi, ora potete andare.- Mi alzai dalla sedia, biascicai una sorta di saluto e mi diressi verso la porta, con forse un po' troppa fretta, ma non volevo assolutamente incontrare Malfoy. Sfortunatamente, Merlino non era dalla mia parte e appena svoltato l' angolo, sentì la voce del biondo richiamarmi: - Ehi, Weasley, fermati ! Weasley, aspetta, voglio parlarti! Per favore, fermati! ROSE, FERMATI PER FAVORE ! - sbottò infine. Avevo accelerato il passo per distanziarmi da lui, ma non avendomi mai chiamate per nome, quando lo fece, la cosa mi stupì talmente tanto che mi bloccai in mezzo al corridoio. Il mio nome suonava così angelico pronunciato da lui, con la sua voce roca ma delicata, e lo faceva sembrare più bello di quanto non fosse.

In poco tempo lui mi raggiunse e mi si parò davanti, bloccandomi la strada. Mi squadrò da capo a piedi, per poi afferrarmi per un polso e attirarmi verso di lui in un abbraccio. Al contatto, mi irrigidì e poggiai una mano sul suo petto per cercare di allontanarmi, ma l' unica cosa che ottenni fu una stretta ancora più forte da parte sua. La mia mano era ancora appoggiata al suo petto e potevo sentire i suoi muscoli perfetti sotto la camicia; feci scorrere la mano dai pettorali, che si irrigidirono appena al mio tocco, fino ai perfetti addominali, resi tali grazie al Quidditch.

Non essendo noi mai stati così vicini, non avevo mai fatto caso a quanto il suo fisico fosse ben scolpito e risultasse sotto la chiara camicia, ma ora facevo caso ad ogni minimo particolare di quel corpo perfetto. Lui cominciò ad accarezzarmi delicatamente i capelli e io pian piano, mi sciolsi e lo abbracciai a mia volta. Non sapevo cosa mi prendesse, ma ero certa di sentirmi protetta e al sicuro, tra le sue braccia forti. Lentamente lui mi alzò il mento con due dita, in modo tale da far scontare le nostre iridi, per poi sussurrarmi : - Mi spiace, Rose.- e scoccarmi un bacio sulla fronte, prima di allontanarsi e prendere la strada opposta alla mia, con aria disinvolta, come se non fosse accaduto nulla.

Mi risvegliai come da un sogno, ancora incredula, prendendo coscienza del fatto che questo lato della personalità di Malfoy, mi piacesse decisamente di più. Mentre mi dirigevo verso la Sala Comune, mi appuntai mentalmente di non fare parola con nessuno di quanto appena successo, benché sapessi che le mie cugine e la mia migliore amica me lo avrebbero estorto comunque.

Quando arrivai, mi diressi automaticamente verso la mia stanza, senza preoccuparmi di controllare se i ragazzi fossero ancora svenuti o meno. Arrivata in cima alle scale, aprì la porta e mi intrufolai nella camera, per poi dirigermi verso il mio letto. Quando lo raggiunsi, mi ci buttai a mo' di balena e cercai di addormentarmi, ma senza molti risultati. Infatti le parole di Malfoy continuavano a ronzarmi per la testa e mi impedivano di prendere sonno. Afferrai, quindi, un libro e cominciai a leggere, in attesa che arrivasse l' orario della ronda.

Alle dieci e mezza, mi diressi verso l' entrata della Sala d' Ingresso, siccome avremmo cominciato da lì la nostra ronda. Aspettai Malfoy con inquietudine, poiché non avevo la più pallida idea di come affrontarlo, dopo quello che era successo. Mentre ero persa nei miei pensieri, lui arrivò con dieci minuti di ritardo, io lo salutai velocemente e cominciammo il nostro turno.

Durante il pattugliamento dei corridoi, gli lanciai qualche occhiata e notai che lui aveva un atteggiamento più che rilassato, come se nulla potesse scalfirlo. Ad un certo punto lui si girò verso di me e mi disse: - Weasley, so di essere bello, ma così mi consumi. - Io arrossì e borbottai qualche parola, senza, però, sapere veramente cosa dicessi. Allora lui riprese: - Tranquilla, rossa, faccio questo effetto a tutte.- Stavo per ribattere, quando un rumore sospetto proveniente da un' aula vicino a noi, catturò la mia attenzione. Estrassi la becchetta e mi avviai verso la porta, la spalancai con un incantesimo ed entrai. All' interno vi era una coppietta che si stava baciando un po' troppo focosamente sulla cattedra. Appena i due notarono me e il biondo, si staccarono, rossi dalla vergogna, e cercarono di sistemarsi come meglio poterono. - 20 punti in meno a Serpeverde e Tassorosso; ora filate nelle vostre Sale Comuni.- turbai io. I due ragazzi ci sorpassarono e uscirono, per poi prendere due strade diverse. Malfoy mi guardò ghignando e io sibilai qualche insulto in sua direzione.

Il resto della ronda proseguì tranquillamente, senza troppi intoppi: trovammo due ragazzini del secondo anno nelle cucine e qualche altra coppia, ma nulla di grave. Io e Malfoy chiacchierammo normalmente e qualche volta io, mio malgrado, sorrisi a qualche commento idiota del biondo.

Alla fine del turno, Malfoy insistette per accompagnarmi fino alla mia Sala Comune. Quando arrivammo davanti al ritratto della Signora Grassa, mi voltai verso di lui e gli dissi: - Ehm... grazie, Malfoy... è stata una serata "divertente".- Lui mi sorrise per poi aggiungere: - Non c'è di che, rossa, quando vuoi!- Io sorrisi a mia volta per poi pronunciare la parola d' ordine per poter entrare. Mi voltai un' ultima volta verso il ragazzo, il quale si avvicinò pericolosamente a me, per poi spostarmi una ciocca di capelli dal viso e appoggiare la sua fronte contro la mia, facendo sfiorare i nostri nasi. Chiusi istintivamente gli occhi, ma improvvisamente Malfoy si staccò e si allontanò gridando: - Buona notte, Weasley!- Scossi la testa e mormorai : - Notte, Malfoy.- per poi entrare nel buco del ritratto, consapevole del fatto che quel ragazzo sarebbe stato la mia rovina.

So bad , So good - Scorose Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora