19. Favore ricambiato

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Era sera. Io ero sulle mura, ad ammirare le stelle e pensare come mio solito, anche se avevo il libro che stavo leggendo da qualche giorno con me. "Questo vento leggero è così rilassante, e poi questo cielo completamente stellato è meraviglioso, per non parlare delle colline illuminate dalla luce lunare. Chissà cosa aveva oggi il capitano... forse perché ho rischiato di essere schiacciata da un masso enorme? No, non credo che stesse così per una cosa del genere. Se ci penso, in questi mesi il capitano mi ha salvata due volte: la prima, quando caddi dal cavallo e mi feci male la caviglia, e invece la seconda, quando quel grande masso stava per uccidermi. Se non fossi così distratta, probabilmente avrei potuto evitare di far preoccupare il capitano così tanto.". Decisi di continuare a leggere il libro che avevo con me, continuando a pensare, finchè una voce dietro di me non attirò la mia attenzione: erano due reclute di guardia al muro che stavano camminando lungo il muro, che si allontanarono dopo avermi lanciato una strana occhiata, lasciandomi di nuovo nel silenzio accompagnato dal suono delle cicale notturne. Quel libro mi prese tantissimo, infatti lo avevo quasi finito già solo dopo tre giorni, nonostante passassi molto tempo ad allenarmi oppure insieme al capitano. Ero così concentrata che qualcosa, prendendomi da dietro la schiena, mi fece sussultare. << Ancora qui a pensare? >>.

<< Oh, capitano. No, stavolta sono qui a leggere un po'. >>. Levi si sedette affianco a me, avvolgendomi il fianco con il suo braccio, ed io mi appoggiai al suo petto continuando a leggere.

Rimanemmo così per un bel po' di tempo, finchè Levi non interruppe quel silenzio.

<< Sai, Chise, stavo pensando a una cosa che vorrei chiederti, ma se non mi risponderai subito oppure non acconsentirai non è affatto un problema. >>.

<< Chieda pure, capitano. >>.

<< Vorresti venire a stare nei miei alloggi? >>. Mi bloccai di colpo. Il cuore mi batteva all' impazzata. Chiusi il libro e guardai Levi che mi stava fissando negli occhi con il suoi occhi di ghiaccio, quel grigio miscelato con sfumature quasi azzurrine. << Oh... beh... non so... v-vorrei parlarne prima con i miei amici. Sa, non voglio lasciarli così all' improvviso, quindi ci penserò. >>.

<< Certo, prenditi tutto il tempo che vuoi. >>. Dopo quelle parole, Levi abbassò la testa e mi diede un leggero bacio sulla fronte.

Erano le dieci. Stavo tornando ai miei alloggi, quando qualcuno gridò il mio nome alle mie spalle; mi voltai quasi di scatto per capire chi fosse, e poi mi accorsi che erano Eren ed Armin. << Ciao ragazzi, state tornando gli alloggi? >>.

<< Si, e tu? Che facevi fuori a quest'ora? >>.

<< Potrei chiedervi la stessa cosa. Comunque, ero un po' a leggere. >>.

<< Beh, tra poco Hanje passerà per controllare se stiamo negli alloggi, quindi conviene muoverci. >>.

<< Certo. Appena torniamo preparerò anche del thè caldo, vi va bene? >>.

<< Ovvio! >>.

Tornati, preparai due bollitori di thè per tutti quanti insieme a dei biscotti. Ci mettemmo sul divano tutti a chiacchierare fino alle undici, finchè ognuno non andò nella propria stanza; io ero sul letto a leggere, finchè non mi addormentai con il libro in grembo.

La sveglia suonò alle sette come al solito. Quella sveglia era così assillante. Mi vestii e preparai la colazione per i ragazzi; misi il mantello e mi avviai al campo di addestramento per iniziare l'allenamento. Ero andata prima, tipo verso le 7:40, perché avevo voglia di dare qualche pugno nei pali di legno come facevo di solito, ma trovai già qualcuno che stava dando a pugni al mio posto.

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