Capitolo 7

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"Lore lore lore, ti devo chiedere un favore enorme, per piacere. E non puoi dirmi di no."

-Dipende Clà- e ride.
-Di cosa si tratta?-

Gli spiego quello che ho in mente e lui, dopo aver compreso che non l'avrei lasciato andare se non avesse detto di si, ha deciso di accontentarmi.

Come si vive senza gli amici?

"Grazie grazie grazie Lore! Ti devo un favore"

Quel giorno, al tramonto, fui io a non farmi vedere.
A Mario feci consegnare da Viola un semplice biglietto:
"Questa sera al solito posto. Dovrai vestire di bianco. Puoi fare questo sforzo per me?"

La cosa a cui avevo pensato era forse troppo azzardata,
forse troppo esagerata,
ma si vive una volta sola no?

Quella sera decisi di osare.

Sulla spiaggia.
Al nostro posto.
Al chiaro di luna.
Al centro della spiaggia, vicino le onde del mare, un tavolo bianco con delle sedie dello stesso colore, al centro una candela.
Un cameriere ci avrebbe servito la cena.
Lorenzo mi aveva aiutato e, per fortuna, era uscito tutto alla perfezione.

Anche io quella sera vestii di bianco.
Come avevo detto di fare a Mario.
Lo aspettavo lì.
Volevo godere dell'espressione del suo volto.
Non volevo spaventarlo.
La mia intenzione non era quella di correre, perchè ero il primo a non volerlo.
Però volevo...stupirlo.
Volevo dimostrargli ancora di più che mi piaceva.
E tanto anche.

Mario non se l'aspettava.
La sua espressione era incredula.
Io sorrisi infatti appena lo vidi.

'Ma questo è per noi?'

"Certo. Ci è servito tutto il pomeriggio per organizzarlo"

'Ecco perchè...'

"Non c'ero al tramonto? Si, esatto, stavo facendo questo che vedi"

E subito dopo avergli detto questo, allungai la mia mano verso la sua e Mario si aggrappò a me come se ne dipendesse la vita.

La cena procedeva bene.
Ci stavamo piano piano sciogliendo entrambi e iniziammo a raccontarci della nostra vita, come se volessimo a tutti i costi far entrare l'uno nel passato dell'altro.
Tutto veniva raccontato con naturalezza.
E mi sorpresi quando mi resi conto che avevamo avuto storie simili.
Certo diverse, ma comunque simili.

Non c'era mai stato un momento di silenzio.
Con Mario era impossibile non sentirsi completamente se stessi.

Terminata la cena, Mario si alzò e mi invitò a seguirlo.
Mi chiese di sedermi sulla riva e, stupendomi, dal momento che il nostro unico contatto era stato un bacio sulla fronte, si mise in mezzo alle mie gambe.
D'istinto portai le mie mani intorno a lui e cominciai a passare la mano in mezzo ai suoi capelli.
Intorno a noi un completo silenzio.
L'unico rumore udibile erano le onde del mare.

Iniziai a coccolarlo.
Lui, forse istintivamente, appoggiò la testa sulla mia spalla e chiuse gli occhi.

"Non ti fidi subito delle persone tu vero?"

Aprì subito gli occhi quando gli rivolsi questa domanda.

'No, sinceramente no. Ma con te sto provando a farlo, non trovi?'

"Si. E sono contentissimo di questo"

Gli ribacio la fronte.

"Io non ti sto prendendo in giro Mario. È finita l'età dei giochetti."

'Hai trovato una persona un po' complicata Claudio. Mi sa che non ti è andata tanto bene', ride.

"Raccontami perchè"

'Perchè cosa?'

"Chi o cosa ti ha ridotto a chiuderti così"

'Sei sicuro di volerlo sapere davvero?'

"Io voglio sapere tutto di te Mario"

Il resto della serata la passammo a parlare.
E iniziai a capire il perché di tanti comportamenti.
Iniziai a capire che Mario avesse bisogno di un'unica cosa: dell'essere amato.
E io volevo davvero prendermi cura di lui.
Avevo capito da subito che c'era qualcosa nella sua vita che lo avesse toccato.
Lo capii dal primo giorno che lo vidi solo sulla spiaggia a scattare foto.
Capii che la fotografia per Mario era un'ancora di salvezza che lo aveva salvato da tutte le cose negative che gli erano capitate nella vita.
Anche io, però, sarei voluto essere la sua ancora.
A patto che lui fosse stata la mia.

Quella sera prima di salutarlo, lo abbracciai.

"Ti prenderai cura di me?"

Non mi rispose.
Ma fece molto di più.
Prese il mio viso con le sue dolci mani e mi baciò.

Fu il primo bacio che mi trasmise le più belle sensazioni che pensavo si potessero provare.

Fu il nostro primo bacio.

E capii che ormai ero totalmente dipendente dalle sue labbra.

Al tramonto noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora