In my mind

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Keith uscì zoppicando dalla navicella Galra che durante l'attacco alla stazione madre era stata colpita in pieno da un raggio di quint'essenza, provocando così alla vettura la frattura di una delle due ali. Il ragazzo aveva assorbito l'impatto sulle gambe che di conseguenza avevano sbattuto violentemente sul monitor dei comandi.
Una volta messi i piedi sul metallo stabile dell'hangar del castello crollò a terra preso da una forte stanchezza e da un improvviso mal di testa. Il mondo vorticò intorno a lui un paio di volte e la sua vista si offuscò fino a che una nube nera lo inghiottì.
Si sentiva galleggiare nel nulla: il suo corpo senza peso vagava per l'oscurità della sua mente, mentre i pensieri vagavano per l'universo in cerca di una persona. Quella persona sarebbe stata l'unica a potergli ridare nuova speranza nella vita; speranza di vivere. Galleggiò in quell'immensità per quelli che gli parvero giorni, fino a che non sentì un suono lontano, un suono familiare provenire da un angolo sconosciuto e stranamente più luminoso del nulla in cui si trovava.
Cercò di raggiungerlo e quando fu più vicino si rese conto che il suono era in realtà una voce. Inizialmente non capiva il significato delle parole ma poi riuscì a distinguerne alcune in particolare.
-Mullet-
-Non lasciarci-
-Vivo-
Riconobbe la voce del ragazzo che lo aveva aiutato ad andare avanti in quei mesi. Si sforzò ad avvicinarsi alla fonte di luce da cui tutto proveniva e mano a mano che la distanza tra di loro diminuiva si faceva sempre più difficile le strada. Nonostante stesse fluttuando nel vuoto faceva fatica a raggiungerla.
Non voleva smettere di provare.
Non voleva morire.
Non ora che una via d'uscita gli si era presentata così rassicurante e invitante in quell'universo di nulla.
Poi la sentì chiaramente.
"Ti sto cullando tra le mie braccia samurai. A quanto pare ci siamo scambiati i ruoli."
Keith era ormai arrivato alla sua meta finale. Con un ultimo sforzo si gettò nella luce; nella vita che aveva deciso di continuare insieme al ragazzo che lo aveva salvato.
Aprì gli occhi lentamente e mise a fuoco l'immagine che aveva davanti poco alla volta.
Lance lo stava cullando tra le braccia mentre erano distesi sul letto in camera di Keith. Il ragazzo alzò gli occhi verso il suo amico e usando le poche forze che gli erano rimaste in corpo sorrise leggermente.
"Sapevo che in realtà non te lo eri dimenticato." Disse prima di addormentarsi sfinito sul petto del ragazzo che inconsapevolmente gli aveva cambiato la vita.

Out of this world [Klance]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora