La nostra cena "tra amici" è andata relativamente bene. Quanto meno non ci sono stati grandi momenti di imbarazzo, almeno per gli altri!
Io ho mangiato la mia pizza come se fossi lobotomizzata, avrò detto dieci parole si e no, fingendo un inesistente interesse per non so quale programma televisivo.
Nessuno dei presenti pare far caso alla mia più che evidente stranezza, nessuno tranne Diego ovviamente. Se sono strana, più del solito, la colpa è solo sua. E anche mia.Verso l'una di notte circa, Diego ed Ilaria vanno via. In un primo momento ammetto di esserci rimasta male poi, quando ho capito che ognuno era con la propria auto, mi sono come tranquillizzata.
È andato via senza dirmi nulla di che, non gliene faccio una colpa certo, però che cazzo! Cioè mi dice di voler stare da solo con me e poi...niente, non fa nulla per far si che accada.Martedì mattina vengo svegliata da quel maledetto suono super fastidioso della sveglia del mio telefono. Ho scelto la suoneria peggiore così da avere la certezza che il desiderio di porre fine al suono infernale fosse maggiore rispetto al desiderio di continuare a dormire.
Indosso un paio di jeans rovinati, degli anfibi neri, un maglioncino a collo alto nero, il cappotto over size grigio e filo via.
Ho già bevuto la mia dose mattutina di caffè ma ne avrei bisogno di molto di più. Di passare al bar in cui lavoro non ci penso neppure. È assolutamente fuori discussione!Entro in aula, dove mi attendono due interminabili ore di statistica e non riesco ad individuare Vale.
Controllo WhatsApp e mi accorgo di un suo messaggio dove mi avverte che stamattina non verrà a causa dell'influenza.
La mia giornata prosegue così, una lezione noiosissima dopo l'altra. Non si contano più i miei sbadigli, così come quelli dei miei compagni.Alle due e un quarto sono finalmente fuori e finalmente libera.
Mi guardo intorno perché ho come la sensazione di essere osservata. E infatti lo sono. Diego è in fondo alle scale, sull'uscio del porticato di uscita. Ha una sigaretta tra le labbra ed è bello da togliere il fiato.
Respira Mia, respira.
Mi incammino nella sua direzione, che è la mia direzione, l'unica possibile per uscire.
Mi fissa, anzi no. Mi fissa e sorride. Oddio."Ciao..." dico con un filo di voce.
"Ti stavo aspettando!" Ricordati di respirare Mia!"E se fossi andata via prima? O se non fossi venuta?"
"Ma sei venuta e non sei andata via prima..."
"Che risposta è?"
"Mia è tutto il giorno che ti guardo andartene in giro per l'università e conosco l'orario dei tuoi corsi."
Uno stalker praticamente!"Ma io non ti ho visto!"
"So essere piuttosto discreto quando voglio! Andiamo?" Andiamo? Ha detto andiamo? Ho sentito bene?"Andiamo?" Lo guardo scettica.
"Si! Tu oggi stai con me!" Sto respirando? No, perché non sento più nulla. Potrei essere in apnea e non rendermene conto.
Come capita spesso in sua compagnia, non so cosa dire."Dove vuoi andare?" Non che me ne importi, onestamente il solo fatto di stare con lui mi basta ed avanza anche!
"Non lo so, non c'ho pensato..." Si porta una mano in testa e comincia a toccarsi i capelli, come se a furia di frugarci dentro potesse venirgli improvvisamente un'idea.
Che dovrei fare? Aiutarlo? Anche volendo non saprei proprio cosa suggerire, conosco forse due posti in questa città e, magari, altri di cui non ricordo granché. Cioè, sul serio come potrei essere d'aiuto?!"Facciamo così, io ho fame. Che ne dici di andare a mangiare?" Una mia intraprendente si fa largo tra tutte le peculiarità della mia persona che non comprendono niente di lontanamente simile a qualcosa tipo, per l'appunto, l'intraprendenza.
"S-si! È perfetto!" Wow quanta enfasi. Questa cos'è la sua personalista numero trenta? Un Diego impacciato e un tantinello eccitato all'idea di un casto pranzo insieme?
Mi muovo in direzione di casa, nella speranza che sia poi lui a decidere il posto in cui pranzare.Mi prende la mano. Panico. Eccole qui le famose farfalle allo stomaco.
Stacco la mia mano dalla sua."Perché?" Mi si piazza davanti e mi guarda dritto negli occhi. Iniziamo bene!
"Perché, se te ne fossi dimenticato, Ilaria studia qui e potrebbe vederci."
"Non è la mia ragazza!"
"E lei lo sa?" Improvvisamente sono arrabbiata. Lo sono perché non può comportarsi così, fregarmene degli altri come se nulla fosse. Fino a tre giorni fa le ficcava la lingua in bocca e adesso da la mano a me fregandomene dei sentimenti di lei, dei miei e probabilmente anche di qualcun altra."Dobbiamo parlare di questo qui? Adesso? Per strada?"
"Se non vuoi parlarne adesso allora non prendermi la mano!"
"Ti ha morso un serpente stamattina?"
Adesso che mi ci fa pensare, non capisco cosa mi succede. O meglio lo capisco, ma rispondere in questo modo non è da me. Non lo è mai stato almeno."Forse, chi lo può dire? Non mi stupirei se sapessi che casa mia fosse abitata anche da altri esseri oltre a me e Samuele. "
Gli sorrido in modo sincero e lui fa lo stesso."Dai andiamo! Mangiamo qualcosa poi potrai farmi tutte le domande che vuoi!"
Alzo lo sguardo con fare scettico: "Tutte?"
Si mette a ridere e mi toglie un ciocca di capelli dal viso: "Vedremo..."
Si, vedremo!
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Caos (in Corso)
Romantiek#20 in Forever Mia è tutta la vita che vive come se fosse sotto una campana di vetro fino a quando decide di trasferirsi a Napoli. Strano che una ragazza del nord si trasferisca al sud per studiare, quando normalmente succede l'inverso. Lei però h...