Sono davanti la base dei Marlon. Il cuore mi batte a mille e per un secondo, soltanto uno, penso che sia perché finalmente potrò ammirare da vicino cotanta bellezza e non per l'ansia che mi provoca a stare così vicino al nemico.
La nostra spia all'interno ci ha riferito che sono andati quasi tutti i componenti del clan alla finta negoziazione, se non per una decina di uomini che all'interno fanno da guardie. Con un profondo respiro mi posiziono la pistola davanti con la canna all'in giù ed entro da una finestrella. Facendo meno rumore possibile e guardandomi avanti scrutando bene il posto. Ci sono alcuni uomini che ridono fra loro, e io che pensavo che mi stessero aspettando per fare di me carne per i cani, sorrido lievemente.
Cammino affianco alla parete scrutando ogni persona in sala, sono coperto dalla vista da vari scatoloni con alcuni numeri certamente saranno i chili di droga..se qualche grammo scompare non se ne accorgerebbe nessuno, no?
D'improvviso sento una presenza fredda vicino alla tempia.
-Guarda guarda chi abbiamo qui, Kart McCarthy.. qual buon vento ti porta qui è?- mi fa avvicinare ai suoi amici che mi tengono puntato con le loro pistole mediocri. Deglutisco. Devo rendermi innoffensivo se voglio che il piano vada bene.
-Ti ridurrei in un ammasso di poltiglia se non fosse che Valentine mi ucciderebbe se sapesse che gli ho negato questo piacere..- mi guarda con fare di sfida ma la credibilità che mi trasmette è uguale a quella che mi potrebbe incutere un pony colorato.
-Hei, hei, ragazzi calmi, qui nessuno ridurrà in poltiglia nessuno. Porto io questo bastardello in una stanza ad aspettare il capo- mi sento prendere dalle spalle e sorrido dentro di me. Finalmente la nostra spia è arrivata. Mi faccio prendere la pistola e legare i polsi dietro la schiena. Mettendomi una mano sulla spalla mi guida verso una meta sconosciuta e appena svoltiamo l'angolo Calum mi sorride.
-Grazie per il tuo aiuto Cal- sussurro
-È stato facile come bere un bicchier d'acqua, amico- mi sorride -per di qua, vieni-
Karin's POV
I polsi mi dolgono in una maniera disumana. Le corde bruciano terribilmente e quando provo a muovermi non faccio altro che recarmi ancora piu dolore. Quando respiro, i polmoni bruciano e le costole dolgono per mezzo dei vari pugni che degli uomini con una garza che copriva loro il volto mi avevano dato il giorno prima, e quello ancora prima, e ancora.
Mi contorco ogni volta che provano a togliermi i vestiti per abusare di me, ma i miei tentativi di sfuggirgli falliscono e piango ogni notte, se non tutto il giorno.
Nella mia mente il ricordo di mio padre è vivido e cerco di ricordare i suoi occhi rassicuranti e il suo sorriso per farmi forza e ripetermi che mi porterà via da qui prima o poi, ma ad ogni ora la speranza defluisce dal mio cuore come la voglia di vivere dal mio corpo.
Improvvisamente la porta davanti a me si apre e cerco di mettermi seduta su questo letto bianco che sembra esser fatto di pietra.
Vedo due uomini, il più basso slega l'altro e gli dà una pistola. Cosa sta succedendo? Vogliono uccidermi?
La porta si chiude e rimango nella stanza con quello che penso sarà l'autore della mia morte. Si blocca un momento fissandomi negli occhi e cancello completamente quel pensiero. Come fanno due occhi così celesti da ricordare il cielo ad appartenere ad un assassino?
Con una presa lieve ma decisa, l'uomo mi solleva un braccio. Con un coltelletto che compare da non so dove, divide con una mossa la corda che mi teneva legata i polsi, il dolore è lancinante ma non provoco nessun gemito dato che la gioia è di gran lunga superiore. Quest'uomo con i capelli color sole è il mio salvatore.
Tiene fra le sue mani lisce i miei polsi ancora per un po' per poi far finire il contatto per avvicinarsi alla finestra e con il manico della pistola rompere il vetro in mille pezzi.
-Ch-ch-chi s-sei?- lui si gira verso di me e mi sorride lievemente.
-Mi manda tuo padre- a sentir questo la mia espressione muta per la prima volta in non so quanto, in un sorriso -e ti porterò via da qui-
Salta dall'altra parte in un salto magistrale, senza farsi un graffio. Mi avvicino alla finestra.
-Non avere paura, fidati di me- non so il perché, ma sapevo di potermi fidare ciecamente di quest'uomo, del quale però non conoscevo neanche il nome.
D'un tratto mi afferra i fianchi e mi fa scivolare via. Le sue mani calde sul mio corpo freddo mi procurano tanti piccoli brividi che fingo di riportare allo scambio di temperatura o ai movimenti d'un tratto liberi.
Sento la porta all'interno nella stanza aprirsi rumorosamente ma nel tempo di un respiro mi ritrovo volteggiando in aria con un rumore assordante nelle orecchie. Ho un braccio dell'uomo intorno al fianco e il suo viso sulla spalla. I nostre gambe sono intricate sulla scaletta che scende da un elicottero.
All'improvviso fa girare velocemente la scaletta dal lato opposto e sono certa di cadere, ma lui mi sorregge. Un brivido gli percorre lunga tutta la sua persona, e solo dopo mi accorgo che praticamente ogni parte del nostro corpo si tocca.
L'Uomo Senza Nome porta il viso verso il basso, verso la sua gamba, e solo dopo capisco che mi ha fatto da scudo per uno sparo proveniente dal basso.
Porta il viso verso l'alto, imprecando verso il guitatore dell'elicottero e dopo pochi secondi ci ritroviamo a bordo del mezzo. Ho il fiato corto e nel corpo un'energia che non sentivo da troppo.
-A proposito- dice d'un tratto -mi chiamo Kart. Kart McCarthy- mi sorride. E vedo il paradiso.
-I-io mi chiamo K-Karin Brown- accenno un sorriso timido verso Kart.
-Lo so- accentua un sorriso divertito e io non posso fare a meno di voltarmi verso le finestrelle. Da questa altezza la città sembra formata da tanti piccoli quadrati squadrati e colorati.
-Karin..- mi tocca la mano. Il mio nome sulle sue labbra mi suona diverso, la K dura..la carezza sulla A..il suono della R sulla sua lingua..la i appena pronunciata..e la congiunzione delle labbra dopo la N -adesso torniamo a casa- gli sorrido e nei suoi occhi rivedo la luce del sole e la somiglianza con il cielo.
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Save me from all
Fiksi RemajaJason Brown, più temuto capo del più conosciuto clan di spaccio di New York, è stato sfidato e ricattato portandogli via sua figlia da un secondario clan. Dopo un mese, hanno la posizione esatta della base del nemico e Jason affida la vita di sua fi...