Quando mi ripresi, ancora non riuscivo a muovermi, ma notai che gli altri ragazzi del nostro gruppo erano corsi in aiuto contro il gigante proprio nel momento in cui aprii gli occhi. Mi sentii prendere sotto braccio da qualcuno: era Levi, che mi portò lontano da lì mentre i ragazzi tenevano occupato il gigante dalle fattezze femminili; avevo le braccia di Levi avvolte al mio fianco, mentre le mie cadevano a penzoloni. Ci fermammo su un ramo di un albero molto alto, abbastanza lontano dalla zona in cui si trovava il gigante dalle fattezze femminili. Levi mi poggiò delicatamente sul ramo, usando il suo mantello come cuscino. "E' la seconda volta che il suo mantello mi fa da cuscino mentre io sono conciata in questo modo.".
<< C-Capitano... >>.
<< Chise, devi restare qui, non devi sforzarti, sei ferita gravemente. Prendi questo fumogeno viola: le reclute mediche verranno a prenderti e ti porteranno via da qui. >>.
<< Capitano, la prego, non vada...>>.
<< Devo uccidere quel gigante, devo capire chi si nasconde dietro quella nuca per dargli una lezione. Sparerò il fumogeno, perché so che tu non lo farai per seguirmi.>>.
Gli afferrai il braccio prima che lui sparasse il fumogeno. << Levi...io...non lasciarmi...>>.
<< Chise, devo finire la missione. Non posso rim...>>. Gli afferrai il viso con le mie mani.
<< Allora mi prometta che tornerà da me, la prego capitano...>>. Le lacrime cominciarono a scorrere lungo la mia guancia, per poi essere asciugate dalla fredda mano di Levi, che mise la sua fronte contro la mia. << Te lo prometto. >>. Dopo quelle tre parole, Levi mi diede un lungo bacio, per poi sparare il fumogeno viola e scattare col modulo di movimento tridimensionale.
"Levi, ti prego, non lasciarmi sola...io...". Quel bacio mi sembrò un addio, perciò iniziai di nuovo a piangere, mentre sentivo che le reclute mediche si stavano già avvicinando. "Già sono qui?". Passarono pochi minuti prima che le squadre mediche mi trovarono: mi portarono fuori dal bosco, e mi misero su un carro per medicarmi. Non riuscivo a smettere di pensare a quello che successe mezz'ora prima sull'albero, non riuscivo a smettere di pensare a Levi. Non riuscivo o non volevo? "Probabilmente non riesco e non voglio smettere di pensare a lui. Sono troppo preoccupata. Ha rischiato la sua vita per salvare la mia e nonostante ciò ha preferito continuare la missione per catturare quella persona che ha ucciso tutti i nostri compagni. Se non dovesse tornare non me lo perdonerei mai. Se non dovesse fare ritorno...". Mentre pensavo a quelle parole con le lacrime agli occhi, notai il comandante Erwin avvicinarsi al carro sul quale mi avevano poggiata le reclute mediche per curarmi le ferite. << Comandante! >>.
<< Chise, dov'è la tua squadra? E il capitano Levi? >>.
<< Lui...loro sono nella foresta a combattere contro il gigante...io... >>.
<< Va bene. Grazie, Chise. Squadra 28, seguitemi! >>. Erwin fece scattare il suo cavallo inoltrandosi nella foresta, seguito dalla squadra che aveva richiamato.
Passarono alcune ore. Sembrava passato un'eternità, finchè non si udì un urlo straziante che sembrava quello di un gigante provenire dalla foresta. Ci voltammo tutti verso gli alberi giganti. "Ma che diavolo era quell'urlo? Era il gigante dalle fattezze femminili? Lo hanno catturato?". Dopo quell'urlo, il silenzio tornò a regnare, ma fu subito interrotto da qualcosa che sembravano passi di giganti. Infatti, vedemmo che, sorprendemente, tanti giganti cominciarono a correre nella foresta, probabilmente verso quell'urlo. Indossai di nuovo l'equipaggiamento ignorando i dolori che mi invadevano da capo a piedi e scattai verso la foresta, lasciandomi alle spalle le guardie mediche che mi gridavano di tornare indietro. "No. Non posso tornare indietro. Devo capire cosa sta succedendo. Devo sapere. Devo sopportare i dolori. Devo trovare gli altri. Devo trovare Levi.". Stavo andando molto veloce. Troppo veloce. Il gas era finito proprio nel momento in cui arrivai nel luogo in cui il gigante dalle fattezze femminili mi scaraventò violentemente qualche ora prima. Mi ritrovai davanti una scena spaventosa: i giganti stavano divorando il corpo del gigante dalle fattezze femminili, ormai deceduto. "Ma cosa succede? Perché lo stanno mangiando? Ora i giganti praticano anche cannibalismo? Ma dove sono gli altri?". Mi guardavo intorno abbastanza preoccupata.
<< Ehi! Ma quella è Chise! >>. Mi girai verso quella voce: era Eren, seguito da Mikasa, Armin, Connie, Sasha ed Hanje. << Oh ragazzi! Sono così contenta che stiate tutti bene! >>. Il mio sguardo cadde su un ramo più alto, sul quale vidi Levi ed Erwin parlare intensamente, finchè Erwin non mi guardò, facendomi notare da Levi sussurrandogli qualcosa. Levi fissò nella mia direzione per qualche secondo e poi scese verso di noi. Spinse tutti facendosi largo verso di me: sembrava...arrabbiato. "Perché avanza verso di me guardandomi in quel modo?". Arrivato davanti a me, mi prese le spalle stringendole talmente forte da farmi gemere per il dolore.
<< Capitano... così mi fa male! >>.
<< Cosa ci fai qui? Perché non sei rimasta insieme alle guardie mediche? >>. Il suo sguardo era spaventoso e minaccioso, ma nello stesso tempo anche preoccupato.
<< Io... v-volevo solo... volevo sapere cos'era quel grido che ho sentito prima... e poi ero preoccupata per tutti loro... ero preoccupata per te... >>. Levi lasciò leggermente la presa, e lo sguardò che sembrava arrabbiato, ora sembrava tranquillo e serio come al solito.
<< Chise, non devi muoverti nelle tue condizioni. Le ferite potrebbero riaprirsi. Ora ritorna subito fuori dalla foresta, qui ce ne stiamo occupando io e Erwin. >>.
<< Ragazzi, ora basta. Dobbiamo pensare al gigante. >>. Erwin atterrò di fianco a noi, e in quel momento, Levi lasciò la presa, liberando le mie spalle.
<< Comandante... il gigante ormai... >>.
<< Si, Armin. Io e Levi stavamo parlando proprio di questo. Il gigante dalle fattezze femminili è deceduto, ma questo non vuol dire che lo sia anche il suo ospite. >>. Cominciammo a guardarci in faccia l'uno con l'altro. << Sarà riuscito a scappare richiamando gli altri giganti, che sarebbero stati occupati a mangiare il corpo del gigante dalle fattezze femminili permettendole di scappare senza farsi scoprire. Dobbiamo fare molta attenzione, perché l'ospite del gigante dalle fattezze femminili potrebbe camuffarsi anche tra di noi del Corpo di Ricerca, o potrebbe essere qualcuno del Corpo di Gendarmeria o di Guarnigione che ha rubato l'uniforme del Corpo di Ricerca per i suoi scopi. >>. "L'ospite di quel gigante è una recluta?". Ero senza parole. Come potrebbe essere qualcuno all'interno delle mura? Questo voleva dire che c'era anche qualcun altro, come Eren, che poteva trasformarsi in gigante, ed era abbastanza preoccupante la cosa, perché non essendo dalla parte dell'umanità (come ci aveva appena dimostrato), potrebbe impadronirsi delle mura creando brecce e facendo entrare gli altri giganti. "Ora che ci penso, quel gigante corazzato che combatteva contro Eren, sembrava avere anche lui avere un'intelligenza, dal modo in cui combatteva... e se anche quel gigante fosse guidato da un umano? E il colossale? Sarebbe la fine... ma chi è che odia così tanto l'umanità?". I miei pensieri furono interrotti da Erwin. << Usciamo fuori dalla foresta e andiamo ai carri. Si ritorna alle mura. >>. Tutti scattammo con il modulo di movimento tridimensionale verso l'uscita della foresta mentre Erwin lanciò un fumogeno per determinare la ritirata generale, ma io non riuscivo. "Perché non scatta il mio modulo? Oh, già... avevo finito il gas...". Levi si avvicinò a me. << Perché sei ancora qui? >>.
<< Ho... ho finito il gas per venire qui... >>. Abbassai lo sguardo imbarazzata, mentre Levi roteò gli occhi al cielo.
<< Ti avevo detto di rimanere lì. >>. Levi mi prese in braccio, tenendomi con un braccio solo, mentre l'altro guidava il modulo di movimento tridimensionale, ed io avvolsi il suo collo con le mie braccia, appoggiandomi e tenendomi forte a lui. "Oh... adoro il suo profumo...".
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Le Ali della Libertà
FanficChise Yamada, una ragazza ventottenne, viveva insieme alla sua famiglia nel distretto di Shiganshina, una delle città al confine del grande muro denominato Wall Maria. Al di fuori di esso era proibito andarci, essendoci i giganti "divora-uomini" com...