Capitolo 29

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"Alla fine tu e Rye avete scopato o vi siete limitati a fare quelle scenette da teatrino che non servono a nessuno?" ride sotto i baffi
"Come le tue parole?" la guardo
"Come scusa?" corruccia la fronte
"No dico, le tue parole, nemmeno quelle servono a nessuno" mi limito a dire per poi raggiungere Giulia. Oggi lavorerò con lei.
"Bella risposta" mi fa l'occhiolino la mia collega
"Grazie Giulia, allora...che devo fare?" chiedo impaziente
"Servi quei due tavoli laggiù, le comande sono lì sopra" mi indica due vassoi
"Sissignora!" ridacchio.
Prendo i vassoi in mano e figuriamoci se non combino qualcosa che mi possa mettere in ridicolo...infatti vado ad inciampare addosso a qualcosa, anzi, qualcuno.
"Oddio mi scusi. Vado a prenderle un tovagliolo e l'aiut-" dico raccogliendo le bevande ma bloccandomi alla vista di quegli occhi ghiacciati. I suoi occhi.
"Lei non dovrebbe già essere in ufficio, sceriffo Stilinski?" faccio un sorriso amaro
"Che ci fai tu qui?" chiede
"Ci lavoro. Tu perché non sei in ufficio? O dovrei dire in Canada?" lo guardo male marcando l'ultima parola
"Si, lo so scusa. Ho chiesto io a tua madre di dire che ero in Canada. Volevo farti una sorpresa, tutto qui" fa spallucce
"Oh ma che bella sorpresa. Ora se vuoi scusarmi ho del lavoro da fare." rispondo fredda scansandolo e andando verso i tavoli con le comande
"Mamma mia che bel modo di accogliere papà" dice scocciato
"Tu ti definisci ancora un padre? Dopo tutto quello che è successo? Siamo messi bene..." cerco di non alzare la voce per non attirare i clienti
"Ho capito. Va bene. Me ne vado." detto questo esce e un po' mi sento male per come l'ho trattato, ma anni fa lui ha decisamente fatto peggio...
Finisco il turno e decido di chiamare Mikey. Devo dirgli una cosa e sono sicura che se la terrà per sè senza dire nulla agli altri. In poche parole, mi fido del suo silenzio.
"pronto?"
"oh. Ciao R-Rye. Mikey non c'è?"
CAZZO.
"si è qui. Perché gli vuoi parlare?"
"cose nostre."
"uff...e va bene. Ma stasera ne riparliamo"
"MA COSA C'È DA RIPARLARE?! TI HO DETTO CHE DEVO PARLARE CON LUI. BASTA. FATTI I CAZZI TUOI E PASSAMELO, DATO CHE QUESTO NON È NEMMENO IL TUO TELEFONO."
"ehi ehi ehi, che succede? Sei al lavoro? Due minuti e arrivo"
"no Rye. Ti preg-"
*fine chiamata*
IO. LO. UCCIDO.
Perché deve sempre fare ciò che gli dice la testa?? Non potrebbe ascoltarmi per una volta?
Decido di uscire a prendere un po' d'aria e appena esco vado a sbattere a qualcuno. EH NO PERÒ. TUTTE OGGI. CARA SFIGA TI VOLEVO INFORMARE CHE OLTRE A ME, NEL MONDO, CI SONO ALTRE 7 MILIARDI DI PERSONE. COLPISCI ANCHE LORO.
"cazzo, non puoi stare più attento?" dico con il culo a terra
"Ma ciao anche a te sorellina" risponde con un sorriso.
WAIT.
SORELLINA?!
Alzo lo sguardo ed è proprio lui.
"STILES! CHE CI FAI TU QUI??" gli salto addosso a koala e lo riempio di baci sulla guancia
"Lo sai che vado sempre con papà" ride
"Tu quello lo chiami papà? Ah bene." sbuffo
"Ehi, qualcosa non va?" mi fa scendere e mi prende il viso tra le sue manone da muratore
"Nulla." rispondo secca e, ovviamente, non ci crede
"Dai dimmi che hai. Sai che poi ci sto male" dice e mi regala uno dei suoi più sinceri sorrisi
"Ho avuto a che ridire con quell'uomo. Nulla di che" abbasso lo sguardo
"Divano e cioccolata calda, ti va? Come da bambini" dice e mi prende per mano
CAZZO SI CHE MI VA!
"Casa mia è un po' lontana da qui e non ho la macchina...ma, ora che penso, sta per arrivare Rye. Possiamo aspettarlo e andare con lui" propongo
"Chi??" corruccia la fronte
"Rye. Il mio ragazz-. Aspetta...mamma non ti ha detto nulla?" chiedo
"Evidentemente no." rido data la sua espressione
"Hai indovinato" inizia a ridere anche lui
"Dai. Ora te lo presento" gli faccio l'occhiolino.
"Indovina chi sono?" dice una calda voce da dietro appoggiandomi le mani sugli occhi
"Ma ciao amore" mi giro e lo bacio, non curandomi di mio fratello che subito mi richiama
che gelosone
Lo conosci, Giacomo. È sempre stato così.
"Rye lui è Stiles, mio fratello. Stiles lui è Rye, il mio ragazzo." li presento
Si scambiano delle veloci occhiate e allora decido di interrompere quell'imbarazzante momento
"Rye, andiamo a casa?"
"Certo piccola"
Saliamo in macchina e il silenzio regna fino a quando Stiles prende parola
"Ma...avete già scopato?" dice lasciando sorpresi me e Rye
"Ma allora è un vizio di famiglia!" alza gli occhi al cielo
"STILES!" lo fulmino con lo sguardo
"Si. Abbiamo già scopato. Contento? Ceh io bho. Scioccobasito. Ci tenete tanto ad avere nipotini?" sbotta arrabbiato Rye. Stiles sta zitto.
Arriviamo a casa e subito mi fiondo sul mio amato divano.
"Ciao anche a te tesoro. Oh ciao anche a voi Rye e Stiles. Aspetta. Stiles?! Amore di mamma ciao!! Come stai?" dice scuotendolo e lui alza gli occhi al cielo
"Bene mamma, ci prepari una cioccolata?" fa gli occhi dolci...sa sempre come ottenere quello che vuole
"Certo" risponde
"Fanne pure 3" dico guardando Rye che intanto si siede accanto a me e io, automaticamente, mi siedo sopra lui.
"Che film vuoi vedere?" mi chiede accarezzandomi i capelli
"Veramente non volevo vedere nulla. Sono stanca. Mi sa che vado in camera a riposare un po', vieni?"
"Certo, andiamo" mi prende a sposa e mi porta in camera
madonna le gambe ce le hai. Perché ti porta sempre in braccio?
Chiedilo a lui.
se solo potessi parlargli...
"Dove andate voi due?" chiede mamma dalla cucina
"Ho sonno. Vado a letto." alzo gli occhi al cielo
Rye si sdraia e io mi metto con la testa sopra il suo petto.
"Secondo te tuo fratello mi odia?" chiede accarezzandomi i capelli
"No, è solo diffidente. Dagli un po' di tempo. Vedrai che cambierà" detto questo mi sistemo meglio tra le sue braccia e mi addormento

*Rye's p.o.v.*
È così bella quando dorme. Ora è tra le mie braccia e ha la testa sul mio petto. Sento chiaramente il suo respiro regolare, segno che dorme, fino a quando non inizia a singhiozzare e sento la mia maglietta bagnarsi. Sta piangendo?
"Ehi ehi ehi" cerco di svegliarla
"Che ti succede Carola?" la prendo in braccio come si fa con i bambini di 3-4 anni e la cullo. Noto che si rilassa e si accuccia meglio tra le mie braccia. Ora sta dormendo di nuovo. Non capisco proprio cosa le sia preso. Un incubo? Non credo, si sarebbe svegliata di soprassalto e avrebbe iniziato a sudare. Un ricordo? Probabile. Ora che ci penso...al telefono era strana, arrabbiata. Sarà stato quello? Appena si sveglierà glielo chiederò.

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