Il viaggio di ritorno verso le mura continuò tranquillamente, infatti non eravamo nemmeno al galoppo. Io ero sul cavallo insieme a Levi, che ammiravo le colline intorno a noi.
<< Capitano, posso chiederle una cosa? >>.
<< Cosa c'è? >>. Levi non distolse lo sguardo dalla strada.
<< Mi sto facendo questa domanda da molto tempo... ma lei dove viveva prima di entrare nel Corpo di Ricerca? Nel senso, in quale distretto intendo... >>. Levi esitò prima di parlare, ma alla fine decise di sputare il rospo. << Io non vengo da nessuno di questi distretti. >>. Lo guardai un po' sconcertata. << Ma allora, da dove viene? Non dirmi che viene da fuori le mura...? >>. Levi fece una smorfia alzando gli occhi al cielo.
<< Sotto la capitale si estendeva una città, chiamata la Città Sotterranea. Il genere umano costruì quella città per sfuggire ai giganti; tuttavia, alla fine, l'esodo fu bloccato perché le mura vennero ritenute abbastanza sicure, e banditi e povera gente cominciarono ad usare quelle rovine per vivere. La parte più bassa della Città Sotterranea si trasformò in bassifondi e venne abbandonata persino dal governo reale. Anche il Corpo di Gendarmeria esitava a mettervi piede. >>.
<< Ne avevo sentito parlare di questa città, ma perché mi sta dicendo queste cose? >>.
<< Perché io vengo proprio da lì. >>. Rimasi senza parole. "Come può un uomo come lui venire dai bassifondi di quella città?".
<< Vivevo insieme a due miei vecchi amici, Furlan ed Isabel. Ci guadagnavamo da vivere rubando; io ero il criminale più conosciuto, diciamo che ero "famoso". All'inizio eravamo solo io e Furlan; Isabel la salvammo da certi uomini che volevano ucciderla solo perché voleva liberare una colomba caduta laggiù dal mondo esterno. E se te lo stai chiedendo, si, per la gente che viveva lì sotto era vietato salire in superficie, a meno che non pagavi una modesta somma di denaro. Comunque, una sera che stavamo scappando con un bel malloppo, qualcuno che pensavamo fosse il Corpo di Gendarmeria ci stava inseguendo, ma non erano loro, perché notai sui loro mantelli il simbolo delle ali della libertà: era il Corpo di Ricerca. Ci inseguirono a lungo, finchè Furlan ed Isabel non furono catturati ed io fui messo al muro da una ragazza. Quella era una responsabile del Corpo di Ricerca, era Olivier. Mi innamorai del suo sguardo determinato all'istante. Il comandante Erwin ci fece legare le mani dietro la schiena e ci fece mettere in ginocchio. Le sue parole entrarono nel mio cervello e vennero scolpite nel mio cuore: "Facciamo un patto: non ti chiederò nulla sui crimini che hai commesso, ma in cambio, mi darai la tua forza e vi unirete all'armata ricognitiva. Se rifiuterai, ti consegnerò al Corpo di Gendarmeria, e considerando i crimini commessi finora, non credo che tu né i tuoi compagni verrete trattati con molto riguardo.". Da una parte accettai per salvare la vita ai miei compagni, ma dall'altra, accettai per incrociare ancora una volta lo sguardo di Olivier. In quel momento, non ero ancora un membro ufficiale del Corpo di Ricerca. Poi, superato l'addestramento, partecipammo ad una spedizione diciamo di prova. In quella spedizione, morirono Furlan ed Isabel, a causa di una grande nebbia che non ci permetteva di vedere nulla, e quindi venimmo colti di sorpresa da un attacco dei giganti che uccise quasi tutti i soldati. Poi, in un'altra spedizione, alla quale non mi fecero partecipare, ci fu la morte di Olivier. Quando entrai a far parte ufficialmente del Corpo di Ricerca, in una spedizione un gigante era riuscito a prendere il comandante Erwin, ma io uccisi quel gigante giusto in tempo, e per quel motivo mi nominarono capitano del Corpo di Ricerca. Ho risposto abbastanza alla tua domanda? >>. Io non riuscivo ad emettere suoni, riuscii solo a stringere più forte Levi.
<< Mi dispiace davvero, capitano, lei ha avuto un passato ben peggiore del mio...ma riesco a capirla. >>.
<< Davvero? Cosa ti è successo? >>.
<< Quando ci fu il primo attacco del gigante colossale, il calcio che diede alle mura per aprire una breccia lanciò un sacco di enormi detriti. Uno di quelli colpì casa mia, uccidendo mia madre e mio padre. Non arrivai in tempo, che vidi un gigante mangiare mia sorella. Non scorderò mai la faccia di quel gigante. Un sorriso continuamente stampato sul suo volto lo distingue dagli altri giganti. Io troverò quel gigante e lo farò morire lentamente, lo farò soffrire, come lui ha fatto soffrire me. >>. A quei ricordi, una lacrima fece capolino dal mio occhio e il senso di rabbia iniziò a salire, ma si abbassò di colpo quando sentii Levi che prese la mia mano che avvolgeva il suo petto. << Mi dispiace per la tua famiglia. >>.
<< Oh... n-no, capitano, n-non deve...>>.
<< Ti farò una promessa. Troveremo quel gigante e lo faremo fuori, e avrà una morte lenta e dolorosa. >>. Alzai lo sguardo verso i suoi occhi, che continuavano a guardare in avanti, determinati e decisi. Lo strinsi molto forte a me, appoggiandomi sulla sua schiena.
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Le Ali della Libertà
FanfictionChise Yamada, una ragazza ventottenne, viveva insieme alla sua famiglia nel distretto di Shiganshina, una delle città al confine del grande muro denominato Wall Maria. Al di fuori di esso era proibito andarci, essendoci i giganti "divora-uomini" com...