Capitolo 3

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Non sopporto la violenza.
In generale,qualsiasi tipo.
Ma non sono mai stato coraggioso.
Ho sempre cercato di difendermi,
di difendere.. ma ho sempre perso.

Quella sera ho avuto coraggio,
mettendo in un angolo tutte le mie paure più grandi.
Non ho pensato alle conseguenze o possibili occhi neri,ho solo agito perché sentivo fosse giusto così.

"Adesso mettilo giù e lasciatelo in pace."

Stranamente la voce esce calma,pacata,sicura e anche io comincio ad esserlo.
Riesco a catturare l'attenzione di tutti,
quella degli armadi e la sua.
Poi distolgono lo sguardo da me e si guardano a vicenda,cominciando a ridere.
Continuo a mantenere la calma altrimenti avrei mandato tutto a puttane.

"E tu chi cazzo sei?" Mi dice uno dei due.

Continuo ad usare l'indifferenza e la tranquillità nelle mie risposte.

"Sono solo uno che passava di qui e ha osservato la scena,ti basta?"

"E come ce sei arrivato così te ne rivai ragazzí,che sennò te famo fa a stessa fine de quest'altro."

Guardando meglio il posto da un'angolazione diversa capisco il motivo della posizione di quel bar.
Non a caso risulta essere pieno di spacciatori,vecchi ubriaconi,buzzurri sessualmente confusi e altri casi umani ognuno intento a fare qualcosa di non legale,naturale.

Mentre l'armadio,non preoccupandosi più di me, prepara un nuovo colpo per il ragazzo,mi viene l'idea. 

"Allora vado via e poi ritorno con la polizia?
Magari se fanno qualche striscia pure loro,no?"

Mi giro e inizio ad incamminarmi come per andarmene.

"AO statte bono ragazzí!"

Ancora girato di spalle,sorrido.
Sapevo di aver fatto un'ottima mossa,senza usare la violenza.
Soltanto la furbizia.
Quella è sempre la carta migliore da usare con dei cervelli così piccoli.
Mi giro di nuovo e li guardo fintamente perplesso.

"A Luchetto ce piace a scherzá, é no bamboccio.
Nun e necessario disturbá i piedi piatti pe no schiaffetto, o no Luché?"

"Si er ragazzo qua ma frainteso,
non o volevo fa male,
stavamo a scherzá zio!"

Mi credono idiota?
Li guardo con un'aria tra il patetico e il comico perché non trovo parole per rispondere,mi limito ad annuire.
"Luchetto" da uno schiaffetto sulla guancia al ragazzo con un sorrisetto del cazzo,
come se non fosse successo niente.
Come se stessero davvero scherzando.

"Hai capito ricciolí?
É tutto apposto nun te preoccupá!
Nce se vede in giro"

E rientrano nel bar.
Ma chi vi vuole rivedere?
Il mio sguardo segue le loro figure finché non richiudono la porta del bar alle loro spalle,poi cade su di lui.
Ancora a terra dolorante.

Stavolta ho più paura di prima ad avvicinarmi.
So come ci si sente in queste situazioni,
lo so benissimo.


Ma non voglio lasciarlo lí da solo.

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