Capitolo 3

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Amundi invitò l'uomo, ventotto anni appena compiuti, a sedersi al suo fianco con un cenno della mano e, una volta che si furono accomodati, iniziò a parlare.

"Quindi, Edgar aveva saputo delle rivolte" asserì, accarezzandosi la barba con un movimento continuo.

"Ne siamo stati vittima", ammise Alrik guardando un punto lontano, "mio padre ha perso la vita in un loro tentativo di conquista."

"Siete riusciti a proteggere Birka?"

"Birka è al sicuro ormai, ma non Helgö. Si mormora, che gli invasori in rotta verso il tuo villaggio, siano numerosi e agguerriti" spiegò il giovane guardando con decisione.

"Abbiamo già ricevuto le prime avvisaglie", lo informò Amundi restituendogli lo stesso sguardo, "ma sono certo che fossero solo dei piccoli frangenti per saggiare la nostra difesa."

Fissò per un lungo momento gli occhi grigi dell'uomo che gli era dinanzi e, in essi, riconobbe la determinazione e l'onestà del suo vecchio amico. Fu facile rapportarsi a lui e ricordarlo, giovane e coraggioso, che si addestrava insieme a guerrieri ben più grandi e forti. Era una memoria dell'ultima volta in cui lo aveva visto, oltre dieci anni prima, ma ugualmente riuscì a risanare quel sentimento, che non si era mai del tutto perduto.

"È per questo che sono qui con i miei uomini, per aiutarti a proteggere il villaggio" esordì Alrik, interrompendo il silenzio.

"Non pensi al tuo?" ribatté Amundi, appoggiandosi allo schienale imbottito di pelli.

"Come ti dicevo, Birka è al sicuro. C'è mio fratello a governarlo e molti uomini valorosi a proteggerlo. Sono tranquillo della sua difesa."

"In te vedo molto di tuo padre", dichiarò il vecchio passandosi una mano tra i capelli, "Edgar è stato un uomo molto fortunato."

"Ed io lo sono stato nell'essere suo figlio, quello che sono oggi è merito dei suoi insegnamenti" ammise con fierezza.

"Se solo avessi avuto la fortuna di avere un figlio maschio anch'io!" sospirò il capo vik con un velo di tristezza negli occhi, ma non di rimpianto. "Sarebbe stato tutto più facile."

"Sono gli strani disegni degli Dei, Amundi, noi non possiamo comprenderli, ma dobbiamo accettarli."

"Infatti, i loro piani mi sfuggono!"

"Siamo solo uomini."

"Uomini con corpi mortali" mormorò cauto, ma sincero.

Quello che ancora non aveva detto, era che il suo fisico stava soffrendo come se avesse avuto molto più di quarant'anni. La rigidità del freddo gli aveva intorpidito le ossa, l'umidità le aveva ghiacciate e le battaglie le avevano rotte. La verità era che lì, in quelle terre al nord, i dolori lambivano i corpi molto più frequentemente e, più in fretta, debilitavano anche il più valoroso dei guerrieri.

Amundi sollevò una mano fino a portarsela davanti al volto, la chiuse a pugno con forza facendo diventare bianche le nocche e poi la riaprì lentamente con evidente tremore. Strizzò gli occhi come a voler assorbire il dolore e confessò piano.

"Le mani non seguono più il mio volere, Alrik. Temo di non avere più la forza necessaria per guidare i miei uomini."

"Non sarai solo in questa guerra", lo consolò con fiducia, "ho visto molti uomini in questa sala."

Amundi sbuffò a quella frase.

"Quegli uomini sono qui per prendere il mio posto senza combattere, ma sposando semplicemente la mia Kadlin" digrignò, sbattendo un pugno sul bracciolo dello scranno.

"Se a tempo debito vorranno il tuo posto, dovranno fare in modo che resti tale" replicò Alrik, convinto.

"Giovane amico" rise e si alzò per camminare, "senza un accordo matrimoniale vantaggioso, nessuno di quegli uomini si impegnerà per Helgo. Scapperanno con le prime torce accese."

"Se così sarà, vorrà dire che non lo meritano quel posto" dichiarò sempre più sicuro.

Il capo vik tossì piegandosi quasi su se stesso e il giovane gli corse in aiuto.

"Torna a sederti" lo invitò, con l'intenzione di aiutare.

Amundi scosse il capo prima di emettere un altro colpo di tosse.

"Devo far rientrare quegli uomini" spiegò riconquistando la posizione rigida e fiera di un capo. "Le trattative per le nozze sono già di per sé lunghe e seccanti, se poi mi pongo anch'io con i miei dubbi su chi potrebbe succedermi, questo legame non avverrà mai." Fece una pausa nella quale riprese fiato e puntò i suoi occhi chiari in quelli dell'altro prima di asserire, "Nel frattempo, ti chiedo di non dire a nessuno di questo" e indicò la mano tremolante.

"Non ne farò parola" promise Alrik abbozzando un sorriso.

"Bene" annuì il vecchio portandosi nuovamente in una posizione eretta.

Si aggiustò il mantello, la barba e fece un sorriso al ragazzo "Quando esci, falli entrare."

Il giovane annuì e si diresse alla porta.

"Alrik!" lo chiamò, fermandolo sull'uscio.

"Sì" rispose voltandosi a guardarlo.

"Ci sono delle case libere qui nel villaggio. Chiedi a mia figlia di accompagnarti e, ovviamente, a cena sarai nostro ospite" aggiunse sorridendogli con benevolenza.

"Ti ringrazio, Amundi."

"Grazie a te per essere venuto" sospirò il vecchio, indicandogli poi con il capo di uscire.

Dopo aver detto agli uomini di rientrare, il capo vik di Birka si mise a scrutare il villaggio in cerca della donna. Non trovandola, a una prima occhiata, si decise a chiedere a qualcuno del posto.

"Sai dirmi dov'è, Kadlin?" chiese parandosi davanti a una donna che brandiva due salmoni.

"Signore, puoi trovarla nelle tenda delle erbe, oppure, in quella dell'allenamento con le spade" rispose abbassando lo sguardo.

L'uomo annuì e si diresse subito nella tenda delle erbe, posto sicuramente più consono a una donna.

L'ambiente era deserto e Alrik ebbe un moto seccato.

Era stanco dal viaggio e aveva un disperato bisogno di lavarsi le mani e il viso.

Uscendo dalla tenda fermò un'altra donna.

"Sai dirmi dov'è il luogo per la tessitura?" chiese un po' innervosito.

A sua insaputa, si era già sparsa la voce tra le serve, che il bel forestiero stesse cercando la loro Kadlin, così, senza pensare, la serva rispose.

"Signore, se è per la signorina Kadlin, devi vedere in quello dell'allenamento con le spade. È quella costruzione laggiù" gliela indicò con tutto il braccio.

L'uomo spostò lo sguardo da lei alla costruzione in legno sul fondo del sentiero, dove troneggiavano ai lati della porta uno scudo e una spada, annuì comprensivo, e si avviò in quella direzione con passo spedito.

Non riusciva proprio a capire cosa ci facesse in quel luogo, poi, man mano che avanzava gli venne l'idea che forse, stesse osservando qualche guerriero a lei gradito.

La verità, comunque, l'avrebbe scoperta presto.

*Mio spazietto*
Aggiornamento eseguito con successo!
Buon fine settimana!:-D

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