24 - questione di stato

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Dove si è cacciata Patty? Sono ore che è uscita correndo come una pazza a cui hanno appena detto che c'è una svendita al centro commerciale. Ho provato a chiamarla più volte ma non mi ha mai risposto, così ho deciso di uscire a cercarla.

Ovviamente ho portato con me un paio di occhiali scuri e un cappello per non farmi riconoscere. Se dovessi vedere Samuel mi verrebbe un infarto, e non voglio morire giovane.

Mi aggiro nel giardino del campus con molta discrezione cercando di non farmi notare. Per fortuna tutti sembrano farsi gli affari loro, troppo intenti a trasportare le valigie nei loro dormitori o a salutare gli amici, neanche fossiamo tornati a casa per un mese.

Giro l'angolo superando i campi da football dove i ragazzi si stanno allenando, sono appena tornati e si sono già messia al lavoro, loro si che sono veri sportivi.

Scruto attentamente gli spalti constatando che stasera non ci sono spettatori che assistono agli allenamenti. Forse le cheerleader si stanno facendo belle, visto che non ci sono nemmeno loro. Aguzzo la vista e scorgo dei volti familiari.

Con la maglia 13 c'è Cameron, con la 26 Crawford e sotto la 5 chi lo avrebbe mai detto, ma c'è Simon. Non sapevo giocasse a football, deve aver iniziato da poco. Cerco altri ragazzi fra il gruppo ma non c'è nessun altro che io conosca particolarmente bene.

Mi allontano mantenendo le distanze per non farmi riconoscere e passo per la strada più breve che è quella dietro agli spogliatoi. Cammino silenziosamente senza farmi sentire, se ci fosse qualcuno dentro e dovesse uscire verrei beccata.

Ascolto tutti i rumori e sento dei passi provenire dal campo di football. Allungo il passo e mi nascondo dietro ad un muretto adiacente all'entrata dello spogliatoio. I passi si fanno più pesanti e sbircio con cautela per vedere chi sia. Il ragazzo che è di spalle tiene il casco in una mano e con l'altra il cellulare all'orecchio.

Do una rapida occhiata al numero bianco stampato sulla sua maglia rossa: 1, significa che è il capitano. Leggo il suo cognome e capisco che si tratta di chi non avrei voluto vedere: Samuel. Rimango immobile ritraendomi dietro il muro e aspetto che si muova. Dopo pochi secondi sento la sua voce mentre parla al cellulare voltato ancora di spalle. Se sono abbastanza veloce riuscirò a scappare senza farmi sentire, prendo un grosso respiro contando fino a tre ed inizio a correre via.

Mi volto indietro e mi fermo solo quando sono abbastanza lontana da tutti. Forse ora Patty sarà tornata nell'appartamento, se Samuel è qui almeno non sono insieme.

Torno al dormitorio sempre con sguardo vigile e una volta di fronte alla porta del nostro appartamento prego che sia qui. Inserisco la chiave e mi catapulto dentro, scorgendo la sua borsa sul tavolo: forse questa volta le mie preghiere sono state ascoltate.

La cerco in giro ed entro rapidamente in camera. Si trova di fronte allo specchio mentre si guarda con molta attenzione. Tossico facendomi sentire così si volta sorridendo.

《Chloe! Sono felice di vederti! Non sai che cos'ho da raccontarti!》saltella sul posto e solo ora noto che sembra tornata normale.

《Racconta》mi siedo sul suo letto spostando dei vestiti sparpagliati e lei fa lo stesso.

《Ho trovato la soluzione》batte le mani e sembra tanto Paris di Zack e Cody al Grand Hotel. Pronta ad ascoltare ciò che ha da dire annuisco, sollevata ma allo stesso tempo preoccupata.

《Ho trovato un modo per rendere mia madre indipendente da mio padre》sorride ancora una volta e faccio lo stesso anche io. Se le ha trovato un lavoro così in fretta è stata davvero brava.

《Oggi ho parlato con Samuel》appena pronuncia il suo nome mi si raggela il sangue nelle vene, che cosa le avrà detto? È una persona spregevole e addirittura finge di volerla aiutare.

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