Passarono circa tre ore da quando uscii dalla vasca, e Levi ancora non era tornato, così decisi di stendermi sul divano nel salotto di sotto, ancora immersa in quei pensieri che mi facevano scendere le lacrime. << Inutile. Sono stata inutile. Non sono nemmeno riuscita a salvare la mia sorellina. Sono rimasta lì immobile, a guardare, senza fare nulla. Non ho chiamato aiuto, non ho reagito, ho solo cominciato a scappare, ho lasciato la mia sorellina morire... è colpa mia se lei è morta. È colpa mia se la mia famiglia è stata uccisa. È colpa...mia...>>.
<< Cos'hai combinato di tanto grave che è colpa tua? >>. Sussultai per lo spavento.
<< C-Capitano! È tornato...in ritardo... che cos'è successo? >>.
<< Qualcuno mi ha fermato per strada dicendomi che avevi solo alcuni pensieri che ti passavano per la testa, e da quello che ho sentito uscire dalla tua bocca, deve essere successo qualcosa. >>. "Solo alcuni pensieri...Che glielo avrà detto Eren? Si, solo a lui ne ho parlato.". Eren mi conosceva bene, quando io dico di avere solo alcuni pensieri per la mente lui già capisce che c'è qualcosa che non va o qualcosa che mi turba in modo particolare.
<< Beh... non è nulla. >>. Mi misi a sedere, e mi asciugai le lacrime continuando ad avere lo sguardo verso il basso. Levi posò il modulo di movimento tridimensionale, si tolse il mantello e si sedette vicino a me. << Chise, parliamone. Cosa è successo? >>.
<< N-Niente... >>. Continuavo ad avere gli occhi verso il pavimento, non volevo incontrare quegli occhi color ghiaccio per fargli vedere i miei rossi egonfi per le lacrime.
<< Se fosse niente, ora non staresti così. Forza, dimmi che succede. >>.
<< I-Io... pensavo a quanto sono stata inutile quando il colossale ha attaccato il distretto di Shiganshina...a quanto sono stata inutile quando quel gigante con il sorriso stampato sulle labbra ha mangiato mia sorella, ed io ero lì, immobile, a guardare... non sono...riuscita...a fare nulla...solo...solo a scappare...e lasciarla morire...io... >>. Cominciai a singhiozzare tra le lacrime di nuovo, e Levi mi strinse molto forte a sé.
<< Non è stata colpa tua. Non potevi fare nulla non essendo addestrata in combattimento e senza equipaggiamento. È stata colpa dei soldati che non erano lì in quel momento. È stata colpa nostra. >>. Alzai gli occhi spalancati e gonfi per le lacrime verso lo sguardo di Levi che sembrava deluso. Ritornai ad appoggiare la testa sul petto di Levi, mentre lui continuò a stringermi a lui. << Ora che ne dici se preparo un po' di thè nero? Così ci calmiamo e ci rilassiamo. >>.
<< S-Si...>>. Levi si alzò e andò in cucina a preparare il bollitore per il thè, mentre io rimasi seduta sul divano, a ripensare alle parole di Levi. "E' stata colpa dei soldati che non erano lì in quel momento. Non saprei se dare la colpa ai soldati, in fondo, erano impegnati tutti a scappare dai giganti, e non hanno...non hanno pensato a salvare i civili...ma che diavolo mi sta passando per la testa, non potrei mai incolpare i soldati per una cosa del genere!". Mi alzai dal divano e andai da Levi in cucina, sedendomi al tavolo. Levi prese due tazze, nelle quali versò il thè che aveva appena preparato, e me ne porse una; era molto pulita e profumata, ed io continuavo a fissarla. "Il capitano ci tiene davvero alle sue cose.".
<< Guarda che c'è solo thè lì dentro. >>.
<< C-Cosa...? >>.
<< Non so, stai fissando la tazza come se avessi messo qualcos'altro nel thè. >>.
<< No... no nulla, stavo pensando. >>. Levi si sedette vicino a me.
<< Ora smetti di pensare e bevi il tuo thè, magari dopo vai a riposarti sul letto di sopra, io devo portare alcuni documenti a Erwin e poi verrò a riposare anche io, va bene? >>.
<< S-Si, certo... >>. Levi mi diede un bacio sulla testa, si mise il mantello e si avviò verso gli alloggi di Erwin con alcuni documenti nella mano, lasciandomi seduta al tavolo da sola.
Erano le 20:30, e Levi era ancora fuori. Io ero sul letto, sommersa ancora dai pensieri, ma mi addormentai dopo circa dieci minuti.
"Qualcosa mi sta toccando la spalla... qualcuno mi tiene il suo fiato sul collo... ma che...". Sobbalzai nel letto per lo spavento. La stanza era avvolta nel buio, finchè la luce non si accese: mi misi seduta sul letto per capire chi fosse, e vidi Levi in piedi sull'uscio della porta.
<< Non era mia intenzione svegliarti. >>.
Mi portai una mano sugli occhi. << Oh... no, tranquillo. >>. Levi si cambiò mettendo una canotta e dei pantaloncini come pigiama e si stese sul letto vicino a me.
<< Com'è andata con il comandante Erwin? >>.
<< Abbiamo discusso di alcune cose, mentre scommetto che Hanje ti avrà riempito la testa con i suoi esperimenti sui giganti oggi. >>.
<< Oh, in realtà l'ho trovato abbastanza interessante. >>.
<< Beh, se lo dici tu. Ora dormiamo, domani ci aspettano gli allenamenti e gli addestramenti delle nuove reclute. >>. Levi si allungò al comodino e spense la lampada, lasciando la stanza illuminata dalla luce della luna che entrava dalla finestra.
<< Buonanotte, Chise. >>.
<< Buonanotte, capitano. >>. Levi mi diede un bacio sulla fronte e poi si addormentò quasi subito, mentre io non riuscivo a prendere sonno per via dell'accaduto di qualche ora prima. Mi alzai dal letto e misi un pantalone e una maglia, e indossai l'imbracatura per il modulo di movimento tridimensionale; presi le sigarette dal comodino di Levi e gli lanciai un ultimo sguardo, notando che stava dormendo rivolto verso l'altro lato, e poi uscii dagli alloggi. Salii sulle mura più vicine, e mi sedetti, ammirando le stelle e le colline illuminate dalla luce della luna. Quella notte non c'era vento, ma faceva abbastanza freddo. Mi accesi una sigaretta, continuando ad ammirare il cielo. "Le stelle sono così belle... sai, sorellina, mi sarebbe tanto piaciuto continuare ad ammirare le stelle al tuo fianco, come facevamo da piccole, quando ci stendevamo sul prato ammirando le nuvole e le stelle, oppure quando correvamo per le strade combinando solo guai...". Con quei pensieri nella mente, le lacrime cominciarono di nuovo ad uscire continuamente. Ad un certo punto sentii un rumore: sembrava quello di una manovra tridimensionale. "Chi sarà? Le guardie notturne? Se mi beccheranno quassù, mi multeranno per aver usato il modulo di movimento tridimensionale senza il permesso di Levi o Erwin, o peggio, potrebbero privarmi del modulo tridimensionale!".
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Le Ali della Libertà
FanficChise Yamada, una ragazza ventottenne, viveva insieme alla sua famiglia nel distretto di Shiganshina, una delle città al confine del grande muro denominato Wall Maria. Al di fuori di esso era proibito andarci, essendoci i giganti "divora-uomini" com...