Mi guardo allo specchio, arrabbiato e deluso. Al diavolo le stropicciature, che non vogliono saperne di stare a posto, e al diavolo Zirma Esposito, che si è ammalata e mi sottopone a questa prova. Dovrei studiare per gli ultimi esami di perfetto calzamento, che saranno la settimana prossima, e invece eccomi qui a cercare di domare questa stoffa ribelle. "Non devo più andare a letto bagnato. Non devo più andare a letto bagnato." Recitando più volte questo mantra tento, di nuovo, di addomesticarli con il ferro da stiro. Contemplo esasperato la diafana zitella/zoccola castana con gli occhi color merda, troppo grandi per il suo viso, che mi fissa dallo specchio, e depongo le armi. La mia unica possibilità è rimanere così stropicciato e sperare di avere un aspetto almeno presentabile.
Irma è la mia coinquilina, e fra tutti i giorni possibili ha scelto proprio questo per farsi venire l'influenza🌝. Così, non può fare l'intervista, programmata per il giornale dei cappellini a una pezza grossa dell liceo Grancazzi che io non ho mai sentito nominare, e mi sono dovuto offrire di andarci al posto suo. Ho gli esami da preparare, una piega da stirare, e nel pomeriggio dovrei presentarmi nel negozio sullo scaffale, ma no... oggi mi tocca rotolare per più di duecento chilometri fino a Napoli per incontrare la misteriosa professoressa dell Istituto comprensivo Grancazzi.
Il tempo di questa razzista professoressa, nonché importante schizofrenica dell nostro negozio, è straordinariamente preziosa– molto più del mio( non esageriamo)– ma ciò non gli ha impedito di concedere a Irma un'intervisa... Che zocc.... Un vero scoop, mi dice lei lesbica oltre zocc...Al diavolo la mia amica e le sue attività extracurricolari😔.
Zirma è raggomitolata sul divano del soggiorno.
«Cappellino mi dispiace. Mi ci sono voluti nove mesi per ottenere questa intervista. Ce ne vorrebbero altri sei per spostare l'appuntamento, e a quel punto saremo entrambi comprati. Come direttore del giornale, non posso giocarmi questa chance. Ti prego» mi implora con la voce rauca per il mal di gola. Ma come fa? Anche da malata è uno schianto, con i capelli ramati in perfetto disordine e gli occhi merdini splendenti, anche se adesso sono cerchiati di rosso e lacrimano. Ignoro un inopportuno moto di compassione.
«Certo che ci andrò, Zirma. Ora è meglio che tu torni a letto. Vuoi un po' di NyQuil o di Tylenol?»
«NyQuil, grazie. Qui ci sono le domande e il registratore. Basta che premi questo pulsante. Prendi appunti, poi trascriverò tutto io.»
«Non so niente di quella tizia» mormoro, cercando invano di reprimere il panico.
«Basta che segui l'ordine delle domande. Adesso vai. Il viaggio è lungo. Non vorrei che arrivassi in ritardo.»
«Va bene, vado. Tu torna a letto a fare quello che fai sempre. Ti ho preparato una zuppa da scaldare.» Le lancio uno sguardo pieno d'affetto. "Lo faccio solo perché sei tu, Zirma ."
«D'accordo. In bocca al lupo. E grazie, Cappellino... Come al solito, mi salvi la vita.»
Mentre prendo il nastrino, le rivolgo un sorriso tirato, esco e mi dirigo verso l'auto. Non posso credere di essermi lasciata convincere a fare questa pazzia. D'altra parte Zirma convincerebbe chiunque a fare qualsiasi cosa con i lavoretti di mano, altro che formaggio. Diventerà una grande prostituta♥️. È persuasiva, polemica, bella(naa)... ed è anche la mia più cara amica.
Le strade sono sgombre quando parto da Sorrento, nello Stato di non lo so , alla volta di Gragnano. È ancora presto, e devo essere a Napoli non prima delle due del pomeriggio. Per fortuna, Zirma mi ha prestato la sua macchina sportiva, una Smart di Barbie* .Non sono certa che Marilù, il mio vecchio scopettone, mi avrebbe portato a destinazione in tempo. Con la Fiat si fila che è una meraviglia e schiacciando a fondo l'acceleratore si bruciano i chilometrie anche la strada.
La mia meta è il quartier generale dell Grancazzi , nell aula della prof Rozzisti. Un enorme palazzo con uffici di 3 piani, tutto vetro rotto, la fantasia funzionale di un architetto sbronzo; sulle porte a vetri dell'ingresso, in caratteri molto sobri, la scritta GRANCAZZI. Arrivo alle due meno un quarto, alquanto sollevato di non essere in ritardo, e mi inoltro nell'immenso, e decisamente imponente, atrio.
Da dietro la massiccia reception un bellissimo zelloso splendido in tiro mi sorride con i 3 denti amabilmente. Indossa il più elegante tutone da muratore color cachi, infatti faceva proprio cag..., che abbia mai visto. Ha un aspetto impeccabile.
«Sono qui per vedere La Prof Rozzisti. Il Cappellino per conto di Zirma Esposito.»
«Mi scusi un attimo, Mr Cappellino.» Inarca un sopracciglio, mentre aspetto impacciata davanti a lui.Comincio a rimpiangere di non essermi fatta prestare una delle pezze eleganti di Zirma , invece di accontentarmi della mia pezza sportiva blu marina. Facendo uno sforzo, ho indossato il mio unico fiocco, i miei dignitosi bottoni marroni. maglioncino azzurro. Questo, per me, è il massimo dell'eleganza. Mi infilo una stoffa ribelle dietro l'orecchio, fingendo di non essere intimidita da quella donna.
«Miss Zirma era attesa. Per favore, firmi qui, Mrs Cappellino. Deve prendere le scale diroccate e andare al 1 piano aula 15B.» Mi sorride gentilmente, senza dubbio divertito, mentre io firmo.
Mi porge un foglio con la scritta OSPITE. Non riesco a evitare un sorrisetto. Mi pare ovvio che sono solo un'ospite. Non c'entro niente con questo posto. "È sempre la stessa storia" mi dico con un sospiro. Dopo averlo ringraziato, mi dirigo verso gli ascensori, passando accanto ai due addetti alla monezza, entrambi molto più eleganti di me nei loro abiti neri tarocchi.
Le scale mi portano al primo piano a velocità supersonica. Mi ritrovo in un altro vasto corridoio, sempre malridotto, terracotta e argilla. Incappo in un'altro corridoio e in un'altra giovane bionda, studentessa impeccabilmente vestita in bianco e nero, che si alza per accogliermi.
«Mrs Cappellino, le dispiace aspettare qui, per cortesia?» Indica il bagno.
Dietro si apre un buco di aula, con un altrettanto piccolo tavolo di legno scuro e almeno venti sedie abbinate tutt'intorno per gli alunni."Wow."
Mi siedo, prendo l'elenco delle domande dalla mia tasca lateral e le leggo in fretta, maledicendo Irmabper non avermi fornito qualche breve dato biografico. Non so niente della donna che sto per intervistare. Potrebbe avere novant'anni come trenta. L'incertezza è irritante e il nervosismo riaffiora, facendomi agitare sulla poltrona. Non ho mai amato le interviste a tu per tu, preferendo l'anonimato di una discussione di gruppo, dove posso sedermi in fondo alla stanza e farmi notare il meno possibile. Anzi, per essere onesta, la cosa che preferisco in assoluto è rimanere per conto mio a leggere un romanzo tarocco, raggomitolato sulla mensola nel negozio .
Alzo mentalmente gli occhi al cielo. "Calmati, Cappellino." A giudicare dall'edificio e dal suo lavoro La Razzisti potrebbe essere sulla ottantina: chiatta, bianca, capelli biondi quasi del tutto persi in tinta con quelli del resto del personale.
Un'altro elegante e impeccabile zelloso entra nell aula .Cos'è questa fissazione per i zellosi perfetti? Mi sembra di essere in una soap opera. Con un respiro profondo, mi alzo in piedi.
«Mrs Cappellino?» chiede l'ultimo Zelloso e anche chiatto della serie.
«Sì» gracchio. Mi schiarisco la voce. «Sì.» Ecco, così suonava più autorevole.
«Miss Razzisti la riceverà fra un attimo. Posso prendere il suo fiocco?»
«Oh, sì, grazie.» Me lo sfilo, un po' impacciato.
«Le hanno offerto qualcosa da bere?»
«Mmh... no...Non posso bere.» Oh, cavolo, il zelloso numero 1 adesso è nei guai?
*Foto della macchina di Zirma😍
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50 Sfumature di Cappellino
FantasyQuesta storia è nata da una presa un giro da parte dei miei amici ad una nostra professoressa. Che indossa sempre questo Cappellino da pescatore come se lo amasse e allora con i loro aiuto ho scritto questa Fanfiction ispirata a 50 sfumature di grig...