Prologo

151 14 3
                                    

Jongin amava insegnare.
Amava la soddisfazione di sapere che i suoi studenti avrebbero lasciato la classe con più conoscenza di quando sono entrati. Tuttavia, ciò non valeva per tutti i suoi studenti. Uno studente in particolare, giurò, era il figlio di Satana stesso. Un diavolo reincarnato intrappolato nel corpo di un ventunenne studente di musica.
Questo ragazzo, faceva di tutto per rendere la settimana di Jongin assolutamente orribile e ci riusciva la maggior parte delle volte. Jongin era certo di non aver mai fatto niente di sbagliato nella sua vita passata per meritarsi una tale maleducazione, ma quando osservava la criticità della sua situazione, la sua sicurezza vacillava.

Eccolo là, mentre entrava in classe venti minuti in ritardo in tutti i suoi 174 cm di gloria. Le sue solite cuffie Beat attorno al collo e il casco della moto sotto il braccio.
Do Kyungsoo, un noto ribelle e conosciuto come un Dio. Le sue scappatelle erano così tanto discusse, che la voce è a volte arrivata anche al personale. Fu sconvolgente scoprire la promiscuità dello studente meno produttivo fra tutte le sue classi.
Kyungsoo era un teppista uscito direttamente da un libro, con capelli scarlatto scuro, acconciati all'indietro e spettinati, numerosi piercing; due per ogni orecchio, uno al sopracciglio e per completare gli snake bites. Era coperto di tatuaggi a mezza manica su entrambe le braccia, che gli piaceva mostrare. Indossava jeans strappati con canottiere o magliette con lo scollo a V accompagnati da una giacca di pelle se faceva freddo. L'intenso odore di mentolo lo circondava, mostrando l'evidenza della sua dipendenza dalla nicotina.
Era tutto quello che Jongin non era.

"Come va Mr.Kim?" Il tono fu ovviamente provocatorio, ma Jongin sapeva di non dover abboccare.
"Gentile da parte tua unirti a noi Mr.Do, per favore si accomodi al suo posto così che possiamo continuare" Jongin sibilò a denti stretti, con i pugni ancor più stretti.
"Ah, ma Mr.Kim, non mi voglio sedere al mio solito posto oggi." Jongin chiuse gli occhi e iniziò a massaggiarsi le tempie tentando di controllare la rabbia che bolliva dentro lui. Molti considererebbero la reazione di Jongin terribilmente drammatica, ma quelle persone non sapevano dello sfacciato disprezzo che lo studente provava sempre verso il suo insegnate. Tuttavia, Jongin non aveva alcun desiderio di essere coinvolto nel fastidioso sfottere del teppista, quindi lo ignorò, sperando che lui se ne sarebbe andato lontano da lui.
"Non mi interessa dove ti siedi, prendi posto e basta" raddrizzò la schiena e si schiarì la voce prima di girarsi per scrivere sulla lavagna. La riconoscibile voce del suo studente più problematico gli assalì immediatamente le orecchie, e sospirò.
"Hey bellissima, ti dispiace se mi siedo qui?" Jongin si girò giusto in tempo per vedere una studentessa raccogliere il proprio materiale. Le sue guance si colorarono di una sfumatura di fucsia e i suoi occhi erano lucidi di infatuazione. Jongin fece semplicemente una smorfia.
Cosa vedevano gli studenti in Kyungsoo, non l'avrebbe mai capito perfettamente. Ma ancora una volta, non erano affari suoi quello che i ragazzini trovavano attraente al giorno d'oggi. Diceva "ragazzini" come se fossero alla scuola media, quando in realtà, c'erano solo sei o sette anni di differenza tra lui e i suoi studenti, più o meno.
Era un insegnante di teoria musicale di ventisette anni, la quale classe era l'ultimo ostacolo prima della graduazione. Fra le mani, aveva il potere di decidere se i suoi studenti si sarebbero laureati o no. Ha spesso pensato di bocciare Kyungsoo per varie 'ragioni', ma poi capì che sarebbe inevitabilmente finito ad insegnargli di nuovo. Quella possibilità esortò Jongin a tollerare i suoi giochetti e fargli da insegnante nonostante il suo atteggiamento noncurante.

Non passò nemmeno mezz'ora prima che una voce interrompesse la sua lezione.
"Mr. Kim?" Ecco che arriva. Jongin sapeva che la sua domanda non poneva niente se non assurdità e che era stata fatta semplicemente per distrarlo. Kyungsoo non aveva mai mostrato interesse nelle sue lezioni, figuriamoci fare una domanda riguardo la materia.
"Aveva una domanda, Mr.Do?"
"Sì"
"Faccia pure" Jongin si sedette sul bordo della cattedra lasciando penzolare una gamba dall'angolo mentre l'altra sosteneva il suo peso.
"Volevo solo sapere, possiede altro oltre a pantaloni cachi?" Ah, eccola. Jongin espirò rumorosamente prima di ignorare abilmente le sue parole. Ovviamente ho altro oltre a pantaloni cachi, pensò per un attimo. Okay, forse no. Non era un crimine che da professore di un college, dovesse vestirsi con un abbigliamento professionale e casual, i pantaloni cachi erano la scelta più sicura. "Oh, e la lezione sarebbe dovuta finire cinque minuti fa." Jongin guardò il suo eccessivamente costoso orologio e in effetti, aveva superato il loro tempo stabilito.
"Bene, ragazzi. Ci vediamo Lunedì prossimo." Jongin si alzò dalla cattedra e iniziò a cancellare la lavagna imprecando sottovoce. Era estremamente puntuale, di solito, se non c'era un certo studente pronto a distrarlo a qualsiasi pensiero razionale. Era sollevato al pensiero che non avrebbe dovuto avere a che fare con Kyungsoo fino alla settimana successiva e che avrebbe quindi avuto il tempo per trovare la sua compostezza e prepararsi al prossimo indesiderato incontro.

Susceptible to you『 Kaisoo』Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora