Capitolo 8

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É assurda la vita.
Ti fa assaporare nuove emozioni solo per toglierle poco dopo e quando inizi a cercare di andare avanti te la fa assaporare di nuovo,ma non cambiano gusto.
Spesso mi chiedo chi sia il responsabile,
chi comanda le nostre emozioni?

Non riesco a parlare,né a muovermi,rimango immobile a guardarlo. Almeno,stavolta,non sono l'unico.
Neanche lui é capace di fare altro.
A svegliarci da quel coma é un ragazzo,dietro di lui,che si fa avanti.

"Fabrí ti ha chiesto n'accendino non dumila euro,scetate!"

"Francé non fa' il coglione."

"E tu non dormí in piedi.
Scusalo ultimamente riposa poco ma nun é scemo!"

Quel ragazzo si rivolge a me con un sorriso,che anche io provo a ricambiare. Fabrizio,invece,continua a sembrarmi quasi imbarazzato,non riesce nemmeno a guardarmi negli occhi e mi porge l'accendino distrattamente.
Il suo comportamento non mi fa male,
però mi infastidisce.

"Grazie."
Gli dico facendo uscire del fumo dalle labbra e allontanandomi da loro,prima di rivolgergli un ultimo lento sguardo,
quasi deluso.

"Noi entramo Fabrí,tu vieni?"
"No resto a fumare."
"Allora se vedemo dentro."

Mi siedo sulla panchina vicino al locale godendomi il silenzio nel quale mi sento a mio agio.
Assurdo pensare che in questa settimana non aspettavo momento per rivederlo e ora che é successo é già sparito.
Mi passo una mano fra i ricci,come sempre quando sono nervoso,continuando ad aspirare nicotina.

"Perché ti allontani senza salutare?"

É una voce che,ormai,conosco fin troppo bene. Cattura la mia attenzione e alzo la testa trovandomelo di fronte,più bello dell'ultima volta.
Il taglio sul labbro si é cicatrizzato e notare che sta meglio mi rilassa.
Nonostante questo riesco comunque a spruzzare acidità nella mia risposta.

"Forse perché non mi hai nemmeno guardato in faccia?"

Queste parole escono fuori accompagnate da una risata nervosa che non riesco a trattenere.
Non mi va di fare lo stronzo,perché a quello già ci pensa lui,vorrei solo fargli capire che ci son rimasto male.

"É che non m'aspettavo di incontrarti di nuovo,cioè di incontrarti proprio qua."

"E invece eccoci qua."

Un silenzio imbarazzante cade tra di noi e ogni volta che succede io ho paura che sia l'ultima e che scompaia di nuovo lasciandomi ad immaginare con la fantasia qualcosa su di lui o sulla sua vita,che tanto vorrei conoscere,ma che lui non sarebbe in grado di raccontare. Proprio come me.

"Allora io vado,se vedemo dentro o in altri posti.."

Se solo sapesse che ho perso la pazienza di aspettare non direbbe così.

"Lo sappiamo entrambi che non ci vedremo,Fabrizio.
Lo sappiamo entrambi che scomparirai di nuovo senza spiegazioni e forse senza preavviso ci incontreremo tra settimane,mesi,anni perché io ho dimenticato il fottutissimo accendino in un'altra giacca.
Lo sappiamo entrambi che io e te siamo troppo diversi per imparare a conoscerci.
Perciò non mi dire cazzate.."

Anche l'angoscia di quella settimana é stata complice del mio discorso,ma effettivamente era questo quello che avrei voluto urlargli dietro da quando quella sera sparí alla fontana,ora che l'occasione c'era non l'avrei fatta scappare.
Ma non mi sarei aspettato la sua reazione. Si gira di colpo e con passo svelto me lo ritrovo a pochi centimetri dal viso.
'O mi sposto o muoio' e nel pensarlo sento le gote andare a fuoco.

"Ma come pensi che me senta?
Pensi davvero che so' contento?
Pensi davvero che non ti abbia mai pensato in questi giorni o che non abbia sperato de rivederti? Mi dispiace essere così come sono.
Mi dispiace avere sempre paura e scappare anziché affrontare le situazioni.
Mi dispiace di non averti detto manco 'grazie',ma so' na testa de cazzo. Però penso che l'hai capito pure te ormai."

Non mi sarei mai aspettato queste parole piene di sincerità che,spontaneamente,mi fanno sorridere.
Mentre riesco con gli occhi a concentrarmi solo sulle sue labbra,chissà che sapore avranno.
Dio Ermal ma perché pensi a queste cose sempre in momenti cosí scomodi,devi smetterla.
E perché lui non si allontana?É ancora così vicino che riesco a sentire il suo profumo che mi riempie le narici e mi manda ancora più in fumo il cervello.

"Ora andrai via di nuovo?"

Sono state le uniche parole che sono riuscito a pronunciare,che per certi versi non si collegavano nemmeno a ció che ha detto prima,ma come succede spesso ultimamente le mie labbra funzionano senza dar piú retta al cervello,ormai completamente fottuto.
Ci siamo solo guardati e il tempo,di nuovo,si é fermato in quell'istante.

"Tu vuoi che resti?"

"Vorrei solo imparare a conoscerti.
Lo vorrei da quella sera."

"Io so' un coglione Ermal.."

"Si ma io no!"

"In che senso?"

"Che il problema é il tuo,io non ne ho."

"Ammazza che stronzo!"

Riusciamo entrambi a ridere di gusto e una piccola parte di me spera che ci sia davvero una piccola possibilità di imparare a conoscere questo ragazzo tanto tenebroso,ma tanto unico nel suo genere.
All'improvviso Fabrizio torna serio e mi fa segno di fare silenzio con un dito sulle labbra,mentre si affaccia più in là per cercare di ascoltare.
Poi sbianca di colpo.
Mi afferra il polso e mi porta dietro la panchina,accovacciandoci a terra.
Ci stiamo nascondendo? Ma da chi? E perché?
Lo guardo,incapace di parlare,sperando che queste mie domande trovino una risposta nei suoi occhi.
Mi accarezza la guancia e mi arruffa i capelli.

"Te spiego poi,nun parla Ermal che sennò so guai."

Sento delle voci avvicinarsi e dagli spazi vuoti della panchina riesco a vedere due figure non molto lontane da noi,una sembra stranamente familiare,ma il buio della sera non mi permette di mettere bene a fuoco.
Fortunatamente si avvicinano ai lampioni e riesco a vederli meglio.
Porca puttana,ma uno di loro é Tarzan del drink! Avrà trovato una preda che lo soddisfi?

"O voi capí che comanda mezza Roma?"
"Shh abbassa a voce bambocció, noi famo a vede che stiamo al suo gioco fino a na' certa poi appena se distrae BOOM e ci scoppia la testa."

Quella frase mi fa venire i brividi.
Ricordi. Emozioni. Urla. Mia madre. I lividi.
Tutto troppo velocemente scorre nella mia mente.
Quei due non parlano di sesso o altre tecniche di approccio,ma di omicidio.
Inizio a tremare.
Fabrizio dovrà essersene accorto perché mi tira a sé e per la prima volta in vita mia,dopo 36 anni,mi sento protetto.
Quei due spariscono lasciandomi in un mare di dubbi e timori,ma riesco solo a concentrarmi sul suo abbraccio.

Che vorrei si ripeta altre volte,come questa.

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