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Waiting For You - XXIII

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Waiting For You - XXIII


01 Ottobre 2014.


Passarono giorni, settimane. Un tempo infinito in cui Chan Yeol cercò di realizzare cosa fosse successo; come fosse potuto accadere proprio a Baek Hyun, a lui, a loro. Settimane in cui, però, non riuscì a elaborare l'avvenimento: come poteva riuscire? Lui l'aveva dimenticato; l'aveva cancellato; l'aveva eliminatodai ricordi della sua vita. Non esisteva più. Il loro amore, il loro rapporto tutto era svanito. Non era rimasto nulla, solo i suoi fragili e esili ricordi. Frammenti di memorie che sarebbero presto andate perse nel vento.

No, non ci credeva, non ci riusciva; non era vero.

Eppure, la realtà lo colpì come uno schiaffo in viso: duro, violento e forte. Una verità che fece male al cuore e all'animo, fino alle viscere. Una realtà da cui non si sarebbe mai ripreso perché Chan Yeol non aveva più le forze per andare avanti, non senza l'amore che tanto desiderava, non senza l'unica persona che aveva mai amato.

E andare a trovare Baek Hyun era il dolore peggiore, un male che non espresse mai a parole.

Ogni volta, Chan Yeol lo guardava con gli occhi di chi lo amava, di chi aveva avuto l'onore di assaporarlo e lui in cambio riceveva sguardi glaciali e ostili. Gli occhi di Baek Hyun erano color nocciola e non esprimevano neanche lontanamente l'amore che, tempo prima, il minore era solito scrutare. Erano freddi, distanti e dolorosi.

Chan Yeol, a ogni incontro, sentiva sempre il cuore fargli male e ogni volta si formava una piccola crepa. Spaccature che non furono mai rimarginate. Il suo dolore non fu mai più medicato, anestetizzato. Chan Yeol soffrì a lungo nel silenzio del suo appartamento, solo e disperato.

«Ancora tu». Le parole di Baek Hyun erano taglienti e dure. Il minore non sapeva mai come reagire: davanti a lui aveva il ragazzo che amava, ma che non lo riconosceva più o, meglio, che non si ricordava più di lui. «Cosa vuoi oggi?».

«Baek...». Chan Yeol aveva un groppo in gola che cresceva col passare dei secondi e dei giorni. Attimi che sembravano interminabili si susseguivano uno dietro all'altro senza fermarsi. Più momenti passava con il maggiore, più sentiva l'angoscia crescere dentro di sé. «Non parlarmi così, per favore».

«Senti, mi dispiace, ma non ti conosco, non so chi sei, come dovrei trattarti?».

«Tu sei il mio ragazzo». Chan Yeol cercava disperatamente di convincere se stesso più che il maggiore; di convincersi che quello davanti a lui, con quello sguardo infastidito, fosse ancora lo stesso ragazzo di cui si era innamorato, lo stesso che gli aveva chiesto di non abbandonarlo mai, lo stesso che gli aveva promesso di amarlo per sempre.

«Non so chi tu sia».

«Tu mi ami». Tre parole che ebbero l'effetto di una tempesta per il minore, ma che non significarono nulla per il maggiore. Tre parole che galleggiarono in aria, aspettando di essere ripronunciate dal mittente.

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