L'alba delle fate: io e te.

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Capitolo dodicesimo.





Vi siete mai chiesti perché il nome della gilda più famosa di Fiore sia proprio Fairy Tail, “coda di fata”?
Una coda di fata che significato potrà mai avere?
Ebbene, la coda è la parte terminale di qualcosa, quella che resta indietro mentre tutto il resto è avanti.
E la fata? Possiamo immaginarla come una piccola creatura che, di notte, mentre stiamo dormendo,  vola sopra le nostre teste e ci regala un po' della sua magia.
La magia di credere in quello che non possiamo vedere né sentire né toccare.
Ci regala la magia dell'immaginazione.
Con essa, siamo in grado di creare infiniti mondi, infiniti personaggi e migliaia di storie.
Mi piace pensare che queste piccole creature che ci osservano, prima che spunti l'alba e vengano richiamate nel luogo magico a cui appartengono, lascino cadere questa scia - anzi - questa coda di magia su noi per permetterci, una volta svegli, di continuare a sognare.




Lucy mise finalmente un punto sulla pagina sulla quale aveva scritto tutta la notte.
Le sembrava la giusta conclusione di quel viaggio magico che aveva intrapreso da quando era entrata a far parte della Gilda.
E con quel punto poteva ritenere concluso anche il romanzo che aveva iniziato a scrivere tre anni fa.
Stiracchiò le braccia sopra la testa, lasciandosi scappare un piccolo sbadiglio.
Solo dopo aver posato la penna si era accorta di essere stanca morta.
Fuori dalla finestra del suo appartamento spuntavano pochi raggi di sole ma la città dormiva ancora.
Si alzò dalla scrivania ed entrò nella camera da letto.
Si spogliò della maglia e ne cercò una pulita dall'armadio.
La indossò e, sbadigliando ancora,  raggiunse il letto.
Spostò le coperte e lo sbadiglio pian piano fu sostituito da un sorriso.
Quante volte aveva detto a quella lingua di drago di non intrufolarsi nel suo letto?
Troppe, troppe volte.
E lui aveva fatto quello che gli aveva chiesto?
Mai. Neanche una volta.
E quel giorno, non sarebbe stato diverso.
Eppure a Lucy non importava.
Anzi, il sorriso sul suo volto si fece più ampio: adorava vederlo tra le sue lenzuola, abbracciare stretto il cuscino, col respiro profondo che solleticava le orecchie di Happy che se ne stava spaparanzato sull'altro cuscino e borbottava il nome di Charle nel sonno.
Gli piaceva tanto quella immagine, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, e avrebbe tanto voluto fotografarla ma la stanchezza le piombò addosso e non aveva la forza di cacciarli via.
Non voleva.
Quindi, con delicatezza, spinse Happy verso il centro del letto e si stese al suo fianco.
Appoggiò la guancia sul cuscino e un sospiro di piacere lasciò le sue labbra.
Era veramente stanca morta.
Prima di chiudere gli occhi però, Lucy si prese del tempo ad osservare il viso del ragazzo che dormiva profondamente di fronte a lei.
Se pensava che c'era voluto un rapimento e una morte quasi certa a farle aprire gli occhi sui suoi sentimenti per lui, si dava della sciocca testona.
Era così chiaro adesso: solo sapere che era accanto a lei le fece battere il cuore dall'emozione.
Certo, Natsu era ancora quella testa calda che andava a combinare casini nella gilda e cercare battaglia con Gray o Gajeel.
Non era cambiato da quel punto di vista ma Lucy aveva notato che, da quando erano stati sinceri l'uno con l' altra su quello che provavano, ogni tanto Natsu si fermava nel fare quello che stava facendo e si girava a cercarla finché non la trovava e la guardava negli occhi per dei minuti interi senza parlare. Poi, quando si accorgeva che anche lei lo stava guardando allo stesso modo, lui arrossiva terribilmente e si voltava urlando "sono tutto un fuoco" riprendendo a fare guai.
A Lucy sembrava quasi che Natsu avesse bisogno di sapere che lei era ancora lì, dove lui poteva vederla, cosicché potesse rilassarsi.
E se col contatto visivo Lucy aveva problemi di cuore, con quello fisico sapeva di rischiare l'infarto.
Natsu la toccava molto di più. Le sue braccia correvano sempre a circondarle i fianchi, a stringerla in abbracci.
Una volta, mentre riposava contro il tronco di un albero, dopo una missione, aveva avvertito Natsu avvicinarsi ma lei aveva finto di continuare a dormire. E aveva percepito chiaramente che il mago si era seduto accanto a lei, spostandole i capelli del viso e depositando un bacio all'angolo della sua bocca.
Quando Lucy, paonazza, aveva aperto gli occhi si era resa conto che a fingere di dormire era lui.
A quel ricordo sentì le guancie arrossarsi.
«A cosa pensi?»
La voce di Natsu riportò Lucy alla realtà della sua stanza.
Il ragazzo aveva un occhio leggermente schiuso e la guardava curioso mentre Lucy osservava ipnotizzata le sue labbra.
Le trovava terribilmente attraenti e quello la fece arrossire ancora di più.
«Proprio niente. Non penso niente» rispose lei a voce bassa, cercando di non svegliare il gatto che ronfava tra loro due.
«Certo, e io sono un mago del ghiaccio» la prese in giro Natsu,  «dai,  dimmi a cosa stai pensando. Sei tutta rossa. Stai pensando a cose perverse?» sghignazzò il mago.
Luce, se possibile, divenne ancora più rossa e distolse lo sguardo dalla sua bocca per riportarlo ai suoi occhi.
«No! Baka! Stavo pensando che avrei dovuto buttarvi fuori dal letto a calci» borbottò Lucy col broncio.
Improvvisamente Natsu si fece terribilmente serio.
«Vuoi che vada via?»
Lucy lo guardò, mordendosi il labbro.
«No, non voglio.»
La mano di Natsu corse a cercare la sua guancia dove vi si appoggiò, accarezzandola con dolci movimenti.
Il mago sorrise vedendo che Lucy si beava del suo tocco.
Quante volte aveva sognato di toccarla così?
Ora poteva farlo. Poteva farlo tutte le volte che voleva, senza doversi trattenere.
Ancora non gli sembrava vero che la sua namaka, la sua compagna,  ricambiasse i suoi sentimenti.
E pensare che c'era voluto così tanto per poterle stare così vicino.
Non l'avrebbe lasciata andare mai più.
«Bene, perché nemmeno io voglio andarmene. Voglio essere ovunque sia tu!»
Lucy sorrise imbarazzata ma felice del fatto che Natsu fosse così diretto e sincero con lei.
Se non ci fosse stato Happy gli avrebbe sicuramente dato un bacio ma per il momento si accontentò di baciare il dorso della mano che fino a qualche momento prima le accarezzava la guancia.
«Sai, devo confessare che in tutta questa esperienza ho avuto un po' timore di perdere me stessa. Siamo tutti cambiati o, per meglio dire, cresciuti ma io sento di essere cambiata più degli altri. Ho scoperto nuovi lati di me che non credevo esistessero: la testardaggine, la gelosia, l'amore timido. Ho dovuto lottare con forza per adattarmi ai cambiamenti e tu, Natsu, tu mi sei stato accanto durante tutto questo, non mi hai mai lasciato andare anche quando la prima a farlo ero proprio io. Quindi, grazie. Grazie davvero».
«Non sono bravo con le parole come te ma voglio ringraziarti anche io perché ora mi sento completo. Tu sei quella parte di me che non credevo che mancasse ma una volta trovata mi ha dato tutte le emozioni più belle.»
I due ragazzi si sorrisero felici ma quel momento di confessioni fu interrotto dal forte russare di Happy.
Entrambi scoppiarono a ridere sommessamente, intrecciarono le loro mani e, augurandosi la buona notte, andarono a dormire.
Quel giorno però le stelle brillavano ancora nel cielo nonostante fosse l'alba: gli spiriti stellari avevano concesso ad un anima un piccolo favore.
Quando Lucy raggiunse la parte più profonda di sé, l'inconscio, si trovò in un luogo buio ma non inquietante.
Aveva la sensazione di esserci già stata, che quel profumo lo avesse sentito tantissime volte.
Si addentrò nell'oscurità con la consapevolezza che non le sarebbe accaduto nulla di male e infatti poco dopo quella stessa oscurità fu sostituita da un intenso bagliore e una figura a lei dolorosamente familiare apparve.
«Mamma!»
Layla sorrise alla figlia e allungò una mano per accarezzarle i capelli, per poi stringerla a sé in un abbraccio.
«Lucy, tesoro mio, sei così bella».
Stretta tra le braccia della madre,  Lucy non sapeva se piangere o ridere dall'emozione.
«Mi manchi così tanto, mamma.»
«Anche tu, mia luce. Ma io sono sempre con te anche se non mi vedi. Ero con te quando eri confusa e triste, ero con te quand'eri in pericolo e sono con te adesso che hai ritrovato la gioia e serenità.»
Lucy sorrise e guardò il viso della madre.
«Si, sono felice adesso.»
«Lo vedo. Natsu deve essere veramente un bravo ragazzo» rispose Layla e rise nel vedere il viso velato di rossore della figlia.
«Ora che sai chi sei e cosa vuoi, non dimenticarti mai che non sei sola. Va bene? Sii forte e gentile, Lucy. Noi veglieremo sempre su di te» e così dicendo accanto a Layla comparvero tutti gli spiriti stellari.
Lucy si sentì amata, protetta. Delle lacrime di gioia cominciarono a scendere dai suoi occhi e quando mormorò un grazie a tutti loro si risvegliò quel giorno con quelle stesse sensazioni.
Era l'alba di un nuovo giorno.








*** Angolo Autrice ***

Ciao a tutti/e, siamo arrivati all'ultimo capitolo della storia.
La conclusione di un viaggio che è durato tanto ma mi ha dato tantissime soddisfazioni soprattutto grazie a voi che avete letto e avete seguito la storia.
Voglio ringraziare tutti voi! Grazie grazie grazie grazie grazieeeeee❤❤
Spero che questa Nalu vi sia piaciuta, spero che vi piaceranno le altre storie che ho in mente di scrivere.
Grazie a tutti ancora!

Un amore di fata ||Fairy Tail - Nalu||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora