Capitolo 11

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Calore. Insieme al sonno era l'unica cosa che sentivo. Solo un grande calore che circondava tutto il mio corpo.
Ancora con gli occhi chiusi, buttai per aria le coperte e mi rigirai più volte, cercando di trovare una posizione comoda e un lato del letto fresco.
Ma il caldo ebbe la meglio svegliandomi, non riuscivo proprio a dormire.
La stanza era buia, data la mancanza di finestre.
Per questo l'aria si era concentrata nella piccola camera, inalando il suo calore intenso.
Provai a cercare più volte il corpo di Ben a terra, ma la mancanza della luce me lo impediva.
Sussurai svariate volte il suo nome ma non ci fu nessuna risposta. Non sapevo dove fosse e che ore fossero, e con tutta la forza in corpo mi alzai e girovagai nella stanza alla ricerca della porta.
La trovai velocemente, urtando qualche mobile e inciampando anche sui miei stessi piedi.
Un piccolo spiraglio di luce illuminava quanto bastava la stanza.
Continuai ad osservare la stanza e aprii l'armadietto di Ben per vedere cosa ci fosse dentro: vestiti, zaini, scarpe.
Un grande specchio era incollato all'anta dell'armadio. Appena lo vidi un dubbio inizió a crescere nella mia mente: da quando ero arrivata nella radura non mi ero mai osservata esteticamente.
Mi guardai attentamente, volevo cogliere ogni dettaglio del mio corpo, ero molto curiosa di sapere come ero fatta.
Di corpuratura normale, non ero molto alta ma neanche tanto bassa.
I capelli erano biondi, lunghi e boccolosi. Gli occhi azzurri con sfumature verdi e le labbra carnose di un rosa tenue.
Sorrisi. Denti bianchi, puliti. Due piccole fossette si formarono nel volto. Ma erano così piccole che solo chi mi osservava attentamente poteva notarle.

Chiusi l'armadio e mi diressi verso l'uscita sorridendo lievemente. Finalmente avevo scoperto come ero, e ne ero soddisfatta.
La luce accecante del mattino mi fece socchiudere gli occhi, ma dopo alcuni istanti li riaprii.
I radurai sembravano essersi ripresi dalla sbronza di ieri sera, e si erano rimessi tutti al lavoro.
Camminai in cerca dei miei amici quando vidi Gally fare qualcosa con una tavoletta di legno.
"Hey Gally. Non vieni a fare colazione?" Domandai sorridendo e avvicinandomi.
Lui rise e mi guardó con stranezza: "Pivella sono le 10 del mattino. Sei un po' in ritardo."
Adesso capii perché Ben non c'era e tutti stavano già lavorando.
"Ops... Ho dormito troppo..." dissi sottovoce ma mi sentì.
"Piccola addormentata direi di si." Disse ridendo.
"Vado da Fry a cercare qualcosa da mangiare, grazie dell'informazione pivello." Dissi marcando sull'ultima parola. Era la prima volta che usavo il loro linguaggio e mi sentivo... normale... però mi divertiva.
"Grande Meg! Stai iniziando a diventare una vera raduraia." Mi limitai a rispondergli con un sorriso, poi me ne andai verso la mensa.

Ovviamente era vuota tranne per Frypan e per Newt.
"Newt! Stai bene?" Dissi avvicinandomi e abbraciandolo forte.
La sua stretta era lenta ed era molto rigido, poi disse: "Si, ho dormito bene e mi sono ripreso, stai tranquilla."
Sembrava diffidente nei miei confronti, non come Ben la sera precedente.
Infatti lo sentii scuotere la testa e staccarsi velocemente dall'abbraccio.
"Devo andare a lavorare, ciao." Disse scappando via di fretta come se i campi se ne sarebbero andati da un momento all'altro.
Feci spallucce e mi rivolsi verso Frypan.
"C'è qualcosa da mangiare?" Domandai con gli occhi da cerbiatto.
"Si pivellina, ti ho conservato una porzione di cereali, pane con la marmellata e del latte." Rispose porgendomi il vassoio.
Con la mano gli mandai un bacio e andai a sedermi in un tavolo.
Poi mi venne in mente una cosa: il sogno.
Era sparito. Nessun incubo, nessun ricordo, nessun... sogno. Niente.
La mia mente lo aveva dimenticato, come il resto della mia vita.
Stavo maledicendo il mio cervello di avere una memoria a breve termine e di non ricordarsi un caspio di niente.
"Caspio" sussurrai e ridacchiai tra me e me.
Finii velocemente la colazione e decisi di fare un giro, avrei aiutato Frypan più tardi.
Volevo andare da Newt ma ogni volta che lo vedevo scappava via cambiando posizione. Che gli era preso?
Lo stavo osservando mentre lavorava di spalle, ancora non mi aveva visto.
"Metti paura con quella faccia." Disse qualcuno dietro di me.
Mi girai di colpo e vidi Gally appoggiarsi ad un palo e fissare prima me e poi Newt.
"Ogni volta che mi vede fugge. Non vuole parlarmi, so di aver fatto qualcosa ma... non riesco a capire cosa." Dissi continuando a fissare il biondo che lavorava.
"Sai se lo guardi con quella faccia è ovvio che voglia scappare da te." Rispose ironicamente Gally.
Gli diedi un colpetto sul petto ma lui continuò a ridere.
Poi improvvisamente cambiò discorso: "Ti ha avvertito della scelta del tuo lavoro?"
Scossi la testa.
"Bene allora lo vado a chiamare."
Gally si staccò dal palo e si diresse da Newt che zappava la terra in modo arrabbiato.
Li vidi parlare tra di loro poi Newt fece cadere la pala e se ne andò nel Casolare.
Ansiosa aspettai Gally e quando fece ritorno domandai: "Cosa ti ha detto?"
Scosse la testa. "Ha detto che deve lavorare e che te lo avrebbe detto Alby. Infatti è andato a chiamarlo."
Anuii debolmente. Non capivo cosa gli prendeva adesso. Quel ragazzo un giorno è depresso, un altro è arrabbiato. Ci sarà mai un giorno in cui è felice? Pensai.

Newt comparve con Alby al suo fianco, poi si separarono.
"Allora pivella il tuo lavoro sarà... Cuoca! O almeno aiuto-cuoca. Ma se c'è bisogno di aiuto Jeff è sempre pronto di averti accanto." Disse stanco Alby.
Annuii contenta e lo ringraziai. Ora ero una raduraia vera e propria.
Mi guardai intorno, poi corsi verso Newt e appena si accorse di me sbuffó e inizió a camminare.
Corsi più velocemente per non rischiare di perderlo, lo raggiunsi e lo fermai.
"Adesso tu mi dici che cosa ti prende." Gli dissi fermandolo appoggiando la mano sul suo petto.
"Non ho niente, adesso fammi lavorare. Anche tu hai un lavoro adesso." Sbuffó un'altra volta.
"No Newt che non va bene. Ieri ti sei confidato con me e oggi sembra che mi odi. Voglio sapere perché sei così... bipolare!" Dissi con fermezza.
"Vuoi proprio sapere cosa ho?" Alzó la voce per essere più duro.
Annuii. Doveva calmarsi. Anzi dovevamo farlo entrambi, stavamo attirando troppa attenzione. Poi riaprì bocca:
"Bè mia cara Meg, ma ho saputo una cosa. Sul tuo conto. E non è una cosa bella."
———————-
Hello pivelli! Scusatemi per l'assenza di ieri, ma ho avuto tantissimo da studiare, e anche oggi.
Non l'ho ancora ricontrollato perché sono le 23 e ho sonno, domani lo controllo. Peró ho pubblicato lo stesso perché non volevo lasciarvi senza capitolo.
Adesso cercheró di andaee il più avanti possibile, anche perché manca ancora molto tempo prima di ... ehm tante cose quindi... mi devo muovere!
Spero che il capitolo vi piaccia.
Ma sto Newt sempre bipolare? Io lo adoro!❤
Mettete la stellina!❄
-fededima14

Maze Runner- The starDove le storie prendono vita. Scoprilo ora