cap.28

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27 gennaio, 14.53

Eren

No.

Non di nuovo.

L'ultima cosa che riuscii a distinguere prima che mi si annebbiasse la vista e i rumori attorno a me sparissero fu Levi che diceva a Hanji di portarmi via.

Dopo di che, nulla.

Certo, ero consapevole del braccio di Hanji che mi sorreggeva, ero consapevole di stare camminando, sapevo che Levi non c'era, ma era come se il mondo reale fosse scivolato il secondo piano.

Avevo gli occhi aperti, ma comunque le immagini che vedevo non appartenevano alla realtà di quel momento.

L'avrei definito un sogno ad occhi aperti, se non fosse stato che quello, più che un sogno, era un incubo.

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Era una sera estiva regolare in tutto e per tutto: sole, cielo azzurro, leggero venticello caldo.

A Shiganshina, nel giardino di una casa curata, tre bambini erano stesi sull'erba, gli sguardi rivolti al cielo, mentre fantasticavano sul futuro.

"Sai... Un giorno dovresti vedere il mare, Eren." Osservò Armin.

Eren sorrise "Lo farò. Anzi, un giorno andremo tutti a vivere al mare!" i grandi occhi verdi scintillarono.

Mikasa, con i capelli neri sparsi sul prato, disse "Non starai esagerando?"

Eren mise su il broncio "Non fare l'antipatica Mikasa!"

Armin li interruppe prontamente sul nascere "Basta voi due! Sentite un po', non credo andremo a vivere al mare, ma ci faremo una vacanza."

Una voce proveniente dalla finestra della casa li interruppe: "Ragazzi, la cena è pronta!"

Carla Jeager notò il biondo e chiese "Ti fermi a mangiare con noi, Armin?"

Lui scosse la testa "No, grazie. Ora vado a casa."

Psycho || Ereri ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora