Blue | fenji.

One.

Era piena estate, dormivo, fin quando l'ombra sotto il capanno venne sostituita dal sole cocente.
Mi svegliai a causa della luce accecante, decisi di andare a fare un bagno.
Mi girai a destra e a manca, ma dormivano tutti.
Avevamo passato la notte in spiaggia, bevendo birra attorno ad un falò, ero l'unico ad essere in piedi.
Corsi verso la riva, ancora isolata dalla folla.
Entrai lentamente nell'acqua gelida e cristallina, provando un sollievo crescente.
Mi immersi.
Tutto ciò che fosse sott'acqua mi incuriosiva.
Così, dopo dieci minuti di esplorazione del fondo sabbioso, notai una macchia in superficie.
Non riuscivo a vedere nitidamente la figura a causa del bruciore nei miei occhi.
Mi avvicinai velocemente, sempre più perplesso e confuso.
Appena giunto a pochi metri dalla figura, il cuore incominciò a pulsare all'impazzata.
Un ragazzo, non cosciente, galleggiava in acqua da chissà quanto tempo.
Non ci volle molto per portarlo sul bagnasciuga.
Cercai aiuto, ma non c'era campo e la spiaggia era deserta.
Potevo contare solo su me stesso.
Mi venne in mente di applicare una leggera pressione sullo sterno dello sconosciuto, dalla bocca sgorgava acqua incessantemente.
Dovevo fare in fretta, o non si sarebbe ripreso.
In preda al panico mi avvicinai lentamente al suo viso roseo.
Le mie labbra toccarono le sue, erano gelide e salate, soffici e liscie.
Iniziai ad immettere in lui aria.
Dopo cinque minuti inizio a muoversi.
Mi sentivo strano, non mi era dispiaciuto fare ciò.
Aprì un occhio, poi l'altro, e poi tossì ripetutamente.
Esausto riprese il respiro e cerco di capire dove fosse, invano.
Dove mi trovo? chiese confuso.
Ti ho appena salvato la vita affermai.
Incredulo mi abbracciò istintivamente, poi sorrise.
Come posso ringraziarti? mi chiese rialzandosi sulle gambe.
Tranquillo, non preoccuparti, davvero.
Lui insistette, ed io gli proposi quindi di prenderci un gelato.
Lui mi fece cenno positivo con la testa, quindi incominciammo a camminare.