Il suono soddisfacente del panno umido strofinato sul tavolino d'alluminio rilassava Yoonoh. Aveva iniziato il suo nuovo lavoretto part-time solamente da poche settimane, per necessità economiche, e sembrava aver già preso posto nel piccolo locale accogliente, con l'usuale acciottolio di bicchieri e l'intensa aroma del caffè che non rendeva il suo impiego così sgradevole come avrebbe pensato un mese prima. Porta i capelli dietro la testa con un movimento celere, e socchiude gli occhi in un tentativo di riposo. Dopotutto, erano passate parecchie ore dalla "fine" del suo turno, e più che straordinario considerava il suo lavoro extra come triplo turno.
Aveva capito, da quando era tornato dall'America, che in Corea l'abuso di potere poteva presentarsi all'ordine del giorno, soprattutto tra i lavori più "mediocri". Non considerava il suo lavoro stremante o troppo umile, ma avrebbe preferito vivere la sua vita dipingendo quadri o scrivendo poemi epici. Non che fosse bravo in quello, per carità.
Le sopra elencate attività erano quelle che riteneva più piacevoli, ma si dedicava ben poco ai suoi piaceri per le sue poche disponibilità. Le sue giornate erano sempre laboriose, ardue, e faceva del suo meglio per non deludere i genitori che, pur essendo affettuosi, avevano poco tempo da dedicargli.
Smise di commiserarsi durante i 10 minuti di pausa e ritornò in sala, facendo torpidamente un fiocco al camice beige.
"Yoonoh, esco un attimo. Vai al bancone".
Sospirò flebilmente e si diresse verso il banco, massaggiando nel mentre la spalla dolente dalla troppa fatica.
Arrivato a destinazione poggiò i gomiti sul mobile di legno, ed attese, rivolgendo lo sguardo verso la porta.
Ben presto un cliente si fece strada verso lui.
"Buongiorno, cosa le piacerebbe ordinare?"
Chiese, per poi osservare curiosamente il cliente nel breve lasso di tempo dalla risposta. Il suo aspetto era sicuramente forbito, i capelli corvini gli incorniciavano il volto piccolo in modo a suo avviso sfavillante, gli occhi scuri e lucidi incontrarono i suoi velocemente e-
"Vorrei 16 cappuccini. 15 zuccherati, molto. Uno amaro. Entro stasera, grazie".
La durezza della sua voce lo svegliò dall'abbaglio che aveva avuto nei secondi precedenti.
Era bella pure quella, ma che stronzo.
Il cliente sventolò una banconota davanti al suo viso, mentre per Yoonoh l'aria diventava sempre più pesante da inalare.
"Mi sta ascoltando?"
"Sì, tolga questa cosa dalla mia faccia."
"I vostri capi vi insegnano a parlare cos-"
"Chloe, 16 cappuccini, 15 zuccherati ed uno amaro" si girò verso la collega che sbiancando un po' si allontanò dal bancone.
Prese la banconota dalle mani del ragazzo e gli porse il resto nel modo più sgarbato ma accettabile che conosceva. Dopotutto non riusciva ad essere troppo maleducato. Dopo uno sguardo tagliente il corvino si diresse verso dei tavoli che i suoi amici avevano allineato personalmente, e sedette pigramente.
Successivamente Yoonoh si chiese quale categoria di disagiati va a prendere il caffè in 16.
Chloe lo approcciò con due vassoi, poggiandone uno sul bancone.
Yoonoh scosse la testa in un cenno negativo, ma inutilmente. Il vassoio sarebbe rimasto sul bancone fino al giorno dopo se non lo avesse portato lui, conosceva Chloe. Con un sospiro si diresse tremolante verso il tavolo 8, ed arrivato a destinazione cercò a tutti i costi di non incrociare lo sguardo con il ritardato di prima.
Chinò velocemente il capo in segno di rispetto e si diresse ancora una volta al bancone.
La quiete durò poco perchè """""AVEVO DETTO UNO AMARO""""""; """""HEY TU AL BANCONE"""""""
Dopo aver maledetto il paradiso intero si diresse verso il tavolo, pazientemente chiedendo quale fosse il problema.
"C'è che ti ho detto di farne 15 zuccherati ed uno amaro. E nel cosiddetto amaro ci hai versato i chili di zucchero."
"Non sono stato io a prepararli. Posso portartene un alt-"
"Sì, un altro."---
I giorni successivi trascorsero tranquillamente, e il lavoro sembrava diventare sempre più leggero.
Come al solito gli straordinari toccarono a yoonoh e pigramente si poggiò al bancone come ogni dannato sabato mattina.
Dopo aver servito numerosi clienti, il negozio sembrò sfollarsi e la sala diventò molto tranquilla.
Yoonoh pensò di poter riposare le gambe e sedersi ad un tavolo vicino per qualche secondo, solo per qualche secondo, ma la campanella legata alla porta suonò ancora, segnalando l'arrivo di un nuovo cliente.
Sbuffò ed alzò lo sguardo, dipingendo sul viso stremato un sorriso falso che contrastava le occhiaie sul volto.
"Buongiorno. Cosa desider-"
Sbiancò mentre sull'altro lato del bancone si poggiò il ragazzo che incontrò una settimana prima.
"E che palle", pensò.
"Un cappuccino. Amaro." chiese con il familiare tono da stronzetta e Yoonoh giurò ai santi che avrebbe mantenuto la calma.
Prese il bicchiere sgarbatamente e chiese "Che ci scrivo?"
"Taeyong."
Bello anche il nome, però che stronzo.
Scarabocchiò qualcosa sul bicchiere di carta e lentamente uscì dalla stanza per poi tornare con un cappuccino. Amaro.
Successivamente glielo porse.
"2632 won."
Il ragazzo, taeyong, gli lanciò un'occhiata.
"Senti, ma da quando vivi qua?"
"Non instauro rapporti al lavoro. Mi dispiace".
"Mi sono espresso male. Ma sai scrivere il coreano?"
"Oh, ho sbagliato qualcosa?"
"È Taeyong. Ae. Cioè a ed e, non "e" "
"Scusami. Ridammelo."
Scarabocchiò nuovamente.
"Yong. Non young. Per cristo."
Yoonoh riafferrò il bicchiere.
Glielo restituì dopo qualche secondo, dopo aver guardato i 10 nomi sul bicchiere, il nuovo che leggeva "tooyong".
Taeyong lo prese comunque, dirigendosi verso un tavolo all'angolo della stanza.
"Hai dimenticato il resto"
"Con quello comprati un libro di hangul".I giorni passarono così, ed occasionalmente quel Taeyong tornava in caffetteria, snervava un po' Yoonoh e poi tornava a casa.
Raramente portava i suoi 15 amici, e ancora più raramente erano loro ad ordinare.
Aveva imparato che Taeyong seguiva uno schema.
Non era assolutamente interessato alle sue abitudini, ma la situazione si ripeteva troppo. Lo osservava solo un po'.
Il lunedì prendeva il cappuccino amaro, se tornava di martedì era il macchiato, il mercoledì prendeva un esepresso con !!attenzione!! un pizzico di zucchero, il giovedì non tornava mai, il venerdì era sempre il caffè marocchino e il sabato mattina prendeva di nuovo il cappuccino amaro.
Un giorno gli chiese se per caso avesse un disturbo ossessivo-compulsivo e da quel giorno iniziarono a conoscersi.
Ovviamente Yoonoh continuava a scrivere il suo nome in modo errato e per sarcasmo un giorno Taeyong gli donò veramente un libro sull'alfabeto coreano.Gradualmente riuscirono ad instaurare un rapporto quasi simile a quello dell'amicizia.
La storia prese una svolta in un pomeriggio di primavera:
Come al solito il doppio turno fu rifilato a Yoonoh che ora non si lamentava nemmeno.
Come al solito capì che era tornato Taeyong perchè qualcuno aveva scortesemente sbattuto la porta di ingresso.
E a quel punto si trovò in difficoltà perchè era giovedì. Non sapeva cosa preparagli, non era mai tornato di giovedì.
"Cosa vuoi allora?"
"Un cappuccino. Molto zuccherato."
Yoonoh si impressionò un po', ma riferì l'ordine a Chloe che ovviamente glielo portò amaro.
"Sono 2632 w-"
"Ah, che sete, portami lo scontrino al tavolo. Con il tuo numero."
"Cosa?"
"Lo scontrino. Hai anche bisogno di esercizi di ascolto?" Prese il bicchiere e si diresse velocemente al tavolo 8, nascondendo il viso tra le mani una volta seduto.
Yoonoh afferrò una penna ed eventualmente gli scrisse anche il suo numero.
---
Arrivata ormai l'estate Yoonoh aveva raccolto abbastanza denaro per l'università, perciò decise di concedersi una vacanza e lasciò la caffetteria.
Tornò solamente una settimana dopo le dimissioni, per salutare i colleghi.
Era un lunedì torrido, lo ricordava bene.
Taeyong disorientato e scoraggiato giaceva al tavolo 8, un bicchiere d'acqua gelida alla mano, e lanciò un'occhiataccia a Chloe quando lo approcciò per portargli un tè alla pesca. Esattamente perchè si trovava in una caffetteria per prendere un tè alla pesca dalle macchinette?
"E quindi il tuo amic-"
Quando il suo sguardo incontrò quello di Yoonoh nascose il viso ed afferrò velocemente il tè dal vassoio.
"Ah Yoonoh, questo qui ti cercava. È la terza volta che torna."
Yoonoh salutò Taeyong timidamente, sorpreso che si fosse anche solo accorto della sua mancanza.
"Non è vero. Sono venuto a prendere il caffè."
"Capisco Taeyong. Però hai un tè alla pesca lì."
"Ma poi perchè mi hai scritto il numero sullo scontrino? Come sei all'antica." Chiese Taeyong, rivolgendo lo sguardo verso il tè.
"Lo hai salvato sul cellulare."
"Non è vero."
"Mi hai anche seguito su Instagram."
"Avrò cliccato qualcosa per sbaglio."Eventualmente iniziarono ad uscire insieme.
STAI LEGGENDO
Coffee Boy || Jaeyong
FanfictionCoffee shop!AU Yoonoh si sarebbe dovuto arrendere di fronte ad un cliente del genere. Che d'altronde voleva 16 cappuccini. 15 zuccherati ed uno no.