XIII

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Irama

Siamo in sala relax da più di due ore. Iris interagisce con gli altri, facendosi conoscere di più. Sono in molti a farle le domande e lei risponde con garbo, d'altra parte è sempre stata molto educata, non credo di averla mai vista arrabbiata o nervosa. È solita mantenere la calma. A volte tentenna quando le chiedono della famiglia o di come ha vissuto la sua adolescenza. Non risponde a domande così personali, infatti va avanti. Per fortuna nessuno ha fatto domande su di noi, per il momento. Anche se gli unici che lo sanno sono in tre. Io sono sul divanetto rosso in pelle, mentre tutti gli altri sono sulle sedie della cucina, attorno al lungo tavolo. Simone mi si avvicina, si siede sul divanetto, posando un gomito sulla testiera -É molto simpatica e diretta. Cioè te dice le cose dritto en faccia. Boh, me sembra na tipa okay. C'è stata na parte...m'ha fatto morì dalle risate.- ride e gesticola. Per non sentire altro, mi alzo dal divano e vado verso gli spogliatoi. Entro e mi siedo su una panchina di legno. Mi porto le mani sulla fronte. Dei passi veloci si avvicinano -Irà, ma che ho detto? Non sarai geloso?- Biondo mi porta una mano sulla spalla. Alzo la testa -Ma che dici? Non è per quello, anzi. So perfettamente che è come l'hai descritta tu.- sospiro pesantemente e mi rimetto nella stessa posizione di prima. Biondo si siede accanto a me -Ma allora perché?- mi scuote la spalla -Oh è successo qualcosa?- annuisco piano ed inizio a spiegare -Prima, quando è entrata, si è presentata con tutti.- la mia voce è ovattata a causa del pantalone scuro della tuta. Alzo la testa per vedere la reazione di Simone, che è più confusa di prima -E allora?- aggrotta le sopracciglia. Mi inumidisco le labbra -Quando dico che si è presentata con tutti,- mi ascolta attento, lo si capisce dalla punta della lingua posizionata sul labbro superiore -intendo anche a me.- mi punto un dito al petto. Al che Biondo spalanca gli occhi -Ma che stai a dì aho?- sembra confuso, scioccato, leggermente arrabbiato. Non lo so neanch'io. Un misto di emozioni passanti davanti ai suoi occhi, cambiano in continuazione -Credo sia arrabbiata con me, anzi ne sono certo. Sennò mi avrebbe abbracciato e baciato e mi sarebbe saltata addosso. Invece non mi ha rivolto la parola se non per dirmi il suo nome. Che, guarda la casualità, già so.- finisco con una punta ironica ed un broncio sul viso. Si passa una mano tra i capelli biondi -Scusa ma perché dovrebbe essere incazzata con te?- prendo un lungo respiro e passo velocemente la lingua sulle labbra, di nuovo. Ho la bocca asciutta -Diciamo che l'ho un po' messa da parte, in questi due mesi che sono qui.- poggio la testa sulla mia mano, il braccio poggiato a sua volta sul gomito. -Che cosa significa che l'hai messa da parte?- sbuffa, non afferrando a pieno i miei concetti -Nel senso che lei mi chiamava, mi messaggiava ed io non le rispondevo sempre, anzi a dir la verità quasi mai.- sbatte la testa contro il muro -Mi spieghi il perché?!- si sta alterando e non è un segno positivo -Non lo so neanch'io di preciso, non mi chiamava nell'ora studio, quindi mi chiamava o messaggiava di sera. Ma io ero stanco e avevo altro a cui pensare.- mi guarda deluso.
Sono consapevole della grandissima cazzata che ho fatto, non ho bisogno di ramanzine da parte sua o di chiunque altro. Scuote la testa, beccandosi i miei occhi chiari al cielo -So benissimo ciò che ho fatto e so a cosa sto andando in contro. È colpa mia, okay? Lo so, lo so alla perfezione. Quindi, al posto di farmi una lezione di vita e ricordarmi quanto sia imbecille, perché non mi dai qualche consiglio?- mi infilo una mano nel ciuffo, sono frustrato e nervoso. -L'unica cosa che posso dirti è di andare a parlarle e vedere se se la sia presa davvero. A quanto pare sì, ma almeno ne avrai al conferma e cercherai di risolvere la situazione, di chiarire con lei. Perché so che è questo quello che vuoi, no?- annuisco e mi alzo di scatto. Esco velocemente dallo spogliatoio. Poi rientro, sempre correndo. Lo abbraccio e lo ringrazio. Ricambia con un sorriso e ritorno in sala relax. Mi guardo attorno, ma non la vedo -Avete visto Iris?- domando ad alta voce per sovrastare il vocío dei ragazzi. Lauren mi risponde, sistemandosi i capelli ricci -Marcello ha detto che lo staff doveva farle vedere la camera e che doveva sistemare le sue cose.- spiega, con il suo accento americano. Annuisco ed esco dalla loro vista a passo veloce. Spero non sia arrivata già all'albergo. Non mi va di arrivare fino lì. A questo pensiero, accellero il passo, fino a correre. Arrivo in cortile e la vedo intenta a cercare qualcosa nella borsa, con il trolley al suo fianco. Quest'ultimo cade ed io arrivo da lei, giusto in tempo per raccoglierlo da terra prima della ragazza mora. Mi guarda -Sarei riuscita a prenderlo anche da sola.- sputa acida. Sospiro -Senti se stai così perché non ti ho risposto al telefono,- mi interrompe subito -Questa è la conferma che non sei abbastanza maturo da comprendere, da ragionare, da arrivarci con almeno un pizzico di logica.- avvicina pollice ed indice al mio viso, per farmi notare la quantità che vuole con essi indicare -Non solo non hai risposto ai miei messaggi e alle mie chiamate. Non sei salito da noi neanche una volta! Una sola! Poi mi fai apparire agli altri come una scocciatura assurda, che ti chiama ogni ora, ogni secondo, ogni attimo della tua vita. Quando sapevo benissimo che stavi studiando e ti era vietato l'uso del cellulare. Per questo cercavo di contattarti la sera, per sentire la tua voce. Non ti sei fatto sentire mezza volta! Per non parlare del tuo bellissimo rapporto troppo confidenziale con Carmen. Vi ho visti in TV! Ti sembra rispettoso? Dalle mie parti no! Eppure siamo entrambi di Monza. Ti sembra normale avermi cancellato totalmente dalla tua vita, avermi messo da parte? Mi hai fatto davvero male. Troppo. Quindi come tu hai fatto il tuo percorso, senza includermi, io farò lo stesso.- è arrabbiata più che mai e le parole che sta dicendo non sono altro che spine che pungono ogni poro della mia pelle.
Una voce acuta proviene dalle nostre spalle ed entrambi ci giriamo -Ira, rientri?- Carmen mi sorride. -Bravo, vai da lei.- Iris s'incammina dalla parte opposta. Afferro il suo braccio e riporto l'attenzione su Carmen -Non ancora.- dico atono. Tengo ferma Iris che, intanto, si oppone alla mia presa. -Dai, vieni!- insiste la bionda. Mi giro di scatto -Carmen se vuoi andare vai! Non rompere le palle, ho cose più importanti da fare!- non la riesco proprio a digerire.

Nel mare dove non si tocca {IRAMA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora