Capitolo 15(parte seconda)

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"E poi lasciare che la nostalgia passi da sola,e prenderti le mani e dirti ancora..
Sono solo parole."

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E poi all'improvviso il peso della realtà mi cade addosso tutto in una volta.
Rimango in silenzio che sembra regnare sovrano nella stanza.
Rimango in silenzio con mille parole che mi girano in testa e non so quale usare prima.
Poi realizzo ciò che ho sentito.

Mio nonno.
La persona che credevo muovesse i fili della mia vita, che credevo mi avesse rovinato l'esistenza, che credevo mi avesse portato via tutto é mio nonno.
Il mio stesso sangue.

La testa che mi scoppia,
le lacrime che non riesco a fermare e le urla che devo trattenere.
Ormai le gambe cedono, le mani tremano, il cuore si è fatto pesante. 

"Ao Fabrì, riprenditi! Non fa' cazzate!"

Francesco riesce ad afferrarmi al volo ed evitarmi una brutta caduta,
mentre lui è ancora fermo immobile davanti a noi.
E io comincio a piangere in silenzio,
senza accorgermi che mi sta ancora rivolgendo la parola.

"Fabrizio, in questi anni, ho cercato di vederti perché non ho mai conosciuto mio nipote.
Tua madre mi mandava delle lettere parlandomi di te, ma io volevo soltanto passare del tempo in tua compagnia.
Dopo quello che le è successo,
ho continuato a mandare persone a cercarti solo perché eri l'unica parte che mi restava della mia famiglia.
Non ho mai ordinato di far male a nessuno, devi credermi.
Non ho ordinato neanche di far del male a tua madre, quelli che vennero a cercarti quel giorno non sapevano fosse mia figlia.
E neanche lei sapeva chi fosse suo padre.
Qui in mezzo sono solo una pedina che ha il compito di cacciare soldi.
Non ti farei mai del male Fabrizio. "

Non riesco a credere a quello che vedo.
Il temutissimo 'capo' che piange davanti a me.Ma allora se reagisce in questo modo quello che sente è vero?
Mi sento così strano, poi è come se ci vedessi lei nei suoi occhi. Erano blu come i suoi, ma quelli di mia madre erano di quel blu infinito.E io odiavo vederla piangere perché non riuscivo più a vedere quel blu. Poi mi ricordo.

"Amore! Succede quando vai in bicicletta,
non piangere! Se il nonno ti vedesse in questo momento si arrabbierebbe!!"

"Perché?"

"Perché il nonno è stato un soldato, é una persona forte, fortissima!
Sai che mi diceva sempre?"

"Cosa? Dimmelo mami"

"Diceva così:'chi piange ha già perso in partenza.'"

Diceva imitando la sua voce, un po' burbera e mi faceva ridere, dimenticavo della sbucciatura al ginocchio e la abbracciavo.

"Mamma ma il nonno dov'è?
Francesco dice che il suo è volato in cielo,
il mio è insieme al suo?"

"Non lo so, amore mio.
Non lo so dove è il nonno."

E mi stringeva di più a lei.

Ricordo ogni parola giusta.
Ogni parola sbagliata.
Ogni espressione.
Ogni momento,che avevo messo in un angolo nascosto della mia mente,
che solo ora caccio fuori.
La vita, a volte, cambia le carte del gioco ed è in grado di mischiare come meglio crede.
Forse meglio per lei ma non per noi.
Forse, stavolta, il 'doveva andare così' lo accetto. O forse no.

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