Una discoteca affollata

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L'aria è stretta nella discoteca.

Corpi che si dimenano al ritmo della musica, luci accecanti, sudore e alcol che si mescolano in una grande stanza piena di persone.

L'odore penetrante di adolescenti e ragazzi che cercano disperatamente un motivo per vivere si mescola all'eccitazione generale per il ritmo che picchia sulla testa, penetrando fin nelle ossa e smuovendo gli stomaci di tutti i presenti all'unisono.

Un ritmo pulsante come un immenso cuore che unisce vite diverse con un unico filo.

L'aria polverosa e carica di luci bollenti si riflette sui capelli scuri del ragazzo al bancone, seduto immobile, con le spalle rivolte verso la folla. Ignora la musica che scorre sul pavimento, minacciandolo come un subdolo serpente, e beve da un bicchiere di vetro.

Prende un sorso, senza badare alla frenesia generale che avvolge tutto il locale.

I suoi occhi restano bassi sul legno del bancone, lucido e carico di mille colori. L'atmosfera azzurrina e piena di anime urlanti gli ricorda i meandri dell'inferno da cui è appena uscito, ripulendosi la puzza dei dannati dai vestiti per entrare in un ambiente più confortante.

-Ehi! -Una voce gli grida, da dietro.

La ignora. Ha perso ogni appetito.

-Guarda che lo so che mi senti. -

Pensando di andarsene subito, ma resistendo all'idea, il ragazzo si volta.

Una visione, illuminata dalla luce chiara che viene da un riflettore, lo investe con tutta la sua magnificenza. Una ragazza dai capelli azzurrini, anche questi, come tutto il resto in quel girone di spettri carichi di vita, lo fissa senza paura.

-Non ho soldi. Mi offri da bere? -chiede, con un sorriso brillante.

Ha gli occhi quasi bianchi, il ragazzo la osserva con intensità, catturato dai riflessi grigiastri di quelle iridi così fuori dal comune.

Poi, prima che lei se ne vada, un sorriso si fa spazio sulle sue labbra, incerto. -Certo. -mormora, sicuro che lei lo senta. -Bevi con me? -propone, indicando con un gesto fluido la sedia al suo fianco.

Senza rispondergli, la ragazza si siede. -Mi chiamo Samantha. -dice, guardando il barista.

Il ragazzo mostra alla figura dietro al bancone il suo bicchiere quasi vuoto. -Altri due, grazie. -

-Non mi hai ancora detto il tuo nome. -osserva la ragazza, lanciandogli uno sguardo fugace.

Lui le sorride, a tratti quasi sardonico, come se avesse appena fatto una battuta. Beve l'ultimo sorso del suo drink, prendendosi il suo tempo per riflettere. Dirà la verità?

Gli occhi della ragazza indagano nei luoghi più remoti della sua anima, incerti, in attesa della risposta. Non sa come comportarsi, si sente minacciata da quel silenzio carico di una strana tensione. Le luci e l'atmosfera cupa la mettono a disagio.

-Achille. -risponde lui, rivolgendole un'occhiata tranquilla, che la calma subito.

Samantha sorride. -Che nome complicato. -commenta, afferrando il bicchiere che il barista le porge, distrattamente.

Achille sporge il bicchiere contro il suo, lasciando che i vetri, incontrandosi, tintinnino in una sorta di brindisi muto. -Anche il tuo. -ribatte.

Sollevano insieme i bicchieri e bevono all'unisono, due anime che riescono a parlarsi nel caos di un universo buio e rumoroso, una stanza affollata di fantasmi che ormai formano il labirinto oltre il quale risiede la civiltà.

L'amore di un demoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora