- Adesso hai compreso, terrestre? - disse il Messaggero mutaforma. – Siamo tutti in pericolo, me incluso.
- Non dobbiamo arrenderci, la speranza è l'ultima a morire. - dissi osservando il viso preoccupato dei miei amici guerrieri. – Ed è per questo che dobbiamo ideare un piano. Conosco i rettiliani, sono molto pericolosi. Senza un piano saremo tutti defunti molto presto!
Ci eravamo rifugiati nella casa del Messaggero e avevamo cenato con coniglio arrosto e contorno di patate. Lu era ormai completamente invaghito di Lea, e i due parlottavano teneramente come due teneri amanti. Il Messaggero mi aveva spiegato che lui era l'ultimo messaggero del Labirinto, una sorta di custode di esso, e che tutti i gladiatori erano stati spediti in altri mondi per combattere altre guerre. Gli avevo narrato tutte le nostre recenti peripezie fino al rapimento di Rose. Lui si rattristò ma aveva un piano per poterla liberare. O almeno ci avremmo provato.
- Ho qua una radio, posso provare a contattare un gruppo di gladiatori che si trovano nel mondo vicino, Luxury. Sono circa trecento e ben addestrati. Lea è rimasta con me come mia guardia del corpo, visto che sono l'ultimo custode del Labirinto e anche l'ultimo storico di questo mondo. Se non fossi scappato via dal Labirinto dopo il nostro incontro, ti avrei protetto e aiutato. Ma ormai le cose sono andate diversamente, pazienza!
Mi sentivo in colpa, ma avevo agito di istinto. La situazione era davvero pericolosa: non solo dovevamo salvare la nostra Rose da una pericolosa tribù di scimmie sanguinarie (e dovevamo sbrigarci visto che sarebbe stata probabilmente il pasto principale del loro banchetto) ma dovevamo anche non farci catturare dai rettiliani e in un secondo momento provare anche a sconfiggerli, con l'aiuto dei gladiatori spaziali. Insomma, eravamo alla vigilia di una vera e propria guerra, e io avevo soltanto sedici anni!
Osservammo in silenzio le astronavi aliene continuare a scendere dal cielo e i nostri cuori si riempirono di tanta rabbia. Mi sentivo vuoto, senza forze, ma al contempo pieno di odio verso quelle maledette scimmie bianche che ci avevano soffiato la piccola cara Rose. Parlammo a lungo sul da farsi: alla fine eravamo pronti a partire verso la Città Proibita, la città in cui avremmo liberato Rose!
- Io vi attendo qua, al mio rifugio. Non so combattere e non posso rischiare di morire, visto che devo in tutti i modi contattare i miei guerrieri spaziali. Ma tu, Jack, porta con te questo comunicatore satellitare, in modo che possiamo tenerci in contatto. Cercherò di fare il possibile per portarvi i miei guerrieri, nel frattempo voi attuate il piano che abbiamo stabilito e come hai detto tu: la speranza è l'ultima a morire! - mi disse il Messaggero, rattristato. Ricambiai la sua stretta di mano e partii assieme a due guerrieri: uno immortale e mio caro amico, l'altra giovane, bella e piena di grinta.
- Rose, stiamo arrivando, resisti un altro po'! - urlai, lanciandomi nella foresta.
- Ehm, Jack, non credi sia meglio affrontare i nostri nemici con questo? – disse Lea aprendo la porta del garage del Messaggero e facendo uscire fuori un carro armato con una certa eleganza. Lu era con le braccia incrociate e sorrideva sotto i baffi a manubrio mentre io, sconvolto ed eccitato, saltai dentro il mostro meccanico.
Fu così che entrammo nella Città Proibita pieni di coraggio e con tanta rabbia. La foresta si faceva sempre più intricata fino a che il nostro mezzo non riusciva più ad avanzare e fu a quel punto che dovemmo dividerci: io e Lu avremmo spiato la tribù dei merlock mentre Lea ci avrebbe raggiunto dalla parte nascosta della giungla, così avrebbe avuto tutto il tempo per farsi strada con l'ingombrante mezzo.
Quando raggiungemmo i primi merlock li trovammo che confabulavano attorno a un palo che era il loro totem: raffigurava infatti diversi animali della giungla, tutti antropomorfizzati e dagli sguardi arrabbiati. Il mio cuore, però, ebbe un sussulto nel momento in cui vidi chi vi era legato sotto a quel palo: sì, era proprio lei, la mia Rose! Uno dei merlock, l'unico che indossava una sorta di corona di corna, forse il loro stregone, aveva acceso un falò e sopra di esso stava trafficando dentro a un pentolone annerito, forse voleva fare a spezzatino la mia amata? Dovette trattenermi Lu perché per poco non mi ero precipitato verso quei miserabili assassini e rapitori. Attendemmo con pazienza l'evolversi dei fatti.
- Non riesco più ad aspettare, amico mio! - dichiarai a Lu, rattristandomi. - Quei mostri ce l'hanno rapita sotto gli occhi e adesso se la vogliono pure pappare!
Lu aveva cambiato espressione e mi voltò la testa: quel che vidi mi lasciò senza parole. Accanto a Rose era uscita, dalle tenebre, una misteriosa figura umanoide la quale ci fece segno di stare in silenzio, poi uscì fuori un coltello e liberò dalle corde la ragazza ormai svenuta. Quale fu la mia gioia nel riconoscere il protagonista di tale soccorso: era il caro re Manuel, sotto mentite spoglie! Subito io e Lu lo seguimmo, sempre con la massima precauzione, fino a una radura dove c'era anche Lea sorridente: e lì scoppiai a piangere per la gioia.
- Mio caro ragazzo, che bello riabbracciarti! Su, portiamo in salvo la piccola Rose e vi racconterò tutto. - affermò con una voce emozionata il sovrano e saltammo tutti dentro al carro armato, raggiungendo la casa del Messaggero.
In pratica il sovrano, dopo la nostra separazione, ci aveva ripensato e ci aveva seguito, lasciando il nostro Arcibald alla ricerca dell'Arcano e, se sarebbe stato in grado di trovarlo, ci avrebbe, a modo suo, avvertiti. Poi aveva smarrito le nostre tracce e decise di cercare la tribù dei rapitori, appostandosi in un cespuglio all'ingresso della città. Insomma, la sua pazienza venne premiata: infatti seguì due sentinelle che lo portarono al nascondiglio della ragazza e fu così che decise di agire di istinto: l'avrebbe liberata quella notte stessa e, guarda caso, era lo stesso nostro piano segreto.
- Rettiliani si chiamano? Pofferbacco, non bastava Evaristo l'usurpatore a sconvolgere la mia vita, adesso rischiamo pure di essere invasi da degli alieni cattivi? - si sfogò il monarca, lucidando con rabbia la sua corona dorata e addentando una mela. - La situazione peggiora di minuto in minuto. Amici carissimi, non ci resta a questo punto che provare ad assemblare un esercito e prepararci così ad affrontare questi sporchi invasori sanguinari!
Rose dormiva saporitamente ed io le accarezzavo il volto, abbracciandola. Lea lucidava la sua lancia e Lu la osservava con gli occhi a cuoricino.
Il Messaggero non era ancora riuscito a contattare i gladiatori spaziali e ci sentivamo tutti impotenti di fronte a quella terribile invasione. Così non ci restò che recuperare le energie e ci addormentammo. La mattina successiva accaddero tre cose simultaneamente: Rose riprese conoscenza, la spia del tracciatore della sua astronave si accese e lo stregone Arcibald si fece vivo con l'Arcano!
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Brave
Science FictionIl sedicenne Jack Carson è un normale adolescente che studia al liceo scientifico, grande appassionato di fantascienza e delle auto da corsa. Un giorno, dopo aver litigato coi genitori, decide di scappare di casa e si rifugia dal suo amico Rod che g...