•Missing moment 6•

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Dal capitolo 114

Sisisi

•Matilde's pov•

Oggi andrà in scena l'ultima giornata di campionato di questa stagione che, per Patrick, è stata la seconda in questi colori. Anche quest'anno, come lo scorso, l'ultima sfida dei rossoneri è contro la Fiorentina a San Siro. E, sempre come l'anno scorso, Patrick non giocherà proprio nel suo ruolo, ma giocherà come esterno.

Stamattina era molto teso; fin troppo, considerando che non è la prima partita che gioca. Non capisco il motivo, ma è uscito prima di pranzo perché "Mati, per quanto non voglia lasciarti da sola, devo farlo perché sono troppo teso e nervoso e rischierei di incazzarmi con te per qualunque cosa. Ti ho chiamato tua sorella per non lasciarti completamente sola; io sto andando a mangiare con Manuel e Davide. Ci vediamo stasera allo stadio; ti amo". Non aver avuto neanche il tempo per salutarlo, mi ha fatto stare male; ma ho apprezzato il fatto che l'abbia fatto per me.

In questo momento sto guardando mia sorella mentre gioca con suo nipote ed è una scena tenerissima: lui che gioca con i suoi capelli e lei che lo tiene semplicemente sulle gambe.
Stiamo aspettando che passi Thessa, la povera ragazza che sopporta Manuel, per andare tutte allo stadio. Avrei voluto lasciare Leo dai miei o dai genitori di Patrick, ma mia sorella e il mio ragazzo me l'hanno vietato, dicendo anche che i nostri genitori sarebbero usciti a cena insieme. Quindi, per il piccolino, sarà la prima volta allo stadio, in mezzo alla confusione di ottantamila persone che intonano cori per tutta la durata della partita. Spero che non diventi un problema la confusione, anche perché vorrei godermi l'ultima di campionato.

***
Siamo ormai arrivate allo stadio e, dato che c'è qualche minuto prima che le squadre vadano nello spogliatoio per prepararsi al riscaldamento, ci dirigiamo verso la porta d'entrata della squadra. In un primo momento non trovo Patrick; ma poi, cercando meglio tra i vari gruppetti che si erano creati, lo trovai a parlare con Federico (Chiesa). Mi bloccai a fissarlo; era veramente bello mentre rideva per non so cosa con il suo compagno di nazionale. Sarei rimasta lì per ore ad osservarlo, se non avessi avuto in braccio un mostriciattolo che mi tirava i capelli, mentre indicava con il dito il padre.

<<Papino, qui c'è qualcuno che vuole salutarti>> e fu così che Patrick, dopo le parole di Federico, si girò verso di me.

<<Matiii, sei venuta. Temevo che non saresti venuta, dopo che ti ho trattata di merda stamattina. Solo che ero teso; sai, devo giocare in un ruolo non mio, in una partita fondamentale e ho paura di->> e incominciò a parlare velocissimo mentre si avvicinava a me e Leo.

<<La smetti di dire cazzate? Avrei mai potuto perdermi una tua partita, soprattutto se l'ultima di campionato?>>

<<Si ma ti ho trattato di merda>>

<<Si ma sono qui perché ti amo, cretino>>

<<TU SEI QUI PER MEEEEE, AMMETILO>> mancava solo lui, il migliore amico del mio ragazzo.

<<Certo Locatelli, sono venuta solo per te>>

<<A cambiarsi immediatamente; non vi ho allenati per parlare, ma per giocare a calcio. Muovetevi o vi mando nello spogliatoio a calci in culo e sapete che lo faccio>> è stupendo vedere quanto il Mister incuta paura ai ragazzi; in un attimo, il casino che c'era fino a qualche secondo fa è svanito.

<<Amore, non pensare a niente se non a dare il meglio di te. Non pensare a me, a tuo figlio, ai tifosi. Pensa solo al motivo per cui sei qui e goditi la partita. Forza Cutrone, ci vediamo dopo>> non sono mai stata brava a incoraggiare le persone e Patrick lo sa. Spero che abbia accettato lo sforzo.

<<A dopo amore; sappi che ti voglio in campo a fine partita. Ti voglio lì a consolarmi se avremo perso, a tirarmi su di morale se avrò giocato male, a festeggiare con me se avremo vinto; ti voglio lì comunque andrà la partita. E, piccolo mio, goditi la prima di tante volte allo stadio.>>

***
Sono in lacrime; Patrick ha appena segnato al 94', quando ormai la partita è finita. Ha appena segnato regalando una bellissima vittoria per concludere la stagione, ma, soprattutto, ha appena segnato il suo terzo goal della serata, dedicandolo a suo figlio. L'esultanza con la L seguita da un cuore è nuova, non l'aveva mai fatta. Ha esultato sotto la tribuna in cui sono io e ora mi sta facendo segno di scendere in campo.

Raggiunto il campo, lo cerco con lo sguardo e, appena mi vede, mi corre in contro per stringermi forte a sé.

<<Bravissimo amore, sono senza paro->>

<<Shh amore, non parlare ora>> mi ha appena zittita?

<<Ma dev->>

<<Shh, ti prego; parleremo stasera, quando ci metteremo a letto>> sono scioccata; non so davvero cosa dire. A interrompere i miei pensieri ci pensa Manuel:

<<Direi che lo zio si merita di salutare il piccolo bomber>>

<<Lo zio è ancora in tribuna, se non lo sapessi>>

<<Lo zio è davanti a lui in realtà; daiiii, posso tenerlo in braccio? Mi manca; non lo vedo da ieri sera>>

<<Te lo lascio così la smetti di rompere>>

E quando mi girai per cercare di capire il motivo per cui Patrick mi aveva zittita, lo trovai inginocchiato a terra, mentre teneva una scatolina in velluto rosso tra le mani.

<<Non sono bravo con le parole normalmente, ti lascio immaginare quando sono emozionato. Non voglio dirti tante cose, perché sono cose nostre e basta. Ma ti amo, ti amo più della mia stessa vita e mi stai permettendo di vivere uno dei miei più grandi sogni: quello di essere padre. Ora, voglio farti vivere io uno dei tuoi più grandi sogni: non sono il principe azzurro sul cavallo bianco che le bambine sognano fin da piccole, ma sono quel ragazzo che ti tratterà da principessa fino a quando lo vorrai nella tua vita. Quindi, ti chiedo: Matilde Monti, accetti di passare il resto della tua vita con me?>>

Scoppiai a piangere a metà del suo discorso; non potevo chiedere di meglio. Mi abbassai alla sua altezza e gli saltai addosso, in mezzo agli applausi della nostra famiglia, dei nostri amici e dei tifosi. E pronunciai la mia risposta:

<<Sisisi, non avresti neanche dovuto chiedermelo>>

E fu sulle note di "Come nelle favole" di Vasco Rossi, abbracciata a Patrick, circondata dalla mia famiglia e dai miei amici, che mi sentii veramente felice. E auguro a chiunque di trovare una persona come Patrick che, in un momento del genere, emozionato come mai prima d'ora, ha trovato il coraggio di sussurrarmi all'orecchio le parole di Vasco.

<<Io e te, io e te
Io e te, io e te
A crescere bambini, avere dei vicini
Io e te
Io e te, io e te
Io e te, io e te
Sdraiati su un divano
Parlar del più e del menoIo e te
Io e te, io e te
Io e te, io e te
A crescere bambini, avere dei vicini
Io e te
Come nelle favole>>

Ask.fm|| Patrick CutroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora