Arrivai dopo qualche minuto. C'era il caos totale: un grande numero di soldati giacevano immobili sul terreno coperti di sangue. Quella vista mi stava dando il voltastomaco. C'erano giganti dappertutto. Abbassai lo sguardo per terra: mi ritrovai davanti a una testa mozzata. La testa di Marco. "Oh...". Un conato di vomito mi salì in gola, ma passò subito non appena vidi il gigante ricoperto di pelo che lanciava enormi sassi verso le reclute che erano in volo con il modulo di movimento tridimensionale. Alcuni li schivavano, altri venivano colpiti e uccisi. "Devo assolutamente trovare Levi. Dove potrà essere? Spero non sotto questo cumulo di cadaveri...". Cominciai a cercare lì intorno, finchè non vidi Levi seduto per terra appoggiato ad un albero, con lo sguardo rivolto verso il basso. Era immobile, e del sangue gli scorreva dalla testa e dalle braccia. "Oh no...". << LEVI! >>. Saltai giù dal cavallo, e corsi subito verso di lui.
Gli presi le spalle e iniziai a scuoterle quasi violentemente, non ottenendo nessuna raezione da parte del corvino. << Levi! Mi senti? Ti prego, svegliati! Ho bisogno di te! Mi hai promesso che non mi avresti mai lasciata! Mantieni le tue stupide promesse, stronzo che non sei altro! >>. Nessun segno da parte di Levi. "No... non è possibile... Levi non può essere...NO!". Cominciai a piangere con gli occhi colmi di terrore e di panico. Gli presi le spalle e cominciai a scuoterlo ancora piu forte.
<< LEVI! TI PREGO SVEGLIATI! >>. Lui non rispondeva. Non emetteva suoni, e nemmeno movimenti. Avvicinai l'orecchio al suo petto, e fu lì che la mia più grande paura uscì all'esterno. Il battito era talmente lieve che temevo un arresto cardiaco da un momento all'altro. Lo distesi velocemente per terra, mentre tre giganti si stavano dirigendo verso di noi. Gli slacciai le strette cinture che gli avvolgevano il petto e feci la respirazione bocca a bocca e il massaggio cardiaco sette volte. Levi era ancora immobile. Ero avvolta nel panico. "Non è...possibile...". Non riuscivo a crederci. Non poteva essere successo davvero. Ripresi a piangere. I giganti ormai erano a poche decine di metri da noi. Non riuscivo più a trattenermi. Lanciai un urlo fortissimo mentre le lacrime continuavano a scendere come una cascata. Quell'urlo mi uscì dall'anima. Era un urlo colmo di odio, rabbia, paura, terrore, e non so come, riuscì come a fermare il tempo. I giganti intorno a me si fermarono di scatto, e anche quelli più lontani si immobilizzarono improvvisamente. Mi guardavo intorno spaventata. Passarono alcuni secondi, che sembravano perdersi in un silenzio profondo, ed i giganti cambiarono direzione, per poi scagliarsi contro il gigante ricoperto di pelo, Reiner e Berthold. Cominciarono a morderli e a strappargli la pelle, mentre il gigante bestia si levava i giganti di dosso, anche se era inutile perché i giganti erano troppi. Rimasi a guardare quella scena in preda all'ansia. Non riuscivo a muovermi dalla paura. "Cosa succede? Perché i giganti hanno attaccato quei tre? Non ha senso!". Ciò che distolse il mio sguardo da quella scena fu la voce di Eren che stava correndo verso di me. << CHISE! >>.
<< Eren... EREN! AIUTAMI TI PREGO! >>.
<< Cosa è succ... >>. Alla vista di Levi, Eren rimase immobile a fissarlo. << Chise... cosa è successo? >>.
<< NON LO SO! L'HO TROVATO GIA' IN QUESTO STATO! NON RESPIRA! I-IO... NON... >>. Eren si abbassò e prese Levi sulle spalle. << Eren! Cosa hai intenzione di fare?! >>.
<< Portare via il capitano mentre quei giganti sono occupati a scannarsi contro quel gigante bestia e quei due. A proposito, perché si stanno ammazzando tra loro? >>.
<< N-Non lo so... >>. Cominciammo a correre via, finchè non vidi un grande cavallo nero che correva verso di noi. "Ma quello è il cavallo di Levi!". Il cavallo si fermò proprio davanti a noi, ed io montai su di esso, mentre Eren poggiò Levi sulle mie gambe. << Chise, porta via il capitano. Io andrò dal comandante Erwin e gli farò rapporto. >>. Ad un certo punto, un fumogeno verde si alzò in aria. << Ehi, ma quello è il segnale di ritirata! Andiamo via da qui, Eren. >>. Mi diressi verso il comandante, che si trovava su un carro di infermeria con Hanje. Lei fu la prima a notarmi. << CHISE! OH MIO DIO COSA È SUCCESSO AL CAPITANO?! >>.
<< Hanje! Aiuta Chise a mettere Levi sul carro. >>. Erwin distese a terra un telo, sul quale fu poggiato Levi, ed io mi sedetti accanto a lui per terra. Io continuavo a piangere, mentre Erwin si inginocchiò vicino a me. << Chise. Quel gigante bestia, ha un'intelligenza. Stavo per dirtelo, ma tu sei subito corsa via. >>. Non riuscivo a rispondergli. Non riuscivo a smettere di piangere. Un infermiere ci chiese di scendere da quel carro, così salimmo sui cavalli. Io salii su quello di Levi, mentre Erwin camminava vicino a me sul suo grande cavallo bianco. << C-Comandante... >>. Erwin si voltò verso di me.
<< Cosa c'è? >>.
<< Cosa farò ora? >>.
<< Cosa intendi dire? >>.
<< Se Levi non... non dovesse farcela... cosa farò io? >>. Erwin rimase per qualche secondo in silenzio, finchè non si voltò in avanti. << Se non dovesse farcela, tu prenderai il suo posto come capitano del Corpo di Ricerca. >>. Mi girai di scatto verso di lui. << Anche se, Levi è un uomo molto forte. Non credo mollerà facilmente la presa. >>. Cominciai a fissare il carro sul quale si trovava Levi, finchè qualcuno non mi afferrò la mano. Era Hanje, che mi sorrise come per dire che sarebbe andato tutto bene. Una lacrima fece capolino dal mio occhio, mentre sforzai un sorriso per ricambiare quello di Hanje. "Come potrei prendere il posto di Levi? Non sono forte e brava come lui. Non potrei mai rimpiazzarlo...".
Tornammo al Wall Rose dopo un giorno e mezzo. Tutti i soldati feriti furono portati in infermeria, compreso Levi, che era in terapia intensiva. Aveva delle bende intorno alla testa, al torace e agli arti. Passarono altri due giorni, ed io ero rimasta con Levi tutto il tempo, senza nemmeno mangiare. Non mi andava di mangiare. Gli tenevo la mano mentre ero appoggiata con la testa su un comodino affianco al letto, facendo intrecciare le nostre dita. Non riuscivo a lasciarlo lì da solo. Dopo qualche minuto mi addormentai sul comodino, ma fui subito svegliata dal rumore della porta che si aprì. Alzai la testa per vedere chi fosse. Era Hanje, che era venuta con un vassoio con del cibo per me. La guardai per un paio di secondi, e poi tornai ad appoggiare la testa sul comodino.
<< Chise, devi mangiare... non puoi restare a digiuno per tutto questo tempo... >>. Mi voltai verso Levi, che ancora non aveva dato segni di vita. Aveva solo il battito cardiaco molto debole. Mi appoggiai con la testa sul bordo del letto, continuando a tenere la mano a Levi. Hanje si recò al tavolo e ci posò il vassoio sopra, per poi avvicinarsi a me.
<< Almeno vai a dormire sul letto nella stanza affianco... >>.
<< Non ho sonno. >>.
<< Fammi indovinare: sei rimasta di nuovo sveglia tutta la notte, vero? >>.
<< Forse. >>.
Hanje mi appoggiò una mano sulla spalla. << I medici hanno detto che il massaggio cardiaco che gli hai fatto tre giorni fa ha fatto riprendere a battere il suo cuore, e se non fosse stato per quello, ora Levi non sarebbe qui. Chise, lo hai salvato ancora una volta, è grazie a te che il suo cuore, anche se debolmente, batte ancora. Vedrai che si riprenderà. >>. Con quelle parole, Hanje si avviò ed uscì dalla stanza, lasciandomi da sola con Levi. "Se non dovesse riprendersi, io non saprei più cosa fare, dove andare... se non dovesse riprendersi... sarà la fine per me. Ma se è come ha detto lei... spero che tu abbia ragione, Hanje.". Con quei pensieri, mi addormentai di nuovo appoggiata al letto, mentre delle lacrime uscirono dai miei occhi.
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Le Ali della Libertà
FanfictionChise Yamada, una ragazza ventottenne, viveva insieme alla sua famiglia nel distretto di Shiganshina, una delle città al confine del grande muro denominato Wall Maria. Al di fuori di esso era proibito andarci, essendoci i giganti "divora-uomini" com...