Iris
Sono ancora abbracciata ad Irama. Le sue piume blu notte solleticano il mio collo e le sue braccia tatuate fasciano perfettamente la mia vita. Rimaniamo in questa posizione per un tempo indeterminato. Ripenso alle parole perfette che ci siamo appena rivolti l'un l'altra e non pensavo di dirle o di sentirmele dire. Non pensavo in questo momento, in questa situazione. Con lui, lo ammetto, sono completa. Mi sento completa, felice. Completa insieme allo zoo che ho nello stomaco, ai suoi baci a fior di labbra o a quelli passionali, che entrambi sembrano essere sempre il primo e mi mancano da morire. I suoi abbracci che mi proteggono e mi fanno sentire a casa, l'unica che potessi mai avere e desiderare. I suoi sguardi glaciali che ti scaldano dentro e fuori. Le sue frasi bisbigliate al mio orecchio, lasciando piccoli soffi umidi. Io lo amo ed è vero. Non l'ho detto solo perché dovevo rispondergli. L'ho detto perché me lo sentivo, doveva uscire, dovevo esprimermi. Per me è una frase importante, la più importante e non va detta a chiunque. Ma lui non è chiunque. Lui è...colui che interrompe i miei pensieri, staccandosi dal mio momentaneamente debole e fragile corpo. Abbassa lo sguardo, mentre io guardo attenta ogni suo tratto. Il viso trasmette segni di stanchezza, preoccupazione, ansia, nervosismo, curiosità. Muove continuamente la gamba, facendo sbattere la scarpa sul pavimento freddo della stanza bianca. Apre la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiude tralasciando un sospiro indeciso. Lo fisso -Puoi dirmi tutto, sto meglio adesso.- sorrido anche se non alza lo sguardo. Annuisce impercettibilmente, si prende una mano nell'altra -Chi era al telefono?- sussurra accanto a me. Deglutisco al ricordo -Come lo sai?- domando leggermente agitata. Non voglio si preoccupi più di tanto -Perché ti avevo appena dedicato Rolex e...- lo interrompo un secondo -Grazie per la canzone, è davvero fantastica.- alza lo sguardo verso di me, mi guarda nelle pupille -C'ho messo tutto il mio cuore.- mi sorride imbarazzato, ma allo stesso tempo emozionato -Lo so, si vede.- lo rassicuro e lo invito ad andare avanti. Annuisce deciso -Dicevo, volevo vedere la tua reazione ma te ne sei andata dietro le quinte. Ti ho cercata e ti ho vista cadere per terra insieme al tuo telefono, dopo aver risposto alla chiamata. Maria ha fermato il programma,- sbarro gli occhi -ti hanno portata all'ospedale e Maria ha fatto venire solo me. Sono qui da qualche ora e intanto ho avvisato Lori.- annuisco anche se avrei voluto rimanesse tra di noi, ma è anche giusto che loro sappiano. -Non è niente di grave, vero?- si avvicina a me -Non me lo hanno detto, ma comunque vada, andrà bene, te lo prometto.- si avvicina sempre di più al mio viso, fino a trovarmi le sue labbra carnose a pochi centimetri da me. Boccheggio -Fil, io...- scuoto leggermente la testa. Io lo amo, davvero. Non porto rancore ma voglio fidarmi ciecamente di lui, per starci insieme. Ed io non mi fido dopo quello che ha fatto. Si alza velocemente, con espressione delusa. Una smorfia contorna il suo viso delicato. Si avvicina alla porta mettendo una mano sulla maniglia nera in plastica. Prima che l'abbassasse, attiro la sua attenzione su di me -Fermo!- si gira di scatto, l'espressione confusa e amareggiata -Perché dovrei?- abbasso lo sguardo, alzandomi con la schiena sullo schienale del letto -Perché ti amo e non voglio perderti. Ma ho paura.- bisbiglio a bassa voce, la sua espressione si addolcisce quando lo guardo. Si avvicina di nuovo a me e si mette a sedere -Non devi aver paura, perché io non ti ho mai sostituita o tradita con nessuno.- chiudo gli occhi -E come mi spieghi di Carm...- non mi fa finire di parlare che interviene -Non sai la vera storia, okay?- alza leggermente la voce. La curiosità aumenta in me -Bhe allora dimmela, no? Sono qui. Con te.- sussurro l'ultima parte. Gli prendo l'indice, giocherellandoci un po'. Sorride per un attimo, guardando le nostre mani. Poi però ritorna serio -Non ti piacerà. Ti allontanerai ancora di più. Io non voglio.- ora è lui che gioca con la mia mano, segno di nervosismo. -Qualsiasi cosa sia, prometto di starti vicina, sempre. In fondo non ti ho mai abbandonata.- sono totalmente seria. E lui lo sa alla perfezione. Sorrido per dargli coraggio. Mi stringe la mano e, dopo un lungo respiro, inizia a parlare -Avevamo appena litigato ed ero talmente incazzato con me stesso, che dopo un giro in centro, comprai della coca. Cocaina, s'intende. Lo so, mi dispiace. Io volevo smetterla di fumare, ma ero così arrabbiato per non averti, che ero fuori di me. Andai in hotel e Carmen è entrata e mi ha dato un bacio lieve. Non volevo assolutamente, volevo toglierla via, mandarla lontano da me. Volevo solo te. Voglio solo te. Non rispondevo delle mie azioni e non avevo la forza di spingere il suo corpo lontano dal mio.- una mano mi si posa sulle labbra, incredula. Mi sento in colpa, una colpa che mi mangia dentro. -Scusami Fil. Sono stata così cretina, così ingenua. Mi dispiace. Scusami per non averti creduto o per non averti fatto spiegare. Per favore, non farlo mai più.- mi dà un lieve bacio sulla guancia -Non hai colpe, non potevi saperlo.- mi sorride. -Ho letto il messaggio che hai mandato a Lori.- alza velocemente lo sguardo su di me, strabuzzando gli occhi azzurri. Gli scuoto una mano davanti -È per quello che ero venuta nella tua stanza. Vogliamo ricominciare?- un sorriso compare sui nostri volti, si avvicina per baciarmi. Rido, lui aggrotta le sopracciglia -Non hai capito, intendo tutto da capo.- è divertito ma confuso e stupito. Mi spiego meglio -Significa che mi dovrai corteggiare, come se ci fossimo appena conosciuti. Va bene?- Ridacchia ed annuisce. Avvicina una mano al mio corpo -Filippo. Ma puoi chiamarmi Irama.- sorride compiaciuto. Gliela stringo -Iris, ma puoi chiamarmi Rolex.- sorrido, guardando la sua espressione scioccata -Bene Rolex, chi era al telefono?- sospiro -Mantieni la calma?- Annuisce -Mio padre.-