[Premessa - consiglio la lettura con questa musica: Silence Beethoven, eccovi il link per chi volesse ascoltarlo
detto ciò, buona lettura]
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«Aiuto!» gridò una voce.
Nico di Angelo si guardò attorno: l'aveva trovata, dopo ore di ricerca aveva trovato Annabeth Chase, partita nemmeno una settimana prima per un'impresa e di cui si erano perse le tracce il giorno precedente. Forse il figlio di Ade avrebbe fatto meglio ad avvisare Percy o Jason, i due stavano infatti perlustrando il boschetto lì vicino, ma non lo fece.
La missione di ritrovare la figlia di Atena aveva coinvolto tutti: Hazel e Frank si erano diretti verso Nord, mentre Leo e Piper si erano spinti a Sud del Campo Mezzosangue. Percy aveva assicurato loro che nell'Oceano Atlantico sul quale si affacciava New York e di conseguenza il Campo, non c'era traccia della ragazza; così ai figli dei Tre pezzi grossi era toccato perlustrare la zona ad Ovest del Campo.
«Aiuto! C'è qualcuno? Vi prego aiutatemi!» il tono della ragazza pareva distrutto ed esausto.
Nico sperò in cuor suo che il figlio di Poseidone non avesse udito Annabeth, così si affrettò a seguire la voce. Uscito dal boschetto, notò un precipizio a una decina di metri da sé; decise di avvicinarsi e iniziò ad intravedere le dita pallide della ragazza aggrappate al bordo.
Il Re degli Spettri si chinò e guardò verso il fondo, sotto di sé Annabeth si reggeva a fatica con una mano. Aveva i capelli dorati raccolti in una disordinata coda, che lasciava intravedere il ciuffo grigio; gli occhi dello stesso colore erano impauriti e scrutavano con rapidità i lineamenti pallidi del ragazzo. Nico osservò ancora qualche istante la ragazza: indossava la maglia del campo, anche se era tutta stropicciata e sporca, non riusciva però a vederla dalla vita in giù perché era completamene avvolta nell'oscurità.
«Nico, grazie agli dei, tirami su!» esclamò la ragazza in un sospiro di sollievo.
L'altro inclinò leggermente il capo e guardò intensamente la figlia di Atena: «Non posso» le rispose.
«Come sarebbe a dire che non puoi?» domandò lei turbata da quella risposta «Va a chiamare Percy o gli altri allora!»
«No Annabeth, non hai capito, non posso» replicò con tono duro il ragazzo.
«Nico, non è il momento di scherzare: tirami su e non dire che non puoi perché fino a prova contraria hai ancora le braccia!» esclamò spazientita Annabeth.
Il ragazzo non le rispose subito, si sporse in avanti affondando i piedi nel terreno e guardò in faccia la figlia di Atena, la dicitura un tempo severa e pensierosa sempre presente sul volto della ragazza aveva lasciato spazio al terrore puro: il suo viso era dipinto con colori tetri, il grigio dei suoi occhi era più scuro e le labbra erano incurvate in un'espressione di sgomento.
L'ultima volta che l'aveva vista così erano nella medesima posizione, solo che c'era anche Percy con loro. Il figlio di Poseidone aveva preso appena in tempo Annabeth prima che la ragazza cadesse nel Tartaro; Nico gli aveva offerto una mano per tirarlo su, ma lui aveva scelto di cadere con la figlia di Atena.
L'aveva rifiutato, non che fosse la prima volta, ma quel giorno nella tana di Aracne era stato peggio, forse il culmine di tutto. Quello di Percy era stato un rifiuto fisico, netto, chiaro e schietto; e la leggerezza del ragazzo aveva ferito Nico, tanto che una coltellata in pieno petto gli avrebbe fatto meno male.

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Baratro || Percy Jackson One-Shot
FanfictionTratto dal testo: "Nico odiava l'eroismo, da un lato forse perché non si era mai sentito un eroe, come quelli greci, lui non era nessuno in confronto ad Achille, Odisseo, Giasone, Orfeo. Percy era un eroe, come il suo omonimo, lui era quello coraggi...