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F-R-I-E-N-D-S GET THAT SHIT INSIDE YOUR HEAD...
La canzone che avevo impostato la sera prima come suoneria del cellulare mi entrò violentemete in testa, svegliandomi. Stropicciai gli occhi più volte, non posso credere che sia già mattina, mi sembra di essere andata a letto solo poche ore fa.
Forse perchè sei andata a dormire alle 5, razza di idiota disse la mia voce interiore, che, aveva ragione al 100%
Sbadigliai rumorosamente, e dopo aver fissato in silenzio per un paio di minuti il bianco soffitto, chiedendomi più e più volte chi fossi e in che luogo mi trovassi, ho pensato che forse, era meglio alzarsi.
Spostai le candide coperte bianche decorate con dei ricami dorati, (ovviamente scelte da mia madre, perchè secondo me, sarebbero dovute essere rosse, oppure nere) e trascinandomi, mi diressi in bagno, mi guardai allo specchio e lanciai un grido di terrore.
Sotto i miei occhi azzurri, c'erano delle profonde occhiaie, i lunghi capelli neri che avevo piastrato la sera prima, erano tornati mossi e ribelli, il contorno della bocca è leggermente rosso, siccome ieri sera ero talmente stanca che mi ero dimenticata di togliermi il rossetto.
Sbuffai almeno dieci volte prima di decidermi a togliermi ciò che restava del rossetto, provare a coprire le occhiaie e far sembrare i miei capelli dei veri capelli, e non un nido di qualche uccello, ma mentre stavo pensando a cosa potevo indossare, un campanello d'allarme si accese nella mia testa.
Sveglia significavq lunedì, lunedì significava scuola, scuola significava che alle 7.30 dovevo uscire di casa. Uscii dal bagno di corsa e mi lanciai sul letto per recuperare il telefono, finito chissà dove grazie alla mia splendida idea di tenerlo sotto al cuscino mentre dormivo. Quando lo trovai, chiusi gli occhi pregando che mancasse ancora almeno un quarto d'ora, lo accesi, e gli riaprii per guardare l'ora. Merda, merda, merda. 7.33 . Spalancai l'armadio ed estrassi la prima cosa che mi arrivò in mano. Una corta gonna nera e una felpa bordeaux che non mi compriva l'ombelico. Li misi di fretta e furia, lanciai in malo modo il cellulare all'interno dello zaino, lo misi in spalla ed uscii di casa, gridando a mia madre un "torno questa sera, ti voglio bene" e rubai una mela dal cesto della frutta.
Presi il telefono dallo zaino e mi misi le cuffiette nelle orecchie, facendo partire la prima canzone che avevo nella playlist. Non appena il cantante iniziò a cantare, mille brividi mi percorsero la schiena. Guardai l'ora. Erano le 7.40, sarei arrivata in ritardo solo di qualche minuto, nessuno si sarebbe accorto di nulla.
Camminai tranquillamente fino alla scuola, e non appena entrai all'interno del cortile, la campanella suonò. Accellerai il passo, ed arrivai in classe con solo cinque minuti di ritardo, ma fortunatamente, il professore non era ancora arrivato. Non appena si accorse della mia presenza, una saetta dai folti capelli ricci mi si fiondò addosso. 《Dov'eri? Perchè sei in ritardo? È successo qualcosa?》 Iniziò a chiedere a raffica Leyla, la ragazza che mi aveva appena aggredita, nonchè la mia miglire amica. Sorrisi e mormorai  《mi dispiace, mi sono svegliata tardi... dovresti conoscermi ormai》 e sbadigliai. lei era la mia gioia, la mia migliore amica, l'unica ragazza che potevo chiamare alle 2 di notte per parlarle delle mie strane teorie riguardanti... beh, qualsiasi cosa.
Il professore entrò velocemente nell'aula seguito da un ragazzo gridando a tutti di sederci ai nostri posti. Seguii Leyla fino al suo posto e mi sedetti accanto a lei e incrociai le mani al petto, a disagio. Non mi sarei vestita così, non mi sentivo "Nur" in quel momento. Il professore iniziò a parlare svogliato 《allora, non dovrebbe essere compito mio, ma, per questa volta lasciamo stare. Lui è Cecil, e farà parte della vostra classe a partire da oggi. Teoricamente, non sarebbero ammesse nuove iscrizioni in questo periodo, ma lui è un'eccezione, siccome suo padre dona annulamente una grossa cifra di sodi alla nostra amata scuola. Cercate di andare d'accordo》 puntai gli occhi sul ragazzo. Capelli neri e mossi, occhi azzurri e dolci. Lui ricambiò il mio sguardo, ma non appena i nostri sguarsi si sfiorarono, un dolore lancinante mi colpì la testa e dei ricordi sfocati iniziarono a tornarmi alla mente. Cecil, dove avevo già sentito quel nome?

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Spazio autrice
HOLA GENTE
È la prima volta che scrivo un libro, ma ho in mente questa storia da un bel po' e ho intenzione di metterci me stessa, spero che non vi dispiaccia... nonostante io non sia un genio della scrittura.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 25, 2018 ⏰

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