"Tutti i passeggeri diretti a Valencia sono pregati di recarsi al Gate 4 per l'imbarco."
La voce metallica dell'altoparlante mi avvisò che il momento di partire era arrivato.
Da una parte ne fui sollevata, non aveva senso prolungare quell'agonia, aspettando di separarsi da quella che era tutta la mia vita.
Strinai a mebIker, che aveva insistito per accompagnarmi all'aeroporto insieme a Sergio.
"Ci vediamo presto, amore mio. Chiamami quando atterri.", mi disse accarezzandole i capelli.
"Ma per quell'ora ti starai allenando..."
"Ah giusto... Va beh, tu chiamami lo stesso. Almeno trovo la chiamata e so che è andato tutto bene.", mi disse dolce.
"Va bene tesoro. Ora devo andare."
"Ciao Mar!", mi abbracciò Valentina.
"Fai la brava sorellina", si aggiunse Sergio.
"Cerca di farmi trovare la casa come l'ho lasciata, per favore."
"Ovviamente. Per chi mi hai preso..."
Cominciai a correre verso il mio Gate voltandomi di tanto in tanto e salutando con la mano.
L'aereo decollò mezz'ora dopo. Infilai le cuffie nelle orecchie, appoggiai la testa al finestrino e mi addormentai, pensando a quella che sarebbe stata, di lì a poco, la mia nuova vita.L'aereo atterrò dopo poco più di un'ora e appena sbarcata, composi rapidamente il numero di Iker, tenendo fede alla mia promessa.
Salii sul primo taxi disponibile e raggiunsi l'appartamento che mi era stato assegnato dalla mia azienda.
Il tempo di disfare la valigia che il mio BlackBerry cominciò a squillare.
"Amore!", risposi, felice di sentire il mio ragazzo.
"Piccola. Ho appena finito l'allenamento.
Come è andato il viaggio?"
"Benissimo... Ma già mi manchi. Non so come farò per un mese intero."
"In qualche modo faremo, tesoro. Vado a farmi una doccia. Ti richiamo dopo cena."
"Va bene, a dopo amore. Ti amo."
"Anch'io ti amo, tanto.", rispose Iker riattaccando.
Decisi di andare a fare un giro per le strade di Valencia, e di fermarmi a mangiare qualcosa.
Avrei dovuto cominciare a lavorare solo il giorno successivo, quindi decisi di concedermi un giorno di totale riposo.
Visitai tutte le attrattive più importanti della città, cenai in un ristorantino in centro e tornai in appartamento verso le otto.
La telefonata di Iker non si fece attendere.
Erano passate poche ore ma già mi mancava terribilmente.
Parlammo del più e del meno, ci raccontammo ogni particolare della nostra giornata, quasi come se non ci vedessimo da mesi.
Nessuno dei due voleva riattaccare, sentire l'uno la voce dell'altra convinceva entrambi che la nostra storia continuava ad esistere anche a quattrocento chilometri di distanza.
Era come se non ci fossimo mai separati.
Chiusi gli occhi e ascoltando la dolce voce di Iker immaginai di averlo accanto a me. Concentrandomi, riuscivo addirittura a sentire la sue mani che mi accarezzavano i capelli.
In quel modo sembrava meno difficile accettare la lontananza.
Senza che ce ne rendessimo conto, si era ormai fatta notte. L'orologio segnava quasi le due.
Sbadigliai.
"Hai sonno amore?", mi chiese Iker.
"Solo un pochino..."
"Forse dovresti riposarti. Domani cominci a lavorare..."
"So che dovrei... Ma non vorrei mai smettere di ascoltare la tua voce..."
"Sono sempre con te, amore. Ci sentiamo domani. Cerca di dormire adesso...", mi disse dolce.
"Va bene... A domani, amore. Buonanotte."
"Buonanotte."
Non appena riattaccai, chiusi gli occhi e crollai in un sonno profondo.Erano passate ormai due settimane da quando ero arrivata a Valencia.
Ero stata sempre più impegnata, il lavoro mi prendeva quasi tutto il tempo e la relazione con Iker ne aveva risentito non poco.
Le nostre conversazioni si erano diradate sempre di più, fino a ridursi ad un paio di rapidi sms la sera, per la buonanotte.
Ero stanchissima, e preoccupata.
Stavo perdendo il controllo sulla mia vita e non potevo permettere che accadesse.
Quella sera, decisi di rientrare in appartamento prima del solito, per poter chiamare Iker e cercare di riportare le cose sulla strada giusta.
Composi il numero e attesi.
La segreteria telefonica mandò in fumo i miei propositi.
Attesi qualche minuto, poi richiamai. Ancora niente.
Provai ancora una volta, poi un'altra e un'altra ancora.
Alla quinta volta, mi arresi lanciando il telefono sul letto, e sdraiandomi delusa.
Mentre stavo per addormentarmi il BalckBerry segnalò una chiamata in entrata.
Iker, finalmente.
"Pronto?"
"Ciao Marisol..."
"Ciao... Ti ho chiamato tante volte..."
"Lo so. Ero con i ragazzi e avevo il telefono scarico..."
"Capisco... Beh, io volevo solo... Volevo... Non importa.", dissi, mentre sentivo le lacrime pungermi gli occhi.
"No Mar... Scusa, sono solo stanco. Dimmi pure..."
"No è che... Mi manchi Iker. Mi manca quello che eravamo...", confessai.
"Anche a me manca..."
"Lo so, è così difficile, io... Lo sapevo che questo viaggio avrebbe complicato le cose..."
"Lo sapevi, però sei andata via.", disse sotto voce.
"Beh si... Era un'occasione importante, e..."
"E hai fatto la tua scelta.", concluse, interrompendomi.
"No, scusa, me lo stai rinfacciando?", chiesi, mettendomi a sedere e cominciando ad innervosirmi.
"Non sto dicendo questo... Lascia perdere..."
"Non lascio perdere! Se non sbaglio sei stato il primo a spingermi ad accettare questo incarico..."
"Si ma... Non credevo che sarebbe stato così difficile.", mi rispose Iker, con la voce tremante.
"Ah...Quindi ti arrendi?", chiesi asciugandomi le prime lacrime, timorosa di conoscere la risposta.
"Non l'ho mai fatto nella mia vita e non ho intenzione di cominciare adesso.", rispose duro.
"Beh, sembra che tu l'abbia già fatto."
"Non è così."
"Hai conosciuto un'altra?", chiesi dopo un attimo di silenzio.
"Cosa? No! Mar, cosa dici? Non c'entra nulla..."
"E qual è il problema, allora?", urlai.
"Che tu non sei qui! Questo è il problema. E ho dannatamente bisogno di te!", gridò Iker, per tutta risposta.
Io rimasi di sasso. Poi scossi la testa.
"Tu non hai bisogno di me. Tu hai bisogno di qualcuno. Chiunque esso sia, non di me.", proseguii, delusa.
"Si può sapere cosa stai..."
"Finiscila Casillas! Se avessi bisogno di me come dici, mi aspetteresti. Non mi faresti pesare la scelta che ho fatto. Per una volta ho pensato a me! A me, capisci? E tu non lo accetti!"
"Marisol, io non ti sto... Come fai a non..."
"Iker... Forse è meglio se ne riparliamo domani. Dormiamoci su...", lo interruppi.
"Si, va bene. Buonanotte Marisol."
"Buonanotte..."
Riattaccai.
"Ti amo...", sussurrai stringendo tra le mani la collanina di Iker e lasciando che le lacrime mi inondassero il viso.
"Domani è un altro giorno.", pensai cercando di rasserenarmi.
Le mie più grandi paure si stavano materializzando davanti a me.
Sapevo che sarebbe successo, ma quello che non avevo previsto era che Iker mi avrebbe rinfacciato la mia scelta.
E se avesse ragione? Avevo preso quella decisione nonostante fossi consapevole che le cose sarebbero cambiate. Magari ero davvero io ad aver sbagliato, forse ero in torto e non ero in grado di accorgersene.
Tuttavia anche Iker aveva le sue colpe.
Mi stava facendo mancare il suo appoggio proprio nel momento in cui ne avevo più bisogno. In fondo cosa gli stavo chiedendo?
Avevo ricevuto un'offerta di lavoro fondamentale per la mia crescita, un'occasione che non potevo perdere.
Io stessa ero stata indecisa fino all'ultimo se accettare o meno l'offerta, ma lui era sembrato così sicuro del nostro amore da spingermi a partire. Ed ora mi armava questa storia?
Sapeva bene anche lui che sarebbe stato difficile ma non sembrava che la cosa costituisse un problema, fino a pochi giorni prima. Si, Iker stava sbagliando, ne ero certa.
Eppure non potevo evitare di sentirmi tremendamente in colpa. Avevo mandato a rotoli la mia vita, l'avevo distrutta con le mie mani. E non riuscivo a farmene una ragione.
Mentre stavo preparando i vestiti per il giorno seguente, pensando alla conversazione appena avuta col portiere, un forte capogiro mi colse all'improvviso e non potei evitare di cadere di schianto sul letto, dietro di me.
"Ci mancava questa...", dissi tra me e me.
Imputai l'episodio ad un calo di pressione e decisi di andare immediatamente a dormire.
Il giorno successivo avrei pensato alla mia relazione, ora il mio corpo mi chiedeva solo qualche ora di riposo.
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Esclava de sus besos
RomanceFanfiction sul grande Iker Casillas. PERSONAGGI: Marisol Ramos, Valentina Gutiérrez, Sergio Ramos, Iker Casillas e altri giocatori del Real e della nazionale Spagnola. DISCLAIMER: I personaggi famosi citati in questa storia non mi appartengono; tutt...